Moneygram, compagnia internazionale di pagamenti P2P, ha annunciato che, negli Stati Uniti, sarà possibile usare la piattaforma per comprare, vendere e tenere in deposito alcune tra le principali crypto.
Infatti, tramite un comunicato stampa, il gigante dei pagamenti ha dichiarato che offrirà i servizi per l’acquisto di criptovalute in quasi tutti i paesi degli Stati Uniti e a Washington.
La lista di criptovalute supportate al momento si limita a Bitcoin, Ethereum e Litecoin. Tuttavia, Moneygram ha dichiarato che, già dal prossimo anno, la lista delle crypto supportate crescerà nel rispetto dei requisiti di legge.
Summary
La partnership Moneygram – Coinme a favore delle crypto
A seguito dell’annuncio di Moneygram sull’introduzione delle crypto nella sua piattaforma, la compagnia rafforza la propria collaborazione con Coinme, exchange di crypto statunitense specializzato nella conversione da crypto a contanti e viceversa.
La notizia, infatti, irrobustisce i rapporti commerciali già forti tra l’exchange e il colosso dei pagamenti. Il quale, già da maggio 2021, permetteva di convertire BTC in contanti o di passare dal cash a Bitcoin.
Alex Holmes, Presidente e CEO di MoneyGram, ha dichiarato:
“Le criptovalute si aggiungono a tutto il lavoro che stiamo facendo a MoneyGram. Dai dollari agli euro, agli yen e così via, MoneyGram consente l’accesso istantaneo a oltre 120 valute in tutto il mondo, e riteniamo le crypto e le valute digitali come un’altra opzione di input e output.”
Pare che la prima collaborazione tra Moneygram e Coinme risalga all’anno precedente. Infatti, Moneygram fece un un investimento strategico di minoranza all’inizio dell’anno acquisendo il 4% della proprietà.
Da quel momento, Moneygram e Coinme resero possibile la compravendita di Bitcoin con contante in punti vendita fisici. Infatti, i due colossi trattenevano una commissione del 4% e un spesa fissa aggiunta di 2.75$, limitata a 12.000 punti vendita su territorio americano.
Con quest’ultimo annuncio, Moneygram ha fatto intendere che le due compagnie hanno in serbo altre iniziative per far crescere il valore della collaborazione. Infatti, nelle intenzioni di Moneygram, si legge:
“Ora che l’interesse dei consumatori nei confronti delle valute digitale è in piena crescita, ci troviamo in una posizione unica in grado di rispondere alla domanda e colmare il divario tra blockchain e servizi della finanza tradizionale grazie al nostro network globale, soluzioni a norma di livello e una forte propensione all’innovazione tecnologica”.
Inoltre, è importante sottolineare che, oltre che su Coinme, MoneyGram ha investito anche in altre compagnie collegate alle crypto, come Stellar e G-Coin.
La compagnia collabora anche con Circle per gli accordi transfrontalieri con la sua USD Coin (USDC). Nel 2023, MoneyGram sarà anche lo sponsor del team di F1 Haas.
Stellar e Ripple: tutti vogliono Moneygram
Prima della collaborazione con Coinme, Moneygram ha avuto un’altra breve partnership nel 2018 con Ripple.
Ripple, la crypto “bancaria”, avrebbe, infatti, tentato di collaborare per una partnership pluriennale, ma, in seguito al processo avviato dalla SEC, Moneygram avrebbe fatto marcia indietro, annunciando uno standby delle operazioni con XRP.
Infatti, in un annuncio successivo il gigante dei pagamenti aveva dichiarato formalmente conclusa la collaborazione tra le due.
A questo punto, Stellar, con la propria crypto XLM, avrebbe colto l’opportunità per prendere il posto di Ripple.
Le due criptovalute sono, infatti, concorrenti di una stessa porzione di mercato e le due coin sono tra le più correlate a livello di andamento del prezzo nel mercato crypto. Pochi mesi dopo, infatti, Stellar lancia la propria offerta a Moneygram per rimpiazzare il rivale.
Così, Moneygram apre una collaborazione anche con Stellar, il cui scopo è quello di potenziare il proprio servizio retail di conversione di criptovaluta in cash e viceversa.
Dunque, utilizzare la rete di XLM nella conversione stablecoin a FIAT è la migliore soluzione per la piattaforma.
Stellar assesta quindi un colpo a Ripple nel settore delle criptovalute istituzionalmente accettate e continua la propria eterna sfida con la crypto amata dalle grandi banche.
Nel mezzo della rivalità di queste due crypto, Moneygram sceglie accuratamente come ampliare i propri servizi, senza subire i danni degli scontri delle due.
Non solo Moneygram, molte compagnie di pagamento mirano alle crypto, perché?
Le mire di MoneyGram nei confronti di un’espansione verso gli asset digitali sono condivise anche da altre piattaforme di pagamento.
Infatti, molte altre compagnie hanno mostrato uguale o maggiore interesse nei confronti del nascente e sempre più espansivo settore crypto.
È il caso di Visa, che all’inizio di ottobre ha annunciato la collaborazione con l’exchange FTX per offrire la carta di debito crypto in quaranta paesi, in particolare in Europa, America Latina e Asia.
Visa, un altro colosso dei pagamenti, è tra le prime istituzioni a volgere lo sguardo al mondo crypto e ad attuare soluzioni efficaci ai fini dell’inserimento totale di questo settore.
Infatti, le carte collegate agli account FTX permettono agli utenti di spendere i propri asset crypto presso i milioni di esercizi associati al circuito di pagamento, pagando con la valuta locale, ma spendendo in realtà le proprie risorse digitali.
D’altra parte, Mastercard, il rivale per eccellenza di Visa, non è restato fermo a guardare.
Dopo le mosse di Visa, a metà ottobre, Mastercard ha pubblicato un post completo sul suo blog riguardo i progetti per aiutare le criptovalute a trasformarsi in un mezzo di pagamento ordinario.
Infatti, Mastercard ha lanciato Crypto Secure, una piattaforma che analizza l’affidabilità del virtual asset service provider e decide quali transazioni approvare, a difesa degli istituti di credito e dei consumatori.
Colossi o meno, tutti i servizi di pagamento e non solo sono interessati a puntano alle crypto e ai nuovi sistemi di pagamento decentralizzati. Probabilmente, stiamo andando per la prima volta verso una rivoluzione e una riconoscenza ad un sistema creato per funzionare senza controlli centrali.