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Gemini vuole aggiungere gli scambi di derivati crypto

L’exchange statunitense Gemini sembra che voglia sfruttare il momento di difficoltà di altri exchange, per lanciare una propria piattaforma di scambi di derivati crypto. 

Gemini non ha vissuto un buon anno nel 2022, tanto da essere stato accusato anche dalla SEC di irregolarità

In realtà è l’intero settore degli exchange crypto ad aver avuto problemi negli USA, e questi problemi stanno continuando anche nel 2023. 

Gli exchange crypto in USA

Gli Stati Uniti d’America sono in assoluto il maggior mercato al mondo per le criptovalute, non fosse altro per l’enorme disponibilità di capitali sui mercati finanziari. 

Dato che ormai da molto tempo sono anche i leader mondiali dei mercati finanziari, nel corso degli anni si sono dotati di una regolamentazione profonda e ben strutturata, che però lambisce solo di striscio il settore crypto

La questione più calda in questo momento negli USA per i mercati crypto infatti è proprio la sua regolamentazione, perchè non c’è ancora una legge specifica che li regoli in modo peculiare, e non risulta particolarmente semplice applicarvi le regole valide genericamente per i mercati finanziari. 

Da questo punto di vista il caso più evidente è il fallimento dell’exchange FTX, che era uno dei colossi del settore. Era stato fondato negli USA, e serviva soprattutto il mercato statunitense, ma aveva spostato la sede alle isole Bahamas, dove i controlli erano minori. 

A causa di una pessima gestione aziendale, ed in particolare finanziaria, unitamente a controlli pressochè inesistenti, ha sperperato i fondi dei loro clienti di fatto facendo perdere loro tutto ciò che avevano depositato sulla piattaforma. 

Sebbene cose simili siano accadute anche a banche perfettamente regolamentate, il fatto che a FTX fosse permesso di utilizzare i fondi dei clienti per finanziare spese proprie è qualcosa di assurdo ed anomalo. 

In teoria, invece, chi gestisce fondi di clienti dovrebbe mantenere separata la custodia di quei fondi da quella dei fondi propri, e non dovrebbe usare i fondi dei clienti per finanziare spese aziendali. 

Questo è solo un esempio della differenza ancora presente a livello legale e regolamentativo tra il modo con cui vengono normati e controllati i mercati finanziari tradizionali, e quello con cui invece non vengono ancora normati e controllati i mercati crypto. 

A farne le spese sono innanzitutto i clienti degli intermediari apparentemente regolamentati, come FTX o Celsius, e gli intermediari stessi. 

In questo specie di giungla può anche capitare che exchange stranieri, come Binance, finiscano per operare per anni senza le dovute licenze, a causa della difficoltà da parte delle autorità di controllo di verificare ed intervenire. 

Gemini e l’annuncio dei derivati crypto

L’unico importante exchange statunitense che ha scelto un approccio differente, da questo punto di vista, è proprio Gemini. 

Tuttavia, nonostante abbia scelto di avere sede nello Stato con le norme più stringenti riguardo i mercati finanziari, ovvero New York, anche Gemini alla fine ha avuto problemi con le autorità dal punto di vista normativo. 

Se anche l’exchange crypto più regolamentato degli USA può incorrere in problemi legali dovuti al mancato rispetto delle normative, è lecito attendersi che per gli altri sia ancora più difficile rispettare sempre tutte le norme. 

Ciò però non toglie che tra tutti gli exchange crypto che operano negli Stati Uniti, Gemini sia probabilmente quello che ha maggiore attitudine e facilità a rispettare le regole. 

In particolare il problema più grosso, come dimostra la recente vicenda di Binance, è quello che riguarda gli scambi di derivati, come future e opzioni. 

Infatti per poter offrire servizi di scambio di derivati negli USA è necessario ottenere una specie di licenza, ovvero un’apposita registrazione presso la CFTC. Binance ad esempio non ce l’ha, quindi non dovrebbe offrire ai clienti statunitensi la possibilità di scambiare derivati crypto. 

Quindi da un lato Gemini esce da un anno molto difficile, mentre dall’altro ci sono grossi problemi negli USA per gli exchange che vogliono offrire scambi di derivati crypto. 

Gemini: la nuova piattaforma per i derivati crypto

A questo punto, e dato che Gemini è in teoria l’exchange più che sembra adatto a rispettare tutte le norme statunitensi, non stupirebbe affatto se decidesse di entrare proprio in questo momento sul mercato dei derivati crypto. 

Secondo The Information, Gemini sta lavorando ad un exchange di derivati crypto ​​all’estero, con l’obiettivo di offrire ai suoi clienti gli scambi di futuri perpetui. 

The Information cita fonti anonime che hanno familiarità con la questione, secondo cui la scelta di creare l’exchange di derivati all’estero sarebbe dovuta al fatto che negli Stati Uniti i future perpetui sono vietati per i trader retail, dato che vengono considerati un prodotto finanziario altamente rischioso a causa del fatto che non hanno data di scadenza e possono essere scambiati con leve elevate. 

Oltretutto sembra che anche Coinbase stia lavorando a qualcosa di simile, ma in questo momento la stessa Coinbase è sotto la lente di investimento delle autorità statunitensi. Gemini invece per ora sembra aver risolto i problemi avuti con la SEC. 

L’ipotesi a cui sta lavorando Gemini sarebbe quella di fungere da market maker per un’operazione all’estero, così da non violare le leggi federali USA e statali di New York. 

L’avanzata di Bitget

Non stupisce che in un contesto tale si stiano avvantaggiando alcuni exchange che riescono ad offrire il trading di derivati crypto senza particolari problemi. 

Uno degli exchange che sta traendo maggiore giovamento da questa situazione è Bitget, che non è una piattaforma statunitense ma dispone di licenza US MSB emessa dalla FinCEN per il trading di criptovalute negli Stati Uniti d’America.

Infatti, nel 2022 è stato nominato uno dei primi 3 exchange crypto da BCG ed è arrivato tra i primi 10 exchange di derivati crypto per Open Interest aggregato.

Bitget è stato uno dei principali beneficiari del crollo di FTX, in termini di numero di utenti e volume di scambi, forse anche perchè dispone di un fondo di tutela degli utenti ed è stato uno dei primi ad attivare un meccanismo di prova delle riserve. 

Sebbene non sia stato l’unico exchange a beneficiare dell’uscita di scena del colosso FTX, in realtà non sono stati molti gli exchange crypto che sono riusciti ad assorbire gli utenti in fuga da FTX. 

Ad esempio, nonostante Gemini sia uno dei principali exchange crypto statunitensi, sembra non sia riuscito a giovarsi quasi per niente dell’uscita di scena di uno dei suoi principali concorrenti, forse proprio perchè gli utenti in fuga da FTX hanno preferito exchange esteri con minori limitazioni. 

Il futuro è regolamentato

Tuttavia qualora gli USA riuscissero ad imporre una regolamentazione solida ed efficace agli exchange crypto, è possibile immaginare che soprattutto i grossi capitali statunitensi finiranno per preferire maggiormente gli exchange con sede in USA e perfettamente regolamentati. 

In questo momento tale ipotesi sembra ancora remota, visto che per gli exchange crypto che vogliono offrire i loro servizi ai clienti statunitensi ci sono ancora molte limitazioni, e dato che l’avanzamento del progetto di legge per la regolamentazione crypto negli USA sembra stia andando a rilento. 

Ma il futuro sembra proprio essere quello di imporre anche agli operatori centralizzati del settore crypto una solidità ed un’integrità simile a quella delle borse tradizionali. 

Il mondo decentralizzato è un’altra cosa, ma quando ci si vede costretti ad affidare il proprio denaro a persone o organizzazioni che ne diventano i custodi esclusivi, bisognerebbe perlomeno avere la sicurezza che siano in grado di custodirlo e gestirlo al meglio. Ciò non è ancora possibile sui mercati crypto, ma prima o poi potrebbe diventarlo.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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