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Mining di Bitcoin: fallita un’altra società

La società di mining di Bitcoin Core Scientific ha dichiarato bancarotta. 

Lo riferisce Reuters dicendo che oggi Core Scientific ha dichiarato di aver presentato istanza di protezione dal fallimento secondo il Chapter 11. 

Core Scientific è quotata in borsa al Nasdaq con il simbolo CORZ.O, ed è una delle maggiori società statunitense di mining di criptovalute. Oggi in pre-market il titolo perde il 25%, ma da gennaio aveva già perso il 98%. 

I grossi crolli sono stati due, uno tra fine aprile e fine giugno, in concomitanza con il crollo dei mercati crypto a causa dell’implosione dell’ecosistema Terra/Luna e delle sue conseguenze, ed un altro tra fine agosto e fine ottobre culminato con il -68% del 27 ottobre. 

Non è quindi strano che oggi il titolo perda “solo” il 25% dopo la notizia del fallimento, perchè aveva già perso quasi tutto il suo valore nei mesi precedenti. Inoltre in teoria il Chapter 11 consente alle aziende di ristrutturarsi, quindi esiste una vaga possibilità che la società prima o poi torni ad operare. 

Core Scientific ha sede ad Austin, in Texas, ed ha dichiarato che per ora non cesserà le attività perchè spera di stipulare un accordo con i suoi creditori per la ristrutturazione della società. Ha anche aggiunto che i creditori hanno già accettato di fornire fino a 56 milioni di dollari di finanziamento.

La società dichiara di avere da 1 a 10 miliardi di dollari in attività e passività, e tra i 1.000 ed i 5.000 creditori.

Tempo fa sbarcò in borsa grazie ad una fusione, grazie ad un accordo che valutò il valore della società a 4,3 miliardi di dollari. Ha poi avuto problemi seri a causa del fallimento di Celsius Networks a giugno. 

I problemi del mining di Bitcoin

In realtà il mining di Bitcoin di per sé problemi non ne ha, ma diverse società di mining ne stanno avendo. 

La questione è legata al crollo delle entrate. Infatti, in questo ciclo per ogni blocco minato si ottengono sempre 6,25 BTC. Ma se ad inizio anno questi avevano un valore di mercato di quasi 290.000$, oggi invece ne valgono solo poco più di 105.000, ovvero quasi tre volte meno. 

In teoria in un tale scenario avrebbero dovuto ridursi anche i costi, grazie ad una riduzione dell’hashrate e quindi del consumo di energia elettrica, ma di fatto ciò non è avvenuto. 

Il fatto è che l’hashrate incrementa molto più lentamente del prezzo, quindi il forte incremento del valore di BTC del 2021 ha prodotto un forte aumento dell’hashrate nel 2022. Al contrario nonostante la forte riduzione del prezzo non c’è ancora stata una forte riduzione dell’hashrate proprio per via del ritardo con cui l’hashrate reagisce ai rapidi cambiamenti che si verificano sui mercati. 

Infatti il picco massimo di hashrate di sempre si è avuto nei primi giorni di novembre, con un livello che è meno del doppio di quello di novembre 2020, ovvero prima che iniziasse l’ultima grande bull run. 

All’epoca il prezzo di BTC era di circa 11.000$, quindi a novembre 2022 l’incremento dell’hashrate in percentuale corrispondeva a quello del prezzo, prendendo come riferimento novembre 2020. 

Il livello attuale è di circa il 10% inferiore rispetto al picco massimo storico della prima metà di novembre, ed è per questo che i miner sono attualmente in grande difficoltà. 

Basti pensare che la profittabilità media del mining di Bitcoin è crollata dagli 0,26$ al giorno per THash/s di gennaio agli attuali 0,06$, ovvero con una perdita secca del 77% nel giro di meno di un anno. Non stupisce pertanto che ci siano tanti miner in difficoltà, soprattutto quelli che sono costretti a sopportare maggiori costi. 

Il mercato

Va aggiunto che ormai gli USA sono il singolo Paese al mondo con più hashrate, e che il mining industriale è un’attività ad alto investimento. Per questo motivo molti grossi miner hanno deciso di quotarsi in borsa, in modo da poter raccogliere facilmente nuovi investimenti. Nel caso di Core Scientific ciò non è bastato, ed ora bisognerà vedere se la società riuscirà a ristrutturarsi o sarà costretta a chiudere e liquidare. 

Da notare che nel caso in cui il valore di mercato di BTC dovesse aumentare nei prossimi mesi, Core Scientific potrebbe tornare a diventare redditizia, quindi non è affatto escluso che se riesce a superare il brutto momento in futuro possa riuscire a ristrutturarsi ed a tornare operativa. 

Non è però nemmeno da escludere che anche altre società di mining crypto possano fallire, dato che il problema del crollo della profittabilità è comune praticamente a tutti. 

Nel frattempo il protocollo Bitcoin continua inesorabilmente ad aggiungere un nuovo blocco alla propria blockchain ogni circa 10 minuti, perchè non è rilevante quanti miner ci siano: in teoria ne potrebbe persino bastare anche solo uno, sebbene in tal caso il rischio di un attacco 51% sarebbe piuttosto elevato. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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