L’analista Bitcoin CryptoCon ieri ha pubblicato un tweet che contiene di fatto una previsione non negativa sul valore futuro di Bitcoin.
Tecnicamente non è proprio una previsione, ma è comunque una chiara indicazione sui movimenti futuri.
Inoltre non può essere definita una previsione ottimistica perchè non dice che il valore di mercato aumenterà, ma si limita a dire che probabilmente non scenderà.
Summary
Il bottom è passato: la previsione sul valore di Bitcoin
Con “bottom” si intende il punto più basso toccato da un valore in un dato periodo, sotto il quale non è mai sceso.
In questo caso il periodo preso come punto di riferimento è quello compreso tra lo scoppio della bolla speculativa del 2021 ed il possibile inizio di una nuova bull run.
Infatti, fino ad ora tutti e tre gli halving di Bitcoin sono stati seguiti da una bull run del prezzo, e questa è anche l’ipotesi che circola in merito al prossimo halving in arrivo la prossima primavera.
Sebbene non vi sia alcuna certezza che dopo il prossimo halving ci sia una nuova bullrun, prima o poi sembra quasi inevitabile che ne arrivi una. Il punto chiave però è da che livello di prezzo partirà.
Stando all’analisi di CryptoCon il bottom toccato a novembre dell’anno scorso dovrebbe tenere, quindi il prezzo di Bitcoin non dovrebbe più scendere sotto i 15.000$ prima dell’inizio della prossima bullrun.
Di fatto questa va interpretata come una previsione, anche se non dice chiaramente dove potrà arrivare il valore di BTC durante la prossima bull run.
L’unica cosa che afferma con certezza è che ritiene che il bottom ormai sia alle spalle.
Afferma però anche che il culmine del prossimo ciclo dovrebbe arrivare a fine 2015, ovvero alla fine dell’anno successivo a quello dell’halving, come già accaduto per tutti e tre gli halving passati.
La penuria di offerta e il legame con la previsione sul valore di Bitcoin
C’è un altro dato che sembra confermare questa ipotesi.
Infatti per poter ridiscendere fino a 15.000$ il prezzo di Bitcoin dovrebbe essere influenzato da un poderoso aumento dell’offerta, e quindi anche della pressione di vendita.
Se dovesse scatenarsi un’ondata di vendite con offerta limitata, il prezzo scenderebbe sicuramente ma non fino a tanto.
Il fatto è che invece l’offerta di BTC sugli exchange è ai minimi degli ultimi anni, e addirittura per la prima volta in tutta la sua storia i prelievi di BTC dagli exchange sono stati maggiori dei depositi per almeno tre mesi consecutivi.
Quindi in realtà l’offerta di BTC sugli exchange si sta riducendo, e questo sembra in effetti incompatibile con un possibile ritorno a 15.000$.
Questo non significa che il prezzo non possa scendere, ma che sul breve periodo non è destinato a far segnare un nuovo bottom di questo ciclo.
Va però sottolineato che tale tendenza potrebbe anche invertirsi nei prossimi mesi, pertanto non è possibile escludere a priori che prima dell’halving l’offerta di Bitcoin sugli exchange possa tornare a crescere in modo significativo.
L’autocustodia
C’è però da aggiungere una considerazione piuttosto importante.
È possibile che la continua riduzione dell’offerta di BTC sugli exchange sia dovuta anche ad un aumento di popolarità dell’autocustodia.
Dopo i numerosi fallimenti del 2022 molti holder hanno capito che è rischioso affidare la custodia dei propri Bitcoin a terzi. Questo ne sta portando molti a ritirare i loro BTC dagli exchange per custodirli in wallet di proprietà.
Se da un lato questo processo riduce l’offerta di BTC sugli exchange, non esclude però a priori che costoro possano poi rimettere i loro Bitcoin sugli exchange in caso li vogliano vendere.
Tuttavia, se in passato erano in molti a lasciare i Bitcoin sugli exchange, al giorno d’oggi sembra essere invece aumentato il numero di holder che optano per l’autocustodia, e dato che i BTC ormai aumentano ad un ritmo blando, questo significa che sia possibile immaginare che l’offerta di BTC sugli exchange rimarrà inferiore a quella dei cicli scorsi.
Ad oggi vengono creati 6,25 BTC per ogni blocco minato, e viene minato un blocco ogni circa 10 minuti. Quindi ogni giorno vengono creati circa 900 BTC, ovvero meno di 330.000 all’anno. Su un totale di quasi 19,5 milioni di Bitcoin esistenti sono meno dell’1,7%, e con il prossimo halving questa percentuale verrà di colpo dimezzata.
Sembra pertanto improbabile che durante il prossimo ciclo i BTC in vendita sugli exchange saranno più di quelli dei cicli precedenti.
Possibili forti movimenti
In una situazione come quella attuale, ovvero con relativamente pochi BTC sugli exchange e volumi di scambio decisamente contenuti, afflussi o deflussi rapidi ma non necessariamente significativi potrebbero generare forti ed improvvisi scossoni sul prezzo di Bitcoin.
Molti sono convinti che fino al prossimo halving il valore di BTC potrebbe di fatto continuare la fase di lateralizzazione iniziata a metà marzo, ovvero oscillando tra 25.000$ e 31.000$ con rare e rapide escursioni sopra e sotto queste soglie. Ciò non toglie che, all’interno di questa fascia, si possano verificare forti ed improvvisi scossoni.
Fintantoché il prezzo non scende in modo significativo e duraturo sotto i 24.800$, e non sale in modo significativo e duraturo sopra i 31.800$, la fase di lateralizzazione in atto da quasi sei mesi di fatto continuerà, sebbene non necessariamente senza volatilità.
Tutto cambierebbe invece nel caso in cui terminasse il periodo di oscillazione all’interno di questa fascia, ma sono in molti a scommettere che ciò potrebbe non accadere fino al prossimo halving. Non va però dimenticato che spesso il prezzo di Bitcoin in passato ha stupito tutti comportandosi in modo differente rispetto alle previsioni.
