The Cryptonomist ha intervistato Aaron Mcdonald, il fondatore di Futurverse, durante l’Apex Developer Summit di Amsterdam organizzato da Ripple.
In poche parole, Futurverse è un metaverso basato sul ledger Ripple con un team di circa 250/300 persone in 16 Paesi. Le sedi centrali dell’azienda sono a Oakland, in Nuova Zelanda e a Los Angeles, con persone dislocate principalmente in Giappone, Colombia e Germania.
Uno dei primi discorsi con cui si è aperto l’Apex Developer Summit è stato quello di Aaron che ha parlato di Futurverse e del suo sviluppo.
“Abbiamo 4 milioni di NFT nell’ecosistema, abbiamo 20 collezioni diverse e quindi un bel po’ di contenuti ed esperienze”,
ha detto durante il suo discorso.
Inoltre, Aaron ha una prospettiva interessante su cosa sia un metaverso.
“Non capisco come si possa pensare che la società digitale e quella fisica siano separate, non ha senso. Non ci sono cose separate. Se separassimo il digitale dal fisico, non ci sarebbero né l’economia né la società come la conosciamo. E per le imprese è una buona cosa fornire più esperienze ai clienti.”
Anche The Cryptonomist ha avuto modo di intervistarlo per saperne di più su AI e NFT.
Summary
Tu e Shara Senderoff avete recentemente lanciato “Born Ready”, un fondo da $50 milioni per investire in aziende tecnologiche emergenti. Cosa vi ha spinto a lanciarvi nel mondo del Ventures Capital?
L’idea di Born Ready è di avere un fondo che possa sostenere i fondatori in diverse fasi e in diversi tipi di attività. In generale, si concentra su tre aree: le persone che creano infrastrutture intorno alla rete Ripple, quindi possono essere infrastrutture di nodi, portafogli, esplorazioni, tutto il genere di cose che possono aggiungere funzionalità alla rete.
E poi c’è l’area successiva, che è quella delle persone interessate a costruire cose sopra la rete o a usare i nostri strumenti. Disponiamo di un insieme di strumenti che possono aiutare le persone a costruire applicazioni da integrare nel resto del nostro ecosistema, il tutto alimentato dal token Futuverse.
E la terza area è quella delle persone che vogliono costruire esperienze o applicazioni, utilizzando i contenuti che abbiamo creato, quindi i mondi, i giochi e tutto il resto.
In che modo l’intelligenza artificiale e il metaverso si collegano alla piattaforma Futurverse?
Dal mio punto di vista ci sono due legami tra l’ID digitale e la tecnologia AI. L’intelligenza artificiale avrà un grande impatto sul mondo e quindi è importante che gli agenti e i modelli AI siano di proprietà della community, allo stesso modo in cui pensiamo che le infrastrutture finanziarie debbano essere di proprietà delle community attraverso le blockchain e non delle grandi aziende.
Perché se così fosse, sarebbe un brutto mondo. Per questo lavoriamo a uno strumento che aiuta gli utenti a possedere agenti AI. La seconda parte riguarda i dati.
L’AI non vive senza dati e quindi se i dati sono il carburante per l’intelligenza artificiale, dobbiamo trattarli con molto rispetto, e cose come la privacy sono importanti, per cui dobbiamo assicurarci che gli input che entrano nelle AI siano di qualità e rispettino la privacy degli utenti.
E assicurarci che i risultati possano essere gestiti dalle community. La parte successiva riguarda la creazione di contenuti: abbiamo un’AI in grado di produrre contenuti e vogliamo che anche la comproprietà, la provenienza e la tracciabilità di tali contenuti siano on-chain.
Durante il tuo discorso hai detto che state collaborando con Fifa, puoi dirci qualcosa di più a riguardo?
La nostra prima strategia su Futurverse è quella di rendere la tecnologia invisibile, quindi tutto ciò che facciamo cerca di coinvolgere gli utenti in un modo molto privo di attriti e di mettere in primo piano l’esperienza divertente.
La seconda parte della nostra strategia è “giocare per imparare”, perché credo che uno dei motivi per cui le persone non si avvicinano al Web3 è che fa paura, e quindi cerchiamo di farli giocare a qualcosa di divertente, per poi sorprenderli con il protocollo che permette di fare qualcosa che prima non si poteva fare.
Fifa ne è un esempio. Siamo stati la prima azienda Web3 a firmare con Fifa, abbiamo prodotto un gioco per loro e abbiamo costruito la Fifa AI league, ovvero due squadre di quattro giocatori di calcio e ognuno dei giocatori della tua squadra è un’AI che puoi possedere e allenare.
Per farla breve, le persone entrano a far parte del gioco attraverso un’applicazione mobile sull’App Store e possono effettivamente creare un account blockchain quando lo fanno, mintano NFT, allenano AI, il tutto senza rendersene conto: stanno solo giocando a un gioco divertente.
Il concetto di metaverso ha perso gran parte del suo fascino nel 2021. Dovremo aspettare la prossima corsa al rialzo prima che questo settore torni a essere mainstream?
Considero il boom dell’AI come il boom del metaverso. È la stessa cosa, non ci sono distinzioni tra queste due cose e quindi dire che l’hype per il metaverso è sparito non è vero. Si tratta solo di un termine diverso che usiamo per descriverlo e che sta cambiando.
A mio avviso, la corsa al metaverso continua perché è questo il modo in cui le economie si muovono. Sicuramente assisteremo a una rinascita dell’immaginazione delle persone, che si scatenerà grazie a questo. Il Vision Pro verrà lanciato l’anno prossimo e avrà un grande impatto sulla prospettiva che le persone hanno di questa tecnologia.
Apple è notoriamente brava a rendere le cose interessanti e non ha mai fallito. Pertanto sono del parere che non ci sarà alcun fallimento questa volta. Inoltre, è meglio non essere coinvolti nell’hype, ma nel momento successivo all’hype, dove c’è una vera e propria crescita. Dopo il clamore, c’è il vero business.
Su Futurverse possiamo trovare il “FuturesPass”, un passaporto per accedere alle esperienze digitali della vostra piattaforma. Puoi dirmi qualcosa di più al riguardo?
È il passaporto digitale per il metaverso e Futurverse permette agli utenti di salire a bordo sia come nativi di Web3 con un portafoglio esistente, sia come nuovi utenti di Web3, ad esempio provenienti dai social media o dall’e-mail o dal numero di telefono, e poi possono creare un account on-chain intelligente.
Gli utenti non devono preoccuparsi di chiavi private o cose del genere e la tecnologia è davvero intelligente per controllare il modo in cui il portafoglio interagisce con le applicazioni, in modo da avere sempre un’esperienza sicura e si possono anche avere più portafogli collegati a un Futurespass. Funziona tra catene diverse, quindi funziona con Ethereum, Ripple e non dovete spostare i vostri NFT, per esempio.
Il protocollo si chiama Donuts, che è un protocollo brevettato che funziona come i cookie su Web2 ma per Web3 per la privacy e il permissioning. I cookie sono stati i primi, poi Google ha inventato un cookie a strati chiamato Macarons, e un cookie decentralizzato è un Donut.