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Pepe: forse sopravvalutata la meme coin di Internet

Pepe è una meme coin che ha esordito sui mercati crypto poco dopo la metà di aprile. È ispirata al celeberrimo meme che circola ormai da anni su Internet Pepe the Frog

Va specificato che non c’entra nulla con chi ha creato il meme, dato che la rana antropomorfa Pepe risale ad un fumetto del 2005, Boy’s Club, scritto dallo statunitense Matt Furie. Furie non è coinvolto in alcun modo nel progetto della meme coin, tanto che di recente ha addirittura dichiarato che non era nemmeno a conoscenza di questo progetto. 

Il punto è proprio cosa potrebbe dare valore ad una meme coin che non ha persino nessun collegamento reale con il meme che utilizza, se non il fatto di utilizzarlo. 

Pepe: l’andamento di mercato della meme coin di Internet

Il prezzo iniziale a cui esordì sui mercati crypto il token PEPE, il 18 aprile 2023, era di 0,06 milionesimi di dollaro. 

Nel giro di sole tre settimane ha fatto registrare il massimo storico, a quota 4,3 milionesimi. Ovvero in pochi giorni guadagnò il 7.000%. 

Da allora il prezzo è sceso, e non è ancora riuscito a riportarsi sui massimi. Dopo essere sceso fino a 1,1 milionesimi di dollaro una settimana dopo il picco, e a 0,8 milionesimi a metà giugno, ha iniziato una lateralizzazione compresa tra 1,1 e 1,8 milionesimi che è ancora in corso. 

Tuttavia da metà luglio il prezzo di PEPE è sceso quasi costantemente da quasi 1,8 a poco più di 1,2 milionesimi di dollaro. 

In altri termini chi non ha ancora venduto è in guadagno solo se lo ha comprato prima del picco, o dopo il netto calo di inizio giugno.

Tutti gli altri sono in perdita, e dato che la maggior parte dei comuni di scambio si è concentrata proprio nel momento del picco, è possibile ipotizzare che molti tra coloro che lo abbiano ancora in portafoglio siano attualmente in perdita. 

Il calo dei volumi

Il problema principale sembra essere proprio il calo dei volumi. 

Infatti le meme coin come PEPE performano bene sui mercati solo se c’è molta attenzione nei loro confronti, tale da generare una domanda sostenuta. Invece dopo la metà di giugno i volumi sono letteralmente crollati, a conferma che è crollata anche la domanda. 

Il picco di volumi di scambio si è verificato il 5 maggio, quando il prezzo toccò il massimo storico e si superano ampiamente i 2 miliardi di dollari di scambi. 

Cinque giorni dopo il volume giornaliero era già sceso sotto il mezzo miliardo, e sebbene si sia poi brevemente ripreso poco prima della metà del mese, a fine maggio era sceso anche sotto i 150 milioni di dollari. 

Il 22 giugno tornò ad 800 milioni, ma in seguito è letteralmente precipitato. Ad esempio ieri è stato inferiore ai 70 milioni, e addirittura due giorni prima era stato di soli 41 milioni. 

In altre parole, escludendo i picchi massimi, dai circa 800 milioni di dollari di media di maggio e di metà giugno, i volumi di scambio si sono ridotti di oltre il 90%. 

Un tale crollo verticale della domanda in così pochi mesi getta una profonda ombra sulla tenuta del prezzo di PEPE. 

La previsione

In particolare c’è chi sostiene che l’attuale capitalizzazione di mercato di circa 480 milioni di dollari sia eccessiva, e forse non sostenibile. 

Il problema principale, come spesso accade in questi casi, è la concorrenza. 

Infatti lanciare una meme coin che si limita ad ispirarsi ad un meme non è particolarmente difficile. Non c’è nemmeno bisogno di dover coinvolgere chi il meme lo ha creato, quindi si tratta fondamentalmente di creare un token e di fargli crescere una community attorno. 

Sia chiaro, tale community non è necessariamente formata da coloro che usano, o apprezzano, o seguono quel meme. 

Il collegamento tra il token ed il meme è puramente estetico, anche se il successo del meme può generare attenzione nei confronti della meme coin. Ma non è nemmeno scontato che se il meme ha successo, allora anche la meme coin lo abbia. 

Oltretutto Pepe the Frog è un meme decisamente datato, che inevitabilmente nel corso del tempo verrà superato da altri. 

Pertanto è possibile che l’attenzione degli speculatori possa spostarsi su altre meme coin, come d’altronde già accaduto proprio in questi ultimi mesi. 

Da quando il prezzo di PEPE è crollato in una settimana da 4,3 a 1,1 milionesimi di dollaro, sono state lanciate anche altre meme coin che sono state in grado di attirare attenzione. 

A questo punto è difficile immaginare come possano fare i gestori del token ad attrarre attenzione sulla loro meme coin, al posto che sulle altre che esordiscono in continuazione sui mercati crypto. 

Secondo alcuni analisti, se non riesce a tornare solidamente sopra i 2 milionesimi di dollaro rischia di finire per perdere ancora di valore, scendendo nuovamente sotto il milionesimo. 

Sotto quella soglia potrebbe esserci l’abisso, nel caso in cui ci finisse e non riuscisse poi a rimbalzare, come invece avvenuto nella seconda metà di luglio. 

D’altronde di progetti di meme coin falliti, o abbandonati, ce ne sono tantissimi, e persino quelli sopravvissuti per anno in questo momento non sembrano passarsela particolarmente bene. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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