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Analisi delle revenue delle blockchain L1: Ethereum e Tron dominano i volumi grazie alla crypto Pepe

Nel secondo trimestre del 2023 la memecoin mania scatenata dalla crypto PEPE ha portato i layer1 Ethereum e Tron a registrare un’impennata dei volumi e delle revenue, in netto aumento rispetto al trimestre precedente.

In particolar modo a maggio i validatori di Ethereum hanno ringraziato la rana crittografica Pepe per aver creato le condizioni per introiti stellari.

Vediamo insieme tutti i dettagli.

Ethereum e Tron in cima alla classifica dei L1 più redditizi: la crypto Pepe scatena il boom dei volumi

La società di ricerca blockchain Messari ha evidenziato come la memecoin mania innescata dall’avvento della crypto PEPE abbia creato molti vantaggi alle infrastrutture Ethereum e Tron durante il Q2 2023

Le due reti blockchain hanno visto incrementare le rispettive revenue soprattutto durante il mese di maggio, sospinte dai grandi volumi generati sulle piattaforme decentralizzate della DeFi.

Complessivamente gli introiti dei validatori di Ethereum e Tron hanno raggiunto il 93% di tutta la revenue del settore dei L1 del secondo trimestre.

L’ammontare delle commissioni nette registrate sulla chain di Vitalik Buterin sono cresciute dell’83% su base QoQ, con un picco di 32 milioni di dollari il 5 maggio, nel pieno del hype causato dalla crypto Pepe.

Nel quadrimestre di riferimento i competitori BNB Chain, Polygon, Avalanche e le altre minori chain hanno raggiunto un guadagno totale di 74 milioni di dollari, inferiore di 11 volte quello di Ethereum.

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Molto interessante notare anche come nel weekend 6-7 maggio i profitti dei validatori hanno raggiunto quota 3.006,78 ETH, per un controvalore di 5,6 milioni di dollari, pari quasi a quanto registrato in occasione del crollo dell’exchange FTX.

La dashboard di flashboats mostra come il guadagno sia stato incrementato enormemente  dai pagamenti MEV-boost, che a novembre 2022, durante il crash dell’exchange, è arrivato a  2.505,69 ETH, per un ricavo complessivo dei validatori di 3.929,68 ETH (6,1 milioni di dollari).

Ovviamente in tutto ciò, gli addetti ai lavori che validano transazioni sui due network hanno ringraziato Pepe ed i trader che l’hanno scambiata senza sosta nei DEX come Uniswap.

È incredibile osservare come il trend di una memecoin come la crypto Pepe abbia creato un terreno fertile tale da consentire questi numeri a Tron ed Ethereum.

Da sottolineare anche come durante il 6-7 maggio siano stati bruciati circa 600 ETH grazie alla moneta basata su meme, più di quanto generato singolarmente da Coinbase, Optimism o Blur.

La situazione generale del mondo DeFi

Ora cerchiamo di allargare l’orizzonte di analisi osservando la situazione globale della DeFi e della revenue che ha generato fino ad ora, senza concentrarci troppo su Pepe o sulle singole chain Ethereum e Tron.

Ricordiamo che il settore della finanza decentralizzata, a differenza della controparte centralizzata gestita dagli exchange di criptovalute, è molto più giovane e con uno storico ridotto che vede arrivare i primi risultati solo a fine 2020.

Nel giro di pochi anni la DeFi è cresciuta molto, sia in termini di tecnologie e di applicazioni decentralizzate in grado di dare un senso a questa industria, sia in termini di volumi ed introiti generati.

Attualmente la revenue cumulativa di questo contesto finanziario è a quota 957 milioni di dollari, pronta a raggiungere la cifra tonda di 1 miliardo di dollari entro fine anno

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Il suo successo non deriva dall’avvento di crypto meme come Pepe, ma dall’entusiasmo dei movimenti libertari e dalle nuove generazioni che non vogliono delegare il possesso dei propri asset crittografici ad infrastrutture di terze parti e preferiscono la self custody e gli scambi decentralizzati su chain come Ethereum e Tron.

D’altronde, se ci pensiamo bene, è assurdo pensare che Bitcoin e tutte le altre criptovalute siano nate all’epoca per evitare situazioni di intermediazioni finanziarie, e poi le stesse condizioni con la diffusione dei CEX hanno permesso lo sviluppo dei primi anni del settore.

La DeFi mira sostanzialmente ad offrire un mondo dove i servizi finanziari sono svincolati da entità centrali, nel quale gli utenti possono preservare la propria privacy senza offrire i propri dati personali al primo concorrente.

Purtroppo, però, la quota di mercato della finanza decentralizzata rispetto ai CEX è ancora molto bassa con un valore che si attesta attualmente al 4% circa.

Per quanto riguarda i protocolli più popolari e più redditizi che popolano il mondo DeFi possiamo citare le performance di Lido, Uniswap e MarkerDAO che negli ultimi 30 giorni hanno generato fees rispettivamente per $52,18 mln  $36,28 mln e $9,47mln.

Seguono poi progetti come Convex Finance, Aave, Gmx, Maestro, Blur e Syntetix.

È palese come i protocolli Uniswap e Lido rappresentano i principali punti di riferimento di tutto il settore, con un TVL rispettivo di 3,78 miliardi di dollari e 14,67 miliardi di dollari.

questa metrica non tiene conto delle piattaforme di liquid staking come Lido.
Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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