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Il successo del modello di entrate diversificate di Coinbase: crescita sia in moneta che in azioni COIN

La strategia variegata di generazione di ricavi adottata da Coinbase sta producendo risultati positivi, sia per quel che riguarda la moneta sia per le azioni COIN. 

Nel suo trimestre più recente, infatti, Coinbase ha registrato profitti superiori derivanti da abbonamenti e servizi rispetto alle tradizionali commissioni di transazione. 

Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

Come Coinbase (COIN) sta prosperando tra moneta e azioni

Nonostante le previsioni degli analisti prospettassero un periodo difficile, i risultati finanziari trimestrali di Coinbase hanno sorprendentemente superato le aspettative, grazie a una ristrutturazione della strategia di generazione di ricavi, secondo le parole di Mike Ippolito.

Recentemente rivelato nel rapporto sugli utili del secondo trimestre, emerge che gli abbonamenti e i servizi hanno contribuito al 51% delle entrate complessive. Durante il podcast Bell Curve (disponibile su Spotify / Apple) Ippolito ha affermato in merito quanto segue: 

“Il contributo dagli abbonamenti e dai servizi ha superato persino quello derivante dalle transazioni, poiché i ricavi provenienti dalle transazioni nel secondo trimestre hanno registrato un calo del 13% rispetto al trimestre precedente.” 

Ippolito ha richiamato le parole del CEO di Coinbase, Brian Armstrong, dell’anno scorso, quando ha anticipato un cambio nel modello di ricavi, dichiarando quanto segue: 

 “Alla fine, gli abbonamenti ei servizi costituiranno una parte considerevole dei nostri introiti. E hanno mantenuto la promessa, ottenendo ottimi risultati.”

Anche Michael Anderson, co-fondatore di Framework Ventures, è rimasto sorpreso dal successo del modello di abbonamento, spiegando quanto segue: 

“La crescita prevedibile dei ricavi è ciò che il mercato finanziario apprezza. La chiave per un’attività di successo, con una crescita dei ricavi stabile, è qualcosa che non si basa esclusivamente sulle transazioni.”

Anderson ha anche sottolineato come i modelli basati su commissioni di transazione dei concorrenti spesso finiscano in una “corsa verso lo zero”, rilevando che il volume delle transazioni è intrinsecamente “altamente ciclico”.

Il modello di abbonamenti: la chiave del successo a lungo termine di Coinbase

Non solo, Anderson ha anche dichiarato: 

“Considerando la ciclicità del mercato delle criptovalute, che sembra seguire un ciclo di circa tre o quattro anni, le entrate dalle transazioni seguono questa stessa tendenza altalenante.” 

Dunque, il passaggio a un modello basato su abbonamenti e servizi riveste una “rilevanza fondamentale” per il successo a lungo termine di Coinbase.

Anderson aggiunge che i proventi provenienti dallo staking hanno sorpreso positivamente:  

“L’obiettivo attuale per la quantità di ETH in staking è sorprendentemente superiore alle aspettative di tutti.” 

Ricordiamo che all’epoca della fusione di Ethereum, circolavano preoccupazioni riguardo a un potenziale “ingente afflusso di ETH per il ritiro”, in merito al quale Anderson ha spiegato: 

“In realtà, nell’ultimo bimestre, l’attesa per il prelievo è stata praticamente inesistente e la coda per diventare un validatore è stata di circa 60.000-80.000 posizioni in attesa, il che corrisponde a circa un mese.” 

Anderson prevede infine che la quantità di ETH destinata allo staking continuerà a crescere: 

“Non mi sorprenderei se chiudessimo l’anno con circa 30-40 milioni di ETH in staked”

Inoltre, Anderson anticipa che i tassi di interesse federali manterranno livelli più elevati per un periodo prolungato. Fattore che fornisce a Coinbase USDC una solida base per continuare a generare entrate da interessi. 

Anderson si aspetta che Coinbase continui a “eccellere” nel generare reddito da interessi, che, secondo lui, offre loro abbastanza tempo per accumulare ricompense blockchain, commissioni di custodia e altre entrate da abbonamenti. 

Anche la piattaforma di livello 2, Base, sta attirando attenzione attualmente, afferma Anderson: 

“Pochi comprendono appieno le implicazioni di possedere una blockchain proprietaria che genera ricavi, e che le persone desiderano effettivamente utilizzare.”

Trasferimento di risorse: Voyager Digital affida i propri asset a Coinbase

Conforme a quanto riportato da Etherscan l’undici agosto, l’azienda di prestiti di criptovalute in difficoltà, Voyager Digital, ha di recente eseguito un trasferimento di 1.500 Ether all’interno della piattaforma Coinbase, generando un valore approssimativo di 2.77 milioni di dollari.

In parallelo, un quantitativo di circa 250 miliardi di token SHIB è stato altresì indirizzato verso il noto exchange. Questi movimenti hanno suscitato speculazioni nel panorama delle criptovalute, dando spazio a diverse interpretazioni.

Nello specifico, una delle ipotesi suggerite riguarda un’eventuale liquidazione degli asset. Di rilievo è anche il fatto che tali transazioni sono state suddivise in intervalli temporali di un’ora. 

Questo brusco spostamento di token ha fatto sorgere ipotesi di una possibile cessione forzata. Tuttavia, altre voci circostanziali indicano che Voyager sta centralizzando i propri token da indirizzi diversi verso uno principale.

Questi spostamenti hanno destato interesse in tutto l’ecosistema, anche grazie alle analisi on-chain inizialmente condivise da Colin Wu, un noto giornalista del settore. 

Come sappiamo, dall’inizio del 2023, Voyager ha progressivamente liquidato la propria posizione di asset SHIB, dando fondamento alle speculazioni di una vendita in vista. 

Nello specifico, sono stati spostati 270 miliardi di token SHIB, equivalente a 3.2 milioni di dollari; 4,9 milioni di token Voyager Token (VGX), per un valore di 2,1 milioni di dollari; 3.050 token ETH, il cui valore si aggira intorno a 3 milioni di dollari; e 221.000 token Chainlink (LINK), con un valore stimato di 1,5 milioni di dollari.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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