HomeBlockchainEventiPoseidon DAO: l’incontro del 20 marzo

Poseidon DAO: l’incontro del 20 marzo

Lo scorso 20 marzo Poseidon DAO ha ospitato nel suo spazio gli avvocati Massimo Simbula e Lars Schlichting i quali hanno affrontato diversi temi legali che si accompagnano al mondo delle crypto, con particolare attenzione per il settore NFT.

Di cosa si è discusso durante l’ultimo AMA di Poseidon DAO?

La discussione è iniziata parlando di differenze di legislazione a livello globale e del loro impatto sull’intero settore. 

Se da una parte l’Europa si sta muovendo nel regolamentare e dare delle linee guida in maniera crypto-friendly, dall’altra gli Stati Uniti hanno un approccio meno proattivo che comporta, come nel caso di Kraken, delle interruzioni forzate di alcuni servizi delle piattaforme. 

I due avvocati hanno infatti convenuto che, affinchè il settore blockchain possa prosperare, è necessario avere una regolamentazione quanto più attuale e completa per capire entro quali limiti muoversi, senza dover correre ai ripari dopo aver investito tempo e denaro su di un particolare prodotto. 

Per quanto riguarda gli NFT nel dettaglio si è parlato di proprietà intellettuale e della sua tutela. 

Gli esperti hanno concordato che di fatto poco è cambiato in materia legale rispetto la proprietà intellettuale nel mondo dell’arte tradizionale ed è sempre molto complesso e costoso proteggere la proprietà intellettuale a livello mondiale in quanto paesi diversi hanno diversa regolamentazione in materia. 

Con gli NFT, però, in campo di proprietà intellettuale vi sono stati alcune facilitazioni come nel caso dell’azienda Yuga Labs, creatrice delle Bored Ape Yacht Club e non solo, che ha deciso di cedere, insieme ai suoi NFT, anche i diritti delle immagini a chi acquista i token non fungibili. 

Questo processo, estremamente lungo nel settore dell’arte tradizionale, con gli NFT è stato reso immediato.

Ci si è incentrati, inoltre, sul trattamento fiscale degli artisti NFT. 

Nel caso di arte 3.0, infatti, è improbabile che, contestualmente alla vendita di un’opera venga emessa fattura in quanto le vendite si svolgono, nella maggior parte dei casi, su piattaforme decentralizzate. 

Risulta però necessario per gli artisti poter predisporre ugualmente una dichiarazione fiscale e quindi tener traccia delle diverse transazioni e cercare di avere più documenti a supporto possibili. 

Per quanto riguarda la fiscalità italiana, Massimo Simbula, ha sottolineato come sia importante anche la professionalità del mestiere d’artista, nonchè del rischio che gli artisti corrono di venire equiparati ai promotori finanziari, qualora pubblicizzassero in determinato modo gli NFT. 

Parlando, invece, del VAT collegato alla vendita delle opere, Lars Schlichting ha spiegato come la Svizzera abbia deciso di muoversi: non potendo accertare se il compratore sia svizzero o estero, si è deciso di considerare il traffico della piattaforma. 

Se esso, ad esempio, è generato per l’1% dalla Svizzera, si considera che l’1% delle opere vendute siano state vendute a persone residenti in Svizzera. A questo 1% il tassatore ha deciso di aggiungere un ulteriore 3% tenendo conto dell’elevata attività elvetica nel campo delle criptovalute.

SI è parlato, infine, del rapporto tra trasparenza e privacy. Se da una parte la totale trasparenza è auspicata dai diversi stati, il mercato sembra, invece, premiare la privacy. 

In un futuro prossimo, secondo gli avvocati, sarà possibile collegare l’identità digitale al wallet sulla blockchain ma comunque, nel trade-off tra trasparenza e privacy, si cercherà una situazione di equilibrio.

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