Intel ha dichiarato che sta terminando la produzione dei suoi chip Blocksale, dedicati al Bitcoin mining.
Summary
Bitcoin mining e l’interruzione della produzione dei chip Blocksale di Intel
Secondo quanto riportato da CoinDesk, la big tech Intel avrebbe dichiarato che sta terminando la sua produzione della serie di chip dedicati al mining di Bitcoin.
Si tratta dei cosiddetti chip Intel Blockscale 1000 Series ASIC che a quanto pare vedranno presto la loro fine produzione.
E infatti, un portavoce di Intel, avrebbe dichiarato quanto segue:
“Poiché diamo priorità ai nostri investimenti nell’IDM 2.0, abbiamo posto fine al ciclo di vita dell’Intel Blockscale 1000 Series ASIC [application specific integrated circuit] mentre continuiamo a supportare i nostri clienti Blockscale”
Eppure, i chip di Intel avrebbero potuto rompere un effettivo duopolio nel mercato dedicato al mining di Bitcoin, dominato principalmente da Bitmain e MicroBT.
L’azienda ha comunque affermato che continuerà a monitorare le opportunità di mercato, chissà per presentare un nuovo progetto.
Bitcoin mining: basta ordini dei chip Blocksale dal 20 ottobre 2023
Seguendo con le dichiarazioni, pare che Intel sappia già la data di scadenza per i suoi chip Blocksale.
E infatti, a tal proposito, il portavoce ha affermato che dopo il 20 ottobre 2023, non saranno più accettati nuovi ordini. Non solo, l’ultimo prodotto sarà spedito entro il 20 aprile 2024.
Considerando queste date, si può dire che i Blocksale di Intel avranno solo 1 anno e qualche mese di vita. E infatti, era aprile 2022 quando era stato preannunciato il nuovo ASIC per il mining di Bitcoin di Intel.
Presentato come strumento a voltaggio ultra basso ed alta efficienza energetica dall’azienda stessa, i chip firmati Intel erano stati già apprezzati da altri big di settore. Come la società di mining di criptovalute, Hive Blockchain technologies che aveva affermato che i Blocksale avevano il potenziale per aumentare l’hashrate dell’azienda fino al 95%.
La proposta di legge del Congresso degli USA
Il mese scorso, il Congresso degli USA ha proposto una nuova legge a favore del mining di Bitcoin. Tale proposta vedeva il Proof-of-Work (PoW) contribuire a raggiungere gli obiettivi energetici e alla crescita dell’economia del Paese.
Una vera rivelazione sull’importanza del mining che fino ad ora è stato totalmente denigrato, soprattutto sulla questione del suo consumo energetico e sostenibilità ambientale.
A sostenere invece l’attività di mining di Bitcoin e di tutte le criptovalute PoW, ci ha pensato Pete Sessions che la definisce come processo essenziale che consente a una rete blockchain di rimanere affidabile, aperta e decentralizzata.
In merito al consumo di energia, Sessions ha affermato che le preoccupazioni sono ingiustificate, in quanto tale consumo è trasparente e verificabile. E infatti, secondo la risoluzione di Sessions, l’impatto energetico della pratica è dello 0,14% della fornitura di energia totale. Anzi, il mining di Bitcoin migliorerebbe la redditività economica complessiva dei progetti di energia rinnovabile, grazie alla sua capacità di utilizzare l’offerta in eccesso.