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Previsioni contrastanti sul prezzo di Bitcoin

In questi giorni di incertezza stanno circolando diverse previsioni sul prezzo di Bitcoin molto differenti tra di loro. 

Bisogna però distinguere le previsioni a breve termine da quelle sul medio-lungo periodo, perché le maggiori differenze dipendono proprio dal periodo preso in considerazione. 

Previsioni a breve termine sul prezzo di Bitcoin

Sul breve periodo sono molti coloro che sostengono che il prezzo di Bitcoin potrebbe scendere. 

Ad esempio, secondo l’esperto investitore Mark Mobius, fondatore di Mobius Capital, il prezzo potrebbe anche scendere fino a 10.000$. 

Lo ha rivelato in una recente intervista concessa a Bloomberg, affermando di ritenere i 10.000$ la prossima destinazione del prezzo di BTC. 

Ha però anche ammesso che le criptovalute sono “troppo pericolose” per lui, e quindi non ci investirà i suoi soldi o quelli dei suoi clienti, ma ha aggiunto di ritenere che “sono qui per restare perché” grazie a molti investitori che hanno fiducia in esse.

Inoltre, ha affermato di ritenere molto curioso ed interessante il fatto che il prezzo di Bitcoin abbia sostanzialmente retto ai crolli di quest’anno.

Mobius non è il solo a credere che il bottom del 2022 non sia ancora stato toccato. 

Oltre alla sua previsione dei 10.000$, anche altri sostengono che il prezzo potrebbe ancora scendere a 12.000$ o 11.000$, sebbene sembrano essere di più coloro che sostengono che un’ulteriore discesa potrebbe fermarsi a 13.000$ o 14.000$. 

L’ulteriore discesa del mercato

Il fatto è che vi sono ben due fattori che sembrano indicare proprio la possibilità di un’ulteriore discesa sul breve periodo fino a quei livelli. 

Il primo riguarda i due precedenti bear market post-bolla. In entrambi i casi infatti il bottom fu toccato a -85% dai precedenti massimi, mentre quest’anno per ora si è fermato a -77%. 

Tuttavia, va ricordato che la bolla del 2021 è stata molto meno grande, in proporzione, rispetto a quella gigantesca e clamorosa del 2013 o a quella comunque notevole del 2017. Infatti, nel 2013 il prezzo di Bitcoin crebbe dell’8.000% in un solo anno fino allo scoppio della bolla, mentre nel 2017 fece comunque un notevole +1.700%. 

Invece, nel 2021 la bolla speculativa sul prezzo di Bitcoin si è fermata ad un non particolarmente eccezionale +245%, quindi anche la caduta post-bolla potrebbe avere ampiezza inferiore rispetto al passato. 

A ciò bisogna però aggiungere che dopo la bolla del 2013 il bottom fu toccato a gennaio 2015, e non a dicembre dell’anno successivo, come accaduto invece nel 2017/2018. 

Quindi non ci sarebbe nulla di strano se il bottom di questa fase non fosse toccato a dicembre 2022, ma a gennaio 2023. 

Il secondo fattore è il fatto che storicamente a fine anno il prezzo di Bitcoin difficilmente lateralizza. Se durante le bull run è proprio tra novembre e dicembre che solitamente fa segnare i massimi, durante gli anni di calo è proprio tra novembre e dicembre che tali cali spesso si intensificano. 

A tal proposito però bisogna aggiungere che già in questo mese di novembre il calo è stato significativo, quindi in teoria il bottom potrebbe già anche essere stato raggiunto. 

Anzi, se non ci fosse stato il fallimento di FTX è possibile che non si sarebbe scesi sotto i 17.500$ di giugno, e comunque il bottom di novembre è stato di 15.500$. 

Sono probabilmente questi i dati che fanno ritenere a Mobius interessante il fatto che il prezzo di Bitcoin abbia sostanzialmente retto quest’anno. Qualcosa di vagamente simile era accaduto tra marzo ed aprile 2020, quando tutti i mercati finanziari crollarono a causa dell’inizio della pandemia. Infatti il prezzo di Bitcoin nel corso delle settimane seguenti al crollo reagì piuttosto bene recuperando tutte le perdite già a maggio. 

Prezzo Bitcoin (BTC): previsioni a medio termine

Il discorso cambia completamente se si sposta l’orizzonte delle previsioni un po’ più in avanti. 

Infatti è raro che coloro che stanno prevedendo un calo sul breve periodo si esprimano anche sul medio-lungo termine. 

Anzi, come nel caso di Mobius non sono pochi quelli che ipotizzano un ulteriore calo a breve termine, ma affermando al tempo stesso che le criptovalute non sono destinate a scomparire dai mercati. 

Vi sono invece diversi analisti che sono ancora ottimisti riguardo il prezzo di Bitcoin, sia sul medio che sul lungo termine. 

Ad esempio il venture capitalist Tim Draper ha ribadito la sua previsione secondo cui entro la fine del 2023 il prezzo di BTC raggiungerà i 250.000$. 

Va tuttavia specificato che mentre le previsioni a breve termine si basano su segnali provenienti direttamente dai mercati, quelle sul medio e lungo termine si basano su ipotesi che non sono dedotte dall’attuale situazione di mercato, ma da un ipotetico andamento a lungo termine del prezzo di Bitcoin. 

A dire il vero fino a qualche mese fa c’era anche chi riteneva che il prezzo di BTC avrebbe potuto risalire anche nel corso di questo 2022, mentre invece così non è stato. Le potenzialità per un’eventuale crescita nei prossimi anni comunque ci sono. 

Halving e previsioni a lungo termine

Ancora più difficile è fare previsioni a lungo termine, ma se sul breve periodo il prezzo di Bitcoin è fortemente influenzato dalle dinamiche dei mercati finanziari, sul lungo termine viene influenzato da altre dinamiche, come la sua politica monetaria e le politiche monetarie delle Banche Centrali. 

Anzi, paradossalmente fino ad ora sembra essere stato più semplice indovinare l’andamento del prezzo di Bitcoin sul lungo periodo, piuttosto che le sue variazioni a breve termine. 

Ad esempio la celebre investitrice Cathie Wood di Ark Invest ha ribadito di recente di ritenere ancora possibile che il prezzo di Bitcoin salga a un milione di dollari entro il 2030. 

Il fatto è che Bitcoin ha un ciclo di circa quattro anni dovuto all’halving

L’halving avviene esattamente ogni 210.000 blocchi minati ed aggiunti alla blockchain, e ad un ritmo di circa 10 minuti a blocco intercorrono più o meno 3 anni e 10 mesi tra un halving e l’altro. 

Il prossimo halving è previsto per la primavera del 2024, ed in tutti e tre i casi precedenti si è innescata una bull run l’anno successivo a quello dell’halving. 

Infatti, l’halving è l’unica misura di politica monetaria di Bitcoin, e prevede il dimezzamento dei BTC che vengono creati e dati in premio a chi riesce a minare i blocchi. Dato che questo premio è l’unica forma di creazione di BTC esistente, un suo dimezzamento diminuisce anche necessariamente il tasso di inflazione della sua massa monetaria. 

Il ciclo dell’halving è certo e prevedibile, mentre non lo sono le eventuali conseguenze sul prezzo. Infatti, l’halving influisce direttamente solo sull’offerta di BTC sui mercati, ma non sulla domanda. Tuttavia, a parità di domanda, una riduzione dell’offerta inevitabilmente produce un aumento dei prezzi. 

Fino ad ora è sempre accaduto così, dopo gli halving del 2012, del 2016 e del 2020, e qualora la domanda di Bitcoin non dovesse ridursi significativamente, potrebbe accadere lo stesso anche dopo il 2020. 

Se tuttavia il ciclo dell’halving rende estremamente prevedibile il tasso di inflazione della massa monetaria di BTC, e soprattutto le misure di politica monetaria sul lungo periodo, ciò non è sufficiente a renderne prevedibile anche l’andamento del prezzo. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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