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News sul prezzo di Bitcoin e Ethereum

Negli ultimi giorni ci sono state alcune news decisamente interessanti riguardo l’andamento del prezzo di Bitcoin e Ethereum. 

Infatti, sebbene sia ancora in corso la lunga lateralizzazione iniziata dopo la metà di marzo, se non altro sembra terminata la fase calante di inizio maggio. 

Il prezzo di Bitcoin, ultime news e il confronto con Ethereum

Il prezzo di BTC ha superato i 27.000$ per la prima volta quest’anno il 18 marzo, e da allora ha iniziato una lunga fase di lateralizzazione con oscillazioni comprese tra 26.000$ e 30.000$, con pochissime e brevissime escursioni al di fuori di questa fascia. 

Non è una fascia di prezzo particolarmente compressa, ma non è lo stesso affatto ampia. Basti pensare che solo una settimana prima che iniziasse la fase di lateralizzazione il prezzo era ancora sotto i 20.000$. 

Ciò che è veramente interessante è quello che sta accadendo negli ultimi giorni. 

Infatti, dopo il picco massimo annuale di metà aprile, ad oltre 31.000$, il prezzo di Bitcoin aveva ritracciato, tornando attorno a quota 27.000$. Sebbene a fine aprile avesse riprovato a tornare sui 30.000$, ma senza riuscirci, poco prima della metà di maggio era tornato poco sopra i 27.000$. 

Come si può facilmente comprendere, è questo il livello chiave in questo momento. 

Solo che l’11 maggio aveva subito un nuovo ritracciamento, che ha portato il prezzo fin sotto i 26.000$ il 25 di maggio. 

La cosa interessante è che negli ultimi quattro giorni ha fatto un vero e proprio rimbalzo che lo ha riportato prima sopra i 27.000$, e poi anche sopra i 28.000$. 

Quindi la fase di lateralizzazione è ancora in corso, perchè la fase discendente che si era verificata durante la prima metà di maggio è ormai completamente sorpassata. 

Tuttavia non è affatto detto che il rimbalzo prosegua ancora nelle prossime ore, o nei prossimi giorni. 

Ultime crypto news sul prezzo di Ethereum sulla scia di Bitcoin

Un discorso simile si può fare anche per Ethereum, ma con alcune differenze. 

Infatti il prezzo di riferimento non sembrano essere i 1.800$ recuperati venerdì, ma i 1.900$ recuperati oggi. 

Anche per ETH il primo superamento del 2023 di quota 1.800$ è avvenuto il 18 marzo, ma in seguito il prezzo si è spinto ben oltre. Durante la lunga fase di lateralizzazione non ha oscillato attorno a 1.800$, ma attorno ai 1.900$, con picchi sopra i 2.100$ ad aprile. 

Il grosso della differenza rispetto a BTC si deve soprattutto all’impatto sul mercato dell’aggiornamento Sepolia del 12 aprile, che aveva fatto salire il prezzo di ETH già nelle settimane precedenti, e che lo ha portato decisamente in alto a metà aprile. 

A quel punto il ritracciamento è stato superiore, tanto che si è spinto anche sotto i 1.800$. 

Quindi il livello di prezzo attorno al quale sta oscillando il prezzo di Ethereum da oltre due mesi è maggiore di quello di Bitcoin, se comparato al livello di prezzo di metà marzo. 

Il burn degli ETH

A ciò va aggiunto che procede a ritmo sostenuto il burn degli ETH. 

Infatti ormai da molti mesi parte delle fee pagate da chi effettua operazioni sulla blockchain di Ethereum viene bruciato, tanto che in totale fino ad oggi sono stati bruciati in questo modo 3,33 milioni di ETH, su un totale di 120,2 milioni di ETH esistenti. 

Ad esempio da inizio 2022 fino a settembre 2021, quando iniziò il processo di burn, la supply di Ethereum era passata da 109 milioni a 117, con un aumento del 7% in poco più di un anno e mezzo. 

Invece da settembre 2021 fino ad oggi è passata solamente a 120 milioni, con un aumento del 2,5% in meno di due anni. 

Oltretutto a partire da settembre 2022, ovvero quando ci fu il passaggio a Proof-of-Stake, si è ridotta dello 0,25%, passando da 120,5 a 120,2 milioni di ETH. 

Ethereum quindi da quasi un anno a questa parte non è più una valuta inflattiva, perchè, per la precisione, la sua massa monetaria non sta più aumentando. 

Il ritorno dei capitali cinesi

Forse uno dei motivi del recente rimbalzo dei prezzi di Bitcoin e Ethereum è dovuto alla notizia della riapertura degli exchange crypto ad Hong Kong. 

Sebbene Hong Kong abbia leggi proprie, e costituisca una giurisdizione per certi versi a parte rispetto a quella della Cina cosiddetta “mainland”, si tratta comunque sempre di territorio cinese controllato dallo Stato autocratico cinese. 

Quindi la riapertura degli exchange crypto ad Hong Kong viene vista come un’apertura della Cina al settore crypto, e fa ritenere che sui mercati crypto possano tornare non solo i capitali di Hong Kong, ma anche quelli cinesi. 

Quelli di Hong Kong torneranno a breve, a partire dal primo di giugno, ma nel corso dei mesi successivi prima o poi potrebbero tornare anche quelli cinesi, ad esempio qualora la Cina decidesse di consentire a tutti i suoi abitanti di poter utilizzare i servizi di trading crypto offerti dagli exchange di Hong Kong. 

In attesa di un possibile ritorno sul medio periodo dei capitali cinesi sui mercati crypto, si è diffuso un poco di ottimismo su questi mercati, e la cosa potrebbe aver aiutato il rimbalzo iniziato ieri. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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