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Come si calcola il capital gain su Bitcoin?

Il cosiddetto “capital gain” non è altro che l’eventuale plusvalenza ottenuta con la compravendita, ma in molti fanno fatica a destreggiarsi nel suo calcolo quando si tratta di Bitcoin o criptovalute. 

Dal punto di vista strettamente tecnico il capital gain, o plusvalenza, è il guadagno in conto capitale. Detto così però a molti può risultare difficile da capire, quindi è meglio spiegarlo nel dettaglio, perchè è rilevante ai fini fiscali. 

Bitcoin: La vendita e il calcolo del capital gain

Innanzitutto, va sottolineato che il guadagno si ha solo nel momento in cui si vende. 

Pertanto fino a che si detiene un asset in portafoglio senza venderlo non si ha un vero e proprio guadagno. 

In altre parole il capital gain, o la plusvalenza, su Bitcoin si può avere solo nel momento in cui si vendono i propri BTC. 

Ma l’incasso della vendita non corrisponde al capital gain. 

Infatti l’incasso è il ricavo della vendita, ma non il guadagno. Il guadagno invece si ottiene sottraendo al ricavo il costo di acquisto. 

Il costo di acquisto

Il vero problema in questi casi è proprio determinare il costo di acquisto. 

Innanzitutto, spesso capita di non averne più memoria, soprattutto se l’acquisto è stato fatto molti anni prima e magari non si riesce più a recuperarne la traccia. 

A volte non ci si ricorda nemmeno dove andarlo a cercare, perchè non sempre ci si ricorda dove è stato effettuato l’acquisto. Soprattutto nel caso in cui i BTC acquistati siano stati poi spostati su un wallet non-custodial. 

In teoria il calcolo del guadagno, ovvero della plusvalenza, è semplice: dato un certo numero di Bitcoin o di Satoshi venduti, li si moltiplica per il prezzo di acquisto così da ottenere il costo di acquisto complessivo di tutti i BTC o i Sat venduti. 

A quel punto è sufficiente sottrarre al ricavo complessivo della vendita il costo complessivo di acquisto, e si ottiene il guadagno. 

Le problematiche del calcolo del capital gain su Bitcoin

Per quanto questa procedura possa apparire semplice in teoria, in pratica spesso è invece molto più complessa. 

Innanzitutto, non è sempre facile ricordare il prezzo di acquisto. 

Inoltre, non sempre il prezzo di acquisto è lo stesso per tutti i Bitcoin venduti. 

Ad esempio, se una persona acquista prima 0,1 BTC e poi ne acquista altri 0,2, per poi però venderli tutti insieme ad un unico prezzo, il calcolo si complica. 

Infatti, in questi casi per calcolare il costo complessivo di acquisto, da sottrarre al ricavo della vendita degli 0,3 BTC, bisogna fare due moltiplicazioni, una relativa ai primi 0,1 BTC acquistati ad un certo prezzo, ed una seconda relativa agli 0,2 BTC acquistati dopo probabilmente ad un prezzo differente. 

Sommando i due prodotti di tali moltiplicazioni si otterrà il costo totale di acquisto di tutti gli 0,3 BTC poi venduti. 

Ma c’è un problema ancora maggiore. 

FIFO o LIFO?

Se una persona non vende tutti i Bitcoin acquistati, ma solo una parte, quale deve essere il prezzo di acquisto utilizzato per fare i calcoli. 

Ad esempio, se una persona acquista prima 0,1 BTC e poi ne acquista altri 0,2, ma in seguito ne vende solamente 0,05, dovrà considerare il prezzo di acquisto dei primi 0,2 BTC, o quello dei secondi 0,2? 

A rigor di logica verrebbe da pensare che si dovrebbe prendere come riferimento il prezzo dei primi BTC acquistati, ma in realtà spesso si fa il contrario. 

Molto dipende dalla normativa in vigore da Paese a Paese, ma dato che spesso il prezzo di acquisto di Bitcoin aumenta nel corso del tempo, in genere si preferisce prendere l’ultimo, così da ottenere un guadagno inferiore ai fini fiscali. 

Però una volta scelta una delle due modalità bisogna continuare a seguire quella, fino ad eventuale esaurimento dei fondi, ovvero alla vendita di tutti i BTC posseduti. 

La prima modalità viene chiamata FIFO, ovvero First In First Out, e prevede che quando si effettua una vendita si prenda come prezzo di riferimento quello dei BTC più vecchi ancora in possesso. 

Ovviamente, mano a mano che vengono venduti, si deve poi prendere il prezzo di acquisto dei BTC più vecchi ancora posseduti dal venditore al momento della vendita, quindi il calcolo non risulta particolarmente facile. 

Ad esempio, con questa tecnica una persona che ha acquistato prima 0,1 BTC e poi ne ha acquistati altri 0,2, se ne vende solamente 0,05 dovrà prendere come prezzo di acquisto quello dei primi 0,05 BTC acquistati. 

Ma se poi in seguito ne vende altri 0,1 dovrà prendere per metà il prezzo di acquisto dei primi BTC comprati, ma per l’altra metà il prezzo di acquisto dei secondi. Come è facile intuire questo complica molto il calcolo del capital gain. 

La seconda modalità, quella più in uso, viene chiamata LIFO, ovvero Last In First Out, e prevede che si utilizzino sempre i prezzi di acquisto degli ultimi BTC acquistati ancora in possesso al momento della vendita. 

Quindi ad esempio la persona dello stesso esempio di prima dovrà utilizzare come prezzo di acquisto per i primi 0,05 BTC venduti quelli degli 0,2 BTC acquistati in un secondo momento, ed anche quando dovesse vendere altri 0,1 BTC continuerà ad utilizzare quel prezzo perchè gli 0,2 BTC acquistati coprono sia la prima che la seconda vendita. 

Ma se poi dovesse venderne una terza volta più di 0,05, allora l’eccedenza dovrebbe andare a “scaricare” i primi 0,1 BTC acquistati. 

Come effettuare i calcoli del capital gain su Bitcoin

In genere, per questioni meramente fiscali, si consiglia di fare effettuare questi calcoli da un professionista esperto di queste cose, che aiuti a non compiere errori. 

Risulta infatti piuttosto facile sbagliare, soprattutto se non si ha dimestichezza con la modalità LIFO, o FIFO. 

Inoltre, le cose si complicano enormemente per chi fa molti acquisti e molte vendite, tanto da rendere quasi impossibile gestire questi calcoli senza un apposito software. 

Va infine detto che in genere sul capital gain, ovvero sulle plusvalenze, si pagano delle tasse, che però variano da Paese a Paese. 

Spesso l’aliquota è la stessa di quella utilizzata per i mercati finanziari tradizionali, ed in genere è circa del 26%. 

Oltretutto in molti Paesi vi sono delle soglie minime di guadagno sotto le quali non si pagano tasse, ed in alcuni è anche possibile scaricare dalle eventuali plusvalenze minusvalenze passate. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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