HomeCriptovaluteFTX: Sam Bankman Fried si concede ad un’intervista molto esplicita

FTX: Sam Bankman Fried si concede ad un’intervista molto esplicita

Sam Bankman-Fried afferma nella recente intervista effettuata, di non aver costruito una backdoor per accedere ai fondi dei clienti FTX perché non “sa come codificare”.

Eravamo quasi abituati al silenzio da parte dell’ex CEO, ma questa volta ha deciso di aprirsi ad un’intervista, pubblicata su Youtube, e raccontare la sua versione della storia.

Il fondatore di FTX nega il trasferimento di $10 miliardi tramite la “backdoor”

Al momento della crisi di FTX, poco prima che l’exchange implodesse, diversi media tra cui Bloomberg e Reuters hanno riferito al mondo che la causa che avesse messo in crisi FTX, dipendeva da alcuni bilanci che mostravano delle incongruenze.

I bilanci mostravano che per compensare ad una mancanza di liquidità, Sam Bankman Fried aveva trasferito segretamente $10 miliardi di dollari, da FTX verso Alameda Research, utilizzando una “backdoor” che ha integrato nel software FTX. 

La backdoor, nota solo ai suoi dirigenti, ha permesso ad Alameda di ritirare i depositi crittografici senza che nessuno ne venisse a conoscenza.

Dopo tre settimane, Sam Bankman Fried è uscito allo scoperto per fare chiarezza sulla questione. L’ex CEO di FTX ha concesso la sua prima intervista telefonica a Tiffany Fong, dove nega dell’esistenza o della creazione di una backdoor per spostare i fondi dei clienti da FTX ad Alameda Research. 

Nell’intervista, infatti, definisce questa accusa lanciata dai media “completamente falsa”. 

Alla domanda di Tiffany Fong, riguardante la backdoor segreta e il rapporto di Sam Bankman Fried con Reuters, l’ex CEO di FTX, risponde così:

“Beh, è interessante. Quindi posso dirvi che non è assolutamente vero. Non so nemmeno come programmare. È una risposta onesta e imbarazzante. Certamente non so come costruire una backdoor in questo sistema. Riuscivo a malapena a usare il sistema. Non sono in grado perché non conoscevo questo sistema dal punto di vista dell’interfaccia utente.”

Dunque, Sam Bankman Fried, secondo le sue parole, non ha creato una “backdoor” segreta per trasferire denaro da FTX a Alameda Research. La motivazione risiede nelle sue doti di programmatore. Infatti, spiega che non sarebbe stato in grado di programmare tale codice per trasferire il denaro. 

Sam Bankman Fried e la situazione con i suoi avvocati

Gli avvocati dell’ormai ex CEO di FTX, avevano già spiegato di non essere affatto contenti delle dichiarazioni rilasciate da Sam Bankman Fried nelle interviste. La sua decisione di parlare, poco dopo il crollo delle sue aziende, potrebbe risultare pericolosa per gli imminenti processi che seguiranno.

Durante la chiamata con Tiffany Fong, Bankman-Fried ha spiegato il motivo per cui ha riaperto i prelievi solo per i residenti delle Bahamas, dove hanno sede Bankman-Fried e FTX. Inizialmente, FTX ha affermato che ciò era per soddisfare le richieste delle autorità di regolamentazione delle Bahamas:

“Ho dato (al governo delle Bahamas) un giorno di avvertimento che lo avremmo fatto. Non hanno detto, sì o no. Non hanno risposto, e poi l’abbiamo fatto. Il motivo per cui l’ho fatto è che era fondamentale per l’exchange per essere in grado di avere un futuro”.

L’idea di Bankman Fried era quella di salvare FTX, partendo prima dalle Bahamas. Le Bahamas, come abbiamo ripetuto più volte sono la sede di FTX e la residenza di Sam Bankman Fried. 

Il Paese è pieno di persone che hanno investito su FTX e che ora si trovano nella spiacevole situazione di non poter prelevare. Lo sblocco dei prelievi temporanei di Sam Bankman Fried, aveva lo scopo di placare e calmare gli investitori in cui lui e la sua azienda presidiavano.

Così ha spiegato nella sua intervista. 

Sotto esame il legame tra l’ex CEO di FTX e la politica

Bankman-Fried è stato uno dei maggiori donatori nelle ultime elezioni di midterm degli Stati Uniti, tenutesi all’inizio di novembre. Se prima il rapporto con la politica poteva ritenersi accogliente, quasi benevolo da parte sua. Ora, è stato sottoposto a un intenso esame nelle ultime settimane quando è diventato chiaro che il suo impero commerciale potrebbe essere stato una frode.

Durante il ciclo elettorale del 2022, Bankman-Fried ha donato personalmente più di 13 milioni di dollari a una dozzina di candidati e organizzazioni politiche. La maggior parte di queste donazioni è stata indirizzata al Partito Democratico.

Anche il braccio destro di Bankman-Fried, Ryan Salame, è stato attivo nel finanziamento delle elezioni statunitensi. Questa volta, i suoi 24 milioni di donazioni sono andati principalmente al Partito Repubblicano.

Entrambi gli ex dirigenti di FTX erano anche coinvolti in comitati di azione politica (PAC). Il PAC di Sam Bankman-Fried ha dato 23 milioni di dollari ai Democratici, mentre il PAC di Ryan Salame ha dato oltre 12 milioni di dollari ai Repubblicani.

Al momento, queste considerevoli donazioni, principalmente quelle ricevute dai Democratici, vincitori delle elezioni di Midterm, stanno provocando una seria ondata di polemiche e teorie cospirative. Nell’intervista con Fong, Sam Bankman Fried ha spiegato che non è stato solo il partito democratico a beneficiare delle sue donazioni, ma anche i repubblicani hanno ricevuto svariate donazioni “segrete” non note ai riflettori. 

Come si può dedurre dalla “imparzialità” dell’ormai ex CEO di FTX, sull’orlo del fallimento, il motivo celato di queste donazioni era quello di accaparrarsi la benevolenza della politica. 

Come sappiamo, la regolamentazione delle criptovalute è un tema molto importante nella politica americana odierna. Possiamo dunque capire il motivo per cui un personaggio come Sam Bankman Fried necessitasse la simpatia dei politici vincitori delle elezioni di Midterm. 

Il Daily Beast ha intervistato 26 legislatori statunitensi, sia democratici che repubblicani. La domanda era se avrebbero mantenuto i contributi versati dalle organizzazioni legate alla FTX. Due politici, Dick Durbin e Chuy Garcia, hanno dichiarato di voler dare il denaro in beneficenza. Allo stesso modo, David Schweikert intende restituire le donazioni “se la persona che ha dato un contributo individuale ha fatto qualcosa di sbagliato”.

Ruben Gallego, invece, optò per un approccio diverso. Dice di aver usato i fondi della Bankman-Fried per sostenere Andrea Salinas, una candidata democratica che l’ex CEO aveva aspramente contrastato con milioni di dollari.

Altri esponenti politici, come Lucy McBath e Salud Carbajal, hanno preferito evitare di rispondere.

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