HomeCriptovaluteUfficiale: la Russia userà gli exchange crypto per le transazioni internazionali

Ufficiale: la Russia userà gli exchange crypto per le transazioni internazionali

Ieri il Presidente del comitato della Duma di Stato della Russia sui mercati finanziari, Anatoly Aksakov, ha confermato che gli exchange crypto saranno utilizzati per concludere transazioni transfrontaliere, aggirando così le restrizioni dovute alle sanzioni internazionali. 

Sebbene Aksakov non sia tecnicamente un membro del governo, è comunque pienamente inserito nel regime di Stato, quindi le sue parole vanno considerate ufficiali, anche se non definitive. 

La Russia e le crypto

Il rapporto della Russia con le criptovalute è stato complicato nel corso del tempo. 

In un primo momento sembravano voler tollerare che i cittadini russi li utilizzassero, anche perchè il Paese ha condizioni perfette ad esempio per il mining di Bitcoin. 

In seguito però soprattutto la banca centrale del Paese ha tentato di far imporre un ban sul loro utilizzo, probabilmente per salvaguardare la moneta nazionale e magari per cercare di preparare la strada al rublo digitale. 

Tuttavia il parziale insuccesso dello yuan digitale nella Cina alleata potrebbe aver spinto il governo russo a riconsiderare l’idea di vietare le criptovalute in favore di una valuta nazionale non particolarmente amata in patria. 

La svolta della Cina

In Cina da questo punto di vista la svolta c’è stata pochi giorni fa, quando Hong Kong ha annunciato la rimozione del ban sul trading crypto per gli investitori e speculatori retail. 

Hong Kong ha una sua giurisdizione per certi versi differente da quella della madrepatria, ma fa comunque parte a tutti gli effetti del territorio cinese.

Infatti, sembra che quello di Hong Kong possa essere interpretato come un test per verificare se vi siano le condizioni adatte alla riapertura del trading crypto anche in tutto il resto della Cina. 

A questo punto anche in Russia c’è stata una svolta in merito all’atteggiamento statale nei confronti delle criptovalute, anche perchè a livello politico ormai la Cina domina letteralmente il Paese governato da Vladimir Putin. 

La svolta in Russia

Infatti come confermato dallo stesso Aksakov, la Russia ha abbandonato l’idea di creare un exchange crypto di Stato, preferendo un panorama meno centralizzato. 

Il punto chiave è proprio il raggiro delle restrizioni imposte dalle sanzioni internazionali in risposta all’invasione dell’Ucraina. 

Nel caso in cui la Russia utilizzasse un unico exchange crypto in tal senso, potrebbe essere più semplice per i suoi nemici intervenire per tentare di bloccarne, boicottarne o limitarne l’attività. 

Invece, utilizzando più exchange si rende di fatto la vita più difficile a chi volesse impedire alla Russia di utilizzare le criptovalute per aggirare le sanzioni. 

Pertanto Aksakov ha dichiarato che verrà introdotto un nuovo disegno di legge che inquadrerà il funzionamento e l’utilizzo degli exchange crypto per le transazioni internazionali in criptovalute, attualmente ancora di fatto vietate. 

Lo stesso presidente del comitato della Duma sui mercati finanziari ha avvisato gli exchange crypto che decideranno di operare sul mercato russo che così facendo potrebbero subire ritorsioni da parte dei Paesi nemici. 

Russia: aggirare le sanzioni con le crypto

Le restrizioni dovute alle sanzioni internazionali di fatto proibiscono, o comunque limitano moltissimo, le transazioni transfrontaliere da e verso la Russia in valuta fiat. 

Non possono invece nulla nei confronti delle transazioni in criptovalute, ma per rendere facile effettuare transazioni crypto è necessario rendere facile lo scambio in valuta fiat. 

Questo significa sia che chi vuole inviare criptovalute in Russia dall’estero deve poter acquistare criptovalute su un exchange pagandole in valuta fiat, per poi prelevarle su un wallet crypto di proprietà, sia che chi le riceve in Russia debba poterle vendere su un exchange in cambio di rubli. 

La prima parte di questo processo non è affatto difficile nemmeno ora, anche perchè una volta prelevate le criptovalute su un wallet di proprietà non solo è impossibile impedire che vengano inviate ad un altro wallet di proprietà di persone o aziende russe, ma è anche estremamente difficile sapere che sono state inviate a persone o aziende russe. 

La cosa complicata è soprattutto il cambio di criptovalute in rubli russi, banalmente perchè in Russia le transazioni transfrontaliere in criptovalute sono ancora mal viste. 

Sarà comunque sufficiente inquadrarle con norme giuridiche che le rendano legali per aprire la strada a questo genere di transazioni effettivamente in grado di aggirare le sanzioni. 

Come è facile intuire, sarà decisamente più semplice operare in Russia per gli exchange russi, piuttosto che per quelli che ad esempio hanno sede in Paesi che in questo momento stanno vietando di inviare fondi in Russia. 

La nuova legge russa

Nonostante tutto ciò sembri assolutamente fattibile, non sembra invece particolarmente semplice adattare il nuovo disegno di legge sulle transazioni transfrontaliere in criptovalute alla legge russa. 

Infatti ci vorrà presumibilmente un po’ di tempo per poter arrivare ad una versione completa e definitiva del disegno di legge, anche se è possibile che il parlamento russo (la Duma) provi ad accelerare un po’ per poter mettere a disposizione del Paese il prima possibile uno strumento legale simile. 

Stando a quanto dichiarato dalla direttrice delle comunicazioni dell’exchange crypto Garantex, Evgenia Burova, le prime transazioni transfrontaliere di questo tipo potrebbero arrivare pochi mesi dopo l’adozione della nuova legge. 

Gli exchange crypto saranno presumibilmente controllati dalla banca centrale, perchè tali transazioni dovranno essere trasparenti per le autorità di regolamentazione. 

L’incensurabilità delle criptovalute 

L’obiettivo di questa iniziativa non è quella di nascondere le transazioni transfrontaliere in criptovalute da e verso la Russia, perchè al giorno d’oggi esistono diverse tecniche per poterle in qualche modo individuare, soprattutto se vengono registrate su blockchain pubbliche. 

Il vero obiettivo è l’incensurabilità, perchè una volta che le criptovalute sono state prelevate dagli exchange e sono state depositate su un wallet di proprietà, è assolutamente impossibile impedire che vengano inviate a qualsiasi altro wallet. 

Questo tuttavia non vale per qualsiasi criptovaluta, ma per le principali sì. 

Non stupisce quindi che Aksakov abbia messo in guardia gli exchange che consentiranno l’operatività a chi invia fondi in Russia, dato che quelle transazioni transfrontaliere molto probabilmente finiranno per essere scoperte. 

Tuttavia, non tutti i Paesi del mondo in questo momento vietano l’invio di fondi in Russia, quindi per gli exchange dei Paesi amici non dovrebbero esserci problemi. 

A questo punto si comprende bene anche perchè tale iniziativa arrivi poco dopo quella cinese, dato che la Cina è in questo momento il maggior alleato della Russia. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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