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Problemi per l’exchange di crypto Nexo: le indagini in Bulgaria per riciclaggio di denaro e violazioni fiscali

Recenti problemi per il prestigioso exchange di crypto Nexo: il prestatore di criptovalute è indagato dalle autorità bulgare con l’accusa di riciclaggio di denaro, reati fiscali, operazioni bancarie senza licenza e frode informatica.

A quanto pare, l’ufficio del procuratore bulgaro sta conducendo un’indagine a Sofia per neutralizzare la presunta attività criminale di Nexo, secondo una traduzione automatica di una dichiarazione rilasciata su Facebook giovedì. Più di trecento persone sono coinvolte nell’operazione.

L’exchange di crypto Nexo è stata fondata nel 2018 ed è riconosciuta come una piattaforma digital che offre servizi finanziari relativi al settore delle criptovalute. Oltre a consentire la compravendita di criptovalute, il suo utilizzo principale è quello di fornire una rendita passiva fino al 16% di APY sulle criptovalute prestate ad altri utenti.

Il caso dell’exchange crypto Nexo: i dettagli dell’indagine 

Come anticipato, l’exchange di crypto Nexo è attualmente sotto indagine per presunto riciclaggio di denaro, frode informatica e reati fiscali. Infatti, nelle ultime ore, la sede bulgara del CEX Nexo è stata perquisita dalla polizia locale. 

Il co-fondatore di Nexo, Antoni Trenchev, si è dimostrato subito sorpreso dalla vicenda, definendo le accuse delle autorità come “assurde” e aggiungendo che Nexo è una delle entità più rigorose per quanto riguarda KYC e AML. 

Secondo un portavoce di Nexo, la polizia starebbe indagando su un’entità bulgara che non si occuperebbe di clienti, ma di diverse funzioni operative, tra cui buste paga e assistenza clienti.

Inoltre, secondo un’inchiesta di Bloomberg, più di 300 agenti di polizia, pubblici ministeri e agenti della sicurezza nazionale sarebbero coinvolti nell’operazione. In tutto questo, Siyka Mileva, portavoce dei procuratori capo della Bulgaria, ha rilasciato scottanti dichiarazioni in merito. 

A quanto pare, secondo Mileva, Nexo, operante a Londra, sarebbe sospettata di riciclaggio di denaro, reati fiscali e reati che coinvolgono attività bancarie senza licenza. Nello specifico, Mileva ha dichiarato:

“I principali organizzatori del programma sono cittadini bulgari e l’attività è stata svolta principalmente dal territorio della Bulgaria. Sono state raccolte prove in merito a una persona che ha utilizzato la piattaforma e trasferito criptovalute, la quale è stata ufficialmente dichiarata come persona che finanzia il terrorismo.” 

Nell’indagine, infine, viene suggerito anche un presunto legame tra Nexo e la truffatrice Ruja Ignatova, tra le più ricercate al mondo, la fondatrice scomparsa dello schema Ponzi OneCoin. Tuttavia, le dichiarazioni ufficiali non hanno ancora menzionato questa indiscrezione.

Il CEX di Nexo, inoltre, nelle ultime settimane, è stato coinvolto nel processo di acquisizione del competitor Vauld, che ha poi rifiutato l’ultima offerta dell’exchange, sollevando ulteriori dubbi sulla solvibilità della società nel processo.

I commenti dell’exchange crypto Nexo in merito all’indagine: le dichiarazioni 

Come anticipato, in un thread su Twitter Nexo ha affermato che sta collaborando con le autorità di regolamentazione competenti. Nello specifico, ha affermato di avere rigide politiche antiriciclaggio (AML) e know-your-customer (KYC) e ha lasciato intendere che era stato preso di mira ingiustamente. 

Da alcune fonti apprese tramite CoinDesk, infatti, pare che Nexo in risposta alle accuse abbia dichiarato quanto segue: 

“Ci sono autorità in uno degli uffici di Nexo in Bulgaria, che è, come sapete, il paese più corrotto dell’UE. Stanno facendo richieste antiriciclaggio e fiscali su un’entità bulgara del gruppo che non si occupa dei clienti, ma ha solo funzioni di back office: buste paga, assistenza clienti, conformità. Siamo una delle entità più rigorose per quanto riguarda KYC/ AML.”

Inoltre, l’exchange di crypto Nexo ha rilasciato importanti dichiarazioni anche tramite il suo account ufficiale di Twitter, in cui si legge:

“Nel corso degli anni abbiamo rifiutato molti affari perché Nexo non scende mai a compromessi per quanto riguarda le nostre rigide politiche antiriciclaggio e di conoscenza del cliente. Ma abbiamo sempre saputo che è così che si costruisce un business sostenibile.” 

Inoltre, sempre tramite l’account Twitter, Nexo continua:

“Collaboriamo sempre con le autorità e le autorità di regolamentazione competenti e speriamo di avere alcune notizie entusiasmanti nelle prossime settimane.” 

Dunque, a quanto sembra, l’exchange di crypto Nexo affronta a testa alta le accuse e le avversità, non avendo niente da nascondere ma, anzi, tutto da dimostrare nella sua innocenza e trasparenza.

Ad ogni modo, nonostante le difese dell’exchange, purtroppo, in seguito alla notizia sull’indagine, più di 3 milioni di dollari hanno lasciato la piattaforma dell’azienda. Inoltre, la moneta nativa dell’exchange, il token NEXO, è scesa di circa il 7%, fino a 70 centesimi. Registrando, in particolare, un prezzo attuale di 0,72 USD per NEXO. 

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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