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Bitcoin mining: Marathon Digital estrae un blocco BTC non valido

Secondo le recenti fonti, il miner di Bitcoin Marathon Digital è stato coinvolto nell’attività di mining di un blocco BTC che è stato successivamente dichiarato non valido. 

Nello specifico, questa invalidazione è stata provocata da un “problema relativo all’ordinamento delle transazioni”. 

Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

Mining: il problema di Marathon Digital nell’estrazione di un blocco Bitcoin (BTC) 

Come anticipato, la società di mining di Bitcoin Marathon Digital (MARA) ha recentemente estratto un blocco Bitcoin, l’altezza 809478, che è stato dichiarato non valido secondo segnalazioni da sviluppatori, minatori e ricercatori.

In particolare, l’esperto anonimo di Bitcoin, “0xB10C”, ha segnalato su X un “problema di ordinazione delle transazioni”, una conferma giunta anche dal co-fondatore di CasaHODL, Jameson Lopp.

Questo blocco è stato respinto da altri operatori di nodi poiché conteneva una transazione con errori nell’ordinamento, inclusa una transazione di output di spesa. Sottolineiamo che tale situazione è stata documentata anche da BitMEX Research.

Notiamo inoltre che questo episodio mette in luce l’importanza della sicurezza e dell’accuratezza nell’attività di mining di Bitcoin, con conseguenze significative se si verificano errori nell’ordinamento delle transazioni.

BlackRock e altri giganti del settore finanziario abbracciano il mining di Bitcoin: le parole di Coutts 

Un recente rapporto dell’analista di Bloomberg, Jamie Coutts, rivela che i gestori patrimoniali stanno manifestando un interesse crescente per Bitcoin che va oltre gli Exchange Traded Funds (ETF) e si estende al settore minerario.

Nel rapporto, infatti, Coutts menziona in particolare BlackRock, affermando che la richiesta del gestore patrimoniale alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti di offrire un ETF spot su Bitcoin è “non sorprendente”.

Coutts svela che BlackRock, insieme ad altri importanti gestori patrimoniali globali come Vanguard e State Street, è coinvolto nell’industria mineraria di Bitcoin da oltre tre anni.

L’analista sottolinea inoltre come questo sviluppo avvenga in un contesto in cui l’industria mineraria di Bitcoin è stata criticata per la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Nonostante le credenziali ambientali, sociali e di governance (ESG) di queste società, investire nel mining di Bitcoin sembra essere in linea con i principi ESG, poiché il 50% dell’energia utilizzata nel mining di Bitcoin proviene da fonti sostenibili, una percentuale destinata a crescere ulteriormente.

“La partecipazione dei gestori patrimoniali non è una minaccia alla decentralizzazione di Bitcoin” 

Il rapporto di James Coutts rivela che BlackRock, insieme ad altri due importanti gestori patrimoniali, è il principale investitore nelle tre principali società minerarie quotate in borsa: Marathon Digital, Riot Platforms e Cleanspark.

Queste società combinano l’8,9% dell’hash rate globale, un dato significativo considerando che i miner pubblici costituiscono solo il 15% dell’hash power globale. Attualmente, Coutts non vede questa partecipazione dei gestori patrimoniali come una minaccia alla decentralizzazione della rete Bitcoin.

Tuttavia, l’analista prevede possibili conflitti tra i valori della rete e quelli ESG, data la tendenza attivista di BlackRock, Vanguard e State Street. Questo non ostacolerebbe il funzionamento della rete Bitcoin, ma potrebbe spingere altri minatori a compiere transazioni censurate, soprattutto se basati sui combustibili fossili.

Al momento, il prezzo di Bitcoin è di circa 26,198.48 dollari, con un aumento dello 0,57% nell’ultimo mese, secondo Tradingview.

La rivoluzione della sostenibilità nel settore minerario del Bitcoin

I dati recenti dimostrano che il settore minerario del Bitcoin ha compiuto notevoli progressi verso la sostenibilità, emergendo come l’industria globale leader nell’uso di energia pulita, con oltre il 50% della sua alimentazione proveniente da fonti ecologiche.

Dunque, un nuovo scenario promettente si sta delineando rapidamente. Nello specifico, Daniel Batten, co-fondatore di CH4Capital, ha condiviso dati grafici che mettono in luce l’ecocompatibilità della rete Bitcoin, confrontandola con altri settori industriali.

Da ciò si evince che, mentre la maggior parte delle industrie ha registrato solo modesti incrementi nell’uso di energia pulita durante lo stesso periodo, il settore minerario del Bitcoin ha mostrato un eccezionale aumento del 38%.

Questo incremento ha spinto la percentuale di energia sostenibile utilizzata per alimentare la blockchain al 52,6%, posizionando il mining di BTC come il leader indiscusso della sostenibilità tra le principali industrie globali.

In particolare, tre parametri chiave sono stati presi in considerazione per valutare il successo ecologico del Bitcoin: l’hashrate di mining, il prezzo e il numero totale di utenti. L’hashrate è aumentato del 475% negli ultimi quattro anni, il prezzo del 164%, e il numero di utenti del 289%.

Nonostante questi significativi incrementi, le emissioni del settore minerario sono diminuite quasi del 10% nello stesso periodo. 

Batten ha notato che anche se questi parametri dovessero raddoppiare durante un ciclo di quattro anni, le emissioni rimarrebbero invariate rispetto all’inizio, un risultato che nessun altro settore è stato in grado di conseguire.

Il fatto che l’hashrate, misurando la potenza di calcolo totale collegata alla blockchain, sia aumentato mentre le emissioni totali diminuiscono, suggerisce che l’intensità delle emissioni, ossia le emissioni per ogni kWh di potenza utilizzata, è drasticamente diminuita.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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