HomeCriptovaluteMiningBoom di incassi per il mining di Bitcoin

Boom di incassi per il mining di Bitcoin

Il congestionamento della rete Bitcoin sta portando ad un vero e proprio boom di incassi per chi fa mining.

Infatti, stando ai dati di TimeChainStats, ieri in media i miner hanno incassato quasi 11,2 BTC per ogni singolo blocco minato. 

bitcoin mining rewards

Basti pensare che fino al primo maggio questa cifra era di poco superiore a 6,5, di cui 6,25 dovuti al premio dato ai miner dal protocollo con la creazione per l’appunto di 6,25 nuovi BTC ad ogni blocco. 

Il 22 di aprile l’incasso medio per blocco era stato di 6,35 BTC, ovvero solo 0,1 BTC in più del premio. 

Come guadagnano i miner?

I miner hanno due distinte fonti di incasso. 

La prima è proprio il premio, ovvero i 6,25 BTC che in questo momento il protocollo concede loro di creare dal nulla ad ogni blocco. 

La seconda, invece, sono le fee che ogni utente paga quando vuole inviare i proprio Bitcoin a qualcuno. 

Le due fonti si sommano, ed è quindi possibile calcolare gli incassi medi totali per blocco. Di questi 6,25 BTC saranno sempre rappresentati dal premio, mentre gli altri sono le fee. 

Va ricordato che il premio viene dimezzato ogni circa 4 anni, tanto che nella primavera dell’anno prossimo verrà portato a 3,125 BTC. 

Le fee: il lato positivo per chi fa Bitcoin mining

È pertanto chiaro che il boom degli incassi dei miner in questa fase si debba solo ed esclusivamente alle fee particolarmente elevate. 

Basti pensare che il 24 aprile il valore delle fee pagate complessivamente in un solo giorno era superiore ai 13 milioni di dollari, ma è schizzato addirittura oltre i 423 milioni ieri. 

D’altronde se ad aprile raramente si sono superate le 400.000 transazioni al giorno registrate sulla blockchain di Bitcoin, il primo maggio sono state 682.000, ovvero il numero massimo di sempre, e negli ultimi due giorni sono rimaste sopra quota 575.000. 

Il fatto è che viene minato un singolo blocco sempre e soltanto ogni circa 10 minuti, ed in ogni blocco ci stanno fisicamente soltanto un certo numero di transazioni, dato che può avere capienza massima di 1MB. 

In questo momento, ad esempio, nella mempool di Bitcoin vi sono 423.000 transazioni non confermate in attesa di essere inserite in un blocco, e ci vorranno presumibilmente almeno 24 ore prima che questa coda venga esaurita. 

Tuttavia, esiste un modo per saltare quella coda, ovvero per ottenere dai miner priorità: aumentare le fee. 

Infatti, sono i miner a decidere quali transazioni includere all’interno del blocco che stanno cercando di minare, ed ovviamente scelgono quelle che consentono loro di guadagnare di più. 

Pertanto quando la rete è congestionata, come in questi giorni, inevitabilmente le fee aumentano sotto la spinta degli stessi utenti che vogliono velocizzare le loro transazioni. 

Gli incassi attuale del mining di Bitcoin

Dopo la metà di aprile, quando l’incasso medio complessivo per blocco era di circa 6,4 BTC, il miner che riusciva a minare un blocco si portava a casa un incasso di circa 174.000$ per singolo blocco minato. 

Ieri, con un incasso medio di 11,2 BTC per blocco, tale cifra è schizzata a 312.000$. Di blocchi ne vengono minati circa 144 al giorno. 

La cosa davvero interessante, però, è che i costi del mining non sono aumentati. 

Questi dipendono sostanzialmente dall’hashrate, che ormai da marzo è all’incirca di 340 EH/s. È vero che il primo maggio c’è stato un picco oltre i 390 EH/s, ma non è un livello molto superiore alla media dell’ultimo periodo. 

Inoltre, il 5 maggio è addirittura sceso sotto i 300 EH/s, quindi di fatto i costi del mining in questo periodo sono relativamente stabili. 

Tutto ciò significa che i miner di Bitcoin stanno effettivamente guadagnando molto in questo momento, tanto da potersi concedere il lusso di non vendere gran parte dei BTC che stanno incassando, nella speranza magari di poterli rivendere in futuro a prezzi migliori. 

Nonostante ciò, il prezzo di Bitcoin è in calo da ieri, ma questo si deve molto probabilmente ad altri motivi. 

La causa della congestione

Ma perchè proprio in questi giorni si è verificato il picco massimo storico di transazioni registrate sulla blockchain di Bitcoin in un solo giorno? 

Il problema sono gli Ordinals, ovvero le inscription di Bitcoin che equivalgono agli NFT su Ethereum. 

Infatti, mentre le normali transazioni in BTC possono anche essere effettuate off-chain, grazie a Lightning Network (LN), le inscription invece devono necessariamente essere registrate e scambiate on-chain. 

In altre parole, mentre le transazioni in BTC possono non richiedere l’inserimento in un blocco, evitando così il pagamento di fee eccessive, per le inscription ciò non è ancora possibile. 

Il boom recente di conio e scambi di inscription è alla base dell’esplosione del numero di transazioni in coda sulla mempool di Bitcoin. 

La soluzione ovviamente è utilizzare LN per tutte quelle transazioni che non richiedono necessariamente la registrazione sulla blockchain. 

Basti dire che non solo una transazione on-chain in questo momento richiede molto tempo per essere inserita in un blocco, e quindi convalidata, ma richiede anche il pagamento di oltre 31$ in BTC per poter essere convalidata nel giro di pochi blocchi. 

Invece, passando via LN, e non sulla blockchain, le transazioni sono immediate e le fee sono di soli pochi millesimi di dollaro. 

Oltretutto, LN in questo momento di fatto non può essere congestionato, perchè con oltre 18.000 nodi attivi può già gestire un numero elevatissimo di transazioni senza problemi. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
RELATED ARTICLES

MOST POPULARS

GoldBrick