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Cos’è una subnet nel mondo crypto?

L’ecosistema crypto Avalanche consente la creazione di sottoreti: vediamo cos’è e come funziona una subnet.

Le subnet di Avalanche sono reti sovrane con regole proprie, composte da un sottoinsieme dinamico di validatori Avalanche. 

Ogni sottorete può avere molte blockchain, ma ogni singola blockchain viene convalidata solamente da una singola sottorete. Un validatore a sua volta può essere membro di diverse sottoreti, ma tutti i validatori di sottorete devono convalidare anche la rete primaria di Avalanche.

Le sottoreti sono state introdotte per poter essere indipendenti, ovvero con una propria logica di esecuzione che non dipende dalla rete principale. Infatti possono determinare in modo indipendente il proprio regime tariffario, mantenere il proprio stato, facilitare la propria rete e fornire il proprio livello di sicurezza. Inoltre non condividono il thread di esecuzione e le transazioni con altre sottoreti o con la rete primaria, consentendo così una facile scalabilità, con latenza inferiore, TPS più elevate e costi di transazione inferiori. 

In altre parole le subnet di Avalanche agiscono in modo indipendente dalla stessa rete Avalanche, in modo da non interferire sulla medesima e, viceversa, di non avere interferenze dalla rete principale o da altre subnet. Ovviamente però per poter operare hanno bisogno dei propri nodi validatori, anche perchè i validatori della rete principale in genere non lavorano anche sulle subnet. 

I token

In questo modo le subnet possono avere una propria token economy indipendente da quella di Avalanche, con i propri token nativi. Anzi, possono addirittura lanciare nuove blockchain con macchine virtuali personalizzate. 

Dato che chiunque può creare una subnet Avalanche, può anche creare in questo modo una sua token economy autonoma e particolare, con token che possono anche non esistere sulla blockchain principale di Avalanche. 

Cos’è una subnet nel mondo crypto e che ruolo hanno i validatori

Anche la policy sui validatori può essere personalizzata. 

Infatti una subnet può avere tra le proprie regole peculiari ad esempio quella di imporre che i  validatori si debbano trovare in un determinato Paese, o che debbano superare dei controlli KYC/AML, o che debbano essere in possesso di una determinata licenza. 

Questo consente di costruire una sorta di blockchain permissioned basata su un ecosistema permissionless e trustless. 

Ciò può risultare utile per applicazioni basate su blockchain che richiedono che i validatori abbiano determinate proprietà, come ad esempio un’applicazione che richiede grandi quantità di RAM o potenza di calcolo: una subnet in questo caso può richiedere che i validatori soddisfino determinati requisiti hardware in modo che l’applicazione non abbia prestazioni ridotte. 

Cos’è una subnet e come interagisce con le macchine virtuali e la creazione di crypto alternative 

Le subnet hanno macchine virtuali (VM) che definiscono la logica della blockchain a livello di applicazione, specificando lo stato della blockchain, la funzione di transizione dello stato, le transazioni e le API con cui gli utenti possono interagire con la blockchain. Di fatto su Avalanche ogni blockchain è un’istanza di una VM.

Il vantaggio è quello di poter creare VM senza doversi preoccupare di sviluppare la logica di livello inferiore, come il networking, il consenso e la struttura della blockchain, perchè questo lo fa l’ecosistema Avalanche a monte. 

Le VM vanno considerate come progetti per le singole blockchain, tanto che si può anche  utilizzare la stessa VM per creare molte blockchain con lo stesso set di regole, ma logicamente indipendente. 

Il motivo per cui sono state introdotte le VM è che solitamente le blockchain classiche ne hanno una sola, con un set di funzionalità inevitabilmente predefinito e statico. In questo modo chi voleva creare applicazioni decentralizzate personalizzate con regole proprie era costretto a crearsi da zero una nuova rete blockchain. 

Ethereum ha parzialmente risolto il problema con gli smart contract, che tuttavia dipendono da un’unica VM che impone inevitabilmente restrizioni agli sviluppatori. 

Con le VM di Avalanche invece risulta più semplice creare blockchain ed applicazioni decentralizzate con regole completamente nuove, che non debbano dipendere da blockchain esterne. 

La rete primaria

La stessa rete primaria di Avalanche è stata creata con tre subnet: Exchange Chain (X-Chain), Platform Chain (P-Chain) e Contract Chain (C-Chain). 

Di fatto anche la rete primaria è una subnet, però speciale, perché tutti i membri di tutte le subnet devono essere anche membri della rete primaria, e devono mettere in staking almeno 2.000 AVAX.

La rete primaria opera in modo completamente indipendente da tutte le altre subnet, in modo che queste non possano interferire con il suo corretto funzionamento. L’unica restrizione è proprio che i validatori delle subnet siano anche validatori della mainnet. 

Da notare che il numero di transazioni registrate giornalmente sulla C-Chain di Avalanche è aumentato molto nel corso del 2022. 

Avalanche è un progetto relativamente recente, nato nel 2020, quindi i primi dati completi si hanno a partire solamente dal 2021. 

Fino a metà agosto dell’anno scorso, ovvero in piena bull run, raramente si registravano più di 15.000 transazioni al giorno. Poi però si sono improvvisamente impennate, tanto che a fine agosto erano salite addirittura a 230.000. 

Il vero e proprio boom c’è stato a partire da ottobre 2021, con un picco di 1,1 milioni di transazioni giornaliere a fine gennaio 2022. 

A maggio, a causa dell’implosione dell’ecosistema Terra/Luna, sono crollate a 250.000, per poi scendere ancora fino alle attuali 110.000. Questo dato però è ancora quasi dieci volte superiore a quello di luglio dell’anno scorso. 

Questo significa che sebbene da maggio in poi la bolla si è sgonfiata, l’utilizzo della Contract Chain di Avalanche è ancora molto elevato rispetto agli anni scorsi. 

La crypto AVAX

L’andamento del prezzo della criptovaluta nativa di Avalanche, ovvero AVAX, ha invece seguito un trend molto simile a quello di altre criptovalute. 

Ignorando il 2020, ovvero l’anno di lancio, a gennaio 2021 il prezzo era già salito a 12$, con un primo impressionante picco a 55$ il mese successivo. 

Dopo un forte ritracciamento, ad agosto dello stesso anno è iniziata a gonfiarsi una grande bolla speculativa che ha portato fino al massimo assoluto di 145$ a novembre. 

La bolla poi è scoppiata, con il prezzo sceso a 57$ ad inizio di maggio di quest’anno. 

Il vero e proprio crollo c’è stato durante l’implosione dell’ecosistema Terra/Luna, per certi versi simile ad Avalanche, con il prezzo precipitato a 15$ a giugno e l’uscita dalle top 10 delle criptovalute a maggior capitalizzazione di mercato. 

Da allora si è innescata una lunga fase di lateralizzazione discendente che ha portato ai nuovi minimi annuali il 20 dicembre a 11,2$. Il prezzo attuale è a -92% dai massimi, ed è in linea con quello di gennaio 2021. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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