HomeBlockchainRegolamentazioneTether (USDT) positiva sulla nuova regolamentazione USA sulle stablecoin

Tether (USDT) positiva sulla nuova regolamentazione USA sulle stablecoin

Al Congresso degli USA è stato presentato un nuovo disegno di legge sulle stablecoin, che è stata accolta con positività da Tether (USDT).

Secondo Tether, l’emittente della principale stablecoin al mondo (USDT), una tale regolamentazione potrebbe fornire chiarezza ed andare a vantaggio dell’economia dei token digitali. 

Il disegno di legge sulle stablecoin e la reazione di Tether (USDT)

Il disegno di legge è stato pubblicato venerdì, ed ha come obiettivo esplicito proprio quello di fornire i requisiti per gli emittenti delle stablecoin. 

Attualmente negli USA non ci sono leggi specifiche che normino l’emissione di stablecoin collateralizzate in dollari, e questo in effetti genera un vuoto normativo che produce incertezza. 

La proposta mira a colmare questa carenza creando un quadro normativo valido per le stablecoin negli USA, affidando alla banca centrale (Fed) il controllo degli emittenti delle stablecoin non bancarie. 

Infatti, le nuove norme, qualora venissero approvate così come sono state proposte, farebbero rientrare sotto la supervisione dell’agenzia bancaria federale competente solo gli istituti di deposito assicurati che desiderano emettere stablecoin, mentre tutti gli istituti non bancari, come Tether o Circle che emette USDC, sarebbero soggetti alla supervisione della Federal Reserve. 

La mancata registrazione presso le autorità prevederebbe addirittura fino a cinque anni di carcere, ed una multa da 1 milione di dollari. Anche gli eventuali emittenti stranieri dovrebbero richiedere la registrazione per poter operare negli USA.

I requisiti degli emittenti di stablecoin 

Per poter ottenere e mantenere tale registrazione sarebbe previsto per l’emittente di dimostrare di avere risorse e capacità per mantenere le riserve a garanzia delle stablecoin, in dollari statunitensi, buoni del Tesoro con scadenza non superiore a 90 giorni, contratti di riacquisto con scadenza non superiore a sette giorni sostenuti da buoni del Tesoro con scadenza non superiore a 90 giorni, e depositi di riserva presso la banca centrale.

Questo ultimo punto è interessante, perché significherebbe che la Fed stessa potrebbe fungere da custode delle riserve, o comunque di una parte di esse, eliminando così di fatto molti dei dubbi che ancora circolano ad oggi in merito alla garanzia delle riserve. 

Non va dimenticato che a marzo, quando chiuse la Silicon Valley Bank, proprio Circle si trovò senza una parte delle riserve di USDC, dato che erano fondi custoditi in quella banca e diventati inaccessibili. 

Avere come custode la banca centrale potrebbe risolvere alla radice il problema della custodia dei dollari utilizzati come riserva delle stablecoin, dato che la Fed per statuto può creare quanti dollari vuole. 

USA e stablecoin: il commento di Circle e Tether (USDT) sulla nuova regolamentazione 

Il CEO di Circle, Jeremy Allaire, ha commentato su Twitter dicendo che c’è la chiara necessità di leggi che garantiscano che i dollari digitali su Internet siano emessi, sostenuti e gestiti in modo sicuro.

Secondo Allaire è il momento della leadership degli Stati Uniti, e ciò significa una regolamentazione chiara ed il potenziamento dell’imprenditorialità e dell’innovazione nel quadro della prudenziale legge statunitense.

Ha poi anche aggiunto che, sebbene questo disegno di legge sembri completo, ci sono in realtà ancora delle questioni aperte, auspicando che gli USA sappiano scavare a fondo e farlo bene. 

Il commento di Tether è un pochino meno generico, perché solleva almeno una precisa criticità. 

Secondo la società che emette USDT, si spera che la regolamentazione delle stablecoin possa fornire realmente la necessaria chiarezza per le grandi aziende, le istituzioni e le società fintech che cercano di entrare nel mercato delle criptovalute. 

Il problema però è che, oltre ad affrontare i rischi legati alle stablecoin, le autorità di regolamentazione finanziaria dovrebbero anche non perdere di vista l’obiettivo più ampio di modernizzare il sistema di pagamenti per aumentare l’accesso al sistema finanziario. 

Infatti, con un qualsiasi wallet non custodial possono avere accesso al sistema finanziario anche coloro che ad esempio non hanno un conto in banca, ma a patto che sia concesso loro di poter possedere ed utilizzare liberamente un wallet non custodial. 

Quello che Tether sottolinea quindi è che la normativa non deve affatto essere solo repressiva, ma anzi deve essere aperta all’innovazione ed ai vantaggi che questa comporta. 

Tuttavia aggiungono anche: 

“Riteniamo che una maggiore chiarezza normativa andrà a vantaggio dell’economia dei token digitali”.

La coperta è troppo corta?

Quindi le questioni in ballo sono soprattutto due. 

Da un lato occorrerebbe una maggiore chiarezza normativa per consentire alle istituzioni finanziarie ed alle aziende di poter utilizzare stablecoin senza problemi. 

Dall’altro, però, occorrerebbe non uccidere sul nascere l’innovazione in modo da poter continuare a fornire ai cittadini nuovi strumenti che vanno al di là di ciò che è stato il sistema finanziario tradizionale fino ad ora. 

Se per ora non sono state sollevate obiezioni specifiche e precise sul disegno di legge, che è ancora in fase di discussione, sarebbe forse meglio coinvolgere in qualche modo in questo processo di genesi anche le organizzazioni già attive sul mercato delle stablecoin, onde evitare di dover poi correggere in seguito eventuali problemi. 

Tuttavia, potrebbe non essere particolarmente facile mettere d’accordo spirito di innovazione con chiarezza normativa, perché si rischia di finire per tirare troppo, o troppo poco, una coperta che potrebbe semplicemente essere troppo corta per coprire l’intero spettro di rischi e problemi che riguardano il mercato delle stablecoin. 

Una delle questioni chiave da questo punto di vista potrebbe essere quella dell’anonimato, perché non è tecnicamente possibile consentire l’utilizzo libero di wallet non-custodial su reti realmente decentralizzate senza accettarne l’utilizzo anonimo. Infatti, non esiste alcun modo per accertare l’identità di una persona che non coinvolga una qualche entità centralizzata. 

Le stablecoin vengono ampiamente utilizzate anche proprio perché possono essere custodite ed usate con wallet non-custodial su reti realmente decentralizzate, e se ciò venisse vietato perderebbero buona parte della loro ragione di esistere. 

Invece per quanto riguarda i dollari digitali l’anonimato non è considerato accettabile dalle autorità, e questo potrebbe costituire un grosso ostacolo all’innovazione qualora un tale approccio venisse utilizzato anche nel normare le stablecoin. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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