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Cresce l’Europa crypto, anche grazie al MICA

Secondo un recente report di Chainalysis, l’Europa sta crescendo, probabilmente anche grazie al MiCA, tanto da essere diventata la seconda economia crypto al mondo dopo quella del Nord America. 

Il crypto report di Chainalysis: l’Europa cresce grazie al MiCA

Il report di Chainalysis, intitolato 2023 Geography of Cryptocurrency Report, contiene un capitolo espressamente dedicato all’area CNWE. 

Di quest’area fanno parte gli Stati centro-occidentali dell’Unione Europea, ma anche Stati europei non UE, come la Gran Bretagna, Norvegia, Islanda, e paesi balcanici come Serbia e Albania. Dato che sono stati inclusi anche paesi dell’Europa orientale, come i paesi baltici e la Finlandia, rimangono esclusi solo Russia, Bielorussi, Ucraina, ed i paesi confinanti come Polonia, Ungheria, Romania eccetera, oltre alla Grecia. 

Dal report emerge che la regione CNWE ha rappresentato addirittura il 17,6% del volume di scambio dell’intero mercato crypto a livello globale, tra luglio 2022 e giugno 2023, con un valore complessivo on-chain di circa mille miliardi di dollari. 

Oltretutto la prima regione al mondo per volumi di scambi crypto, ovvero il Nord America di cui fanno parte gli USA, risulta avere un volume non di molto superiore al 20%, quindi abbastanza vicino alla regione CNWE. In terza posizione ovviamente c’è la regione CSAO, ovvero Asia centro-meridionale ed Oceania, con un volume di poco inferiore alla regione CNWE. 

Da notare che se da queste regioni si estrapolano ad esempio l’Europa occidentale e l’Asia orientale, quest’ultima viene leggermente battuta dalla prima, nonostante la presenza della Cina al suo interno. 

Queste due sotto-regioni da sole fanno registrare volumi on-chain superiori sia a quelli dell’America Latina sia a quelli dell’Africa subsahariana, di cui fa parte ad esempio la Nigeria. 

La DeFi

Da notare che, per quanto riguarda i dati on-chain, la categoria di servizi più popolare nella regione CNWE è la DeFi, che da sola rappresenta più della metà del volume complessivo delle transazioni. 

In particolare hanno avuto successo gli exchange decentralizzati, i cosiddetti DEX, con la maggior parte di questa attività trainata da scambi retail. Le istituzioni europee, invece, stanno ora aprendo le porte solo ora alla DeFi, grazie a quadri normativi che supportano iniziative Web3. 

Quindi da questo punto di vista la nuova normativa UE, il MICA, non ha ancora apportato grandi cambiamenti o una spinta decisiva, ma dovrebbe farlo d’ora in poi favorendo un’ulteriore crescita. 

Va ricordato che la maggior parte del volume degli scambi della regione CNWE avviene in Europa occidentale, ovvero dove si concentrano maggiormente gli Stati UE. 

Il MICA è una normativa valida solo negli Stati aderenti all’Unione Europea, e entrerà in vigore l’anno prossimo. Tuttavia è già stata approvata in via definitiva, quindi la UE si è già dotata di fatto di chiarezza normativa in ambito crypto. 

I CEX

Da notare che al secondo posto dopo la DeFi ci sono gli exchange centralizzati, i cosiddetti CEX. 

Bisogna però tener presente che il rapporto di Chainalysis analizza solo i dati on-chain, ovvero quelli registrati sulle blockchain pubbliche. Gli scambi interni ai CEX, quelli da un utente all’altro, non sono compresi, quindi questi dati vanno presi con le pinze, dato che non prendono in considerazione i volumi di scambio maggiori che vengono prodotti all’interno dei CEX, off-chain. 

Pertanto il report prende in esame solo i depositi ed i prelievi crypto da e verso i CEX, e nonostante questo il volume complessivo di tale tipologia di transazione risulta essere solo di poco inferiore a quello di tutti gli scambi di qualsiasi tipo sui protocolli DeFi. 

Oltretutto vi sono anche regioni, come l’America latina, in cui depositi e prelievi sui CEX superano abbondantemente la DeFi. Solo la regione CSAO ha una percentuale maggiore per quanto riguarda i volumi di scambio legati alla DeFi rispetto a quella della regione CNWE. 

Il dominio degli istituzionali

Per quanto riguarda le tipologie di utenti, i volumi di scambio sono dominati dagli investitori cosiddetti istituzionali. 

Bisogna però chiarire che investitori istituzionali ed istituzioni sono due cose differenti. Con investitori istituzionali infatti si intendo in realtà solamente le balene, ovvero coloro che spostano grandi cifre (superiori al milione di dollari), mentre le istituzioni sono gli enti pubblici, o quelli completamente regolamentati e non commerciali. 

Anzi, la categoria di investitori e speculatori responsabile della maggior percentuale di volumi on-chain sono i grandi istituzionali, quelli che muovono più di dieci milioni di dollari. Il fatto è che tra questi, ovviamente, rientrano anche gli exchange, che spesso muovono cifre enormi magari anche solo per spostare i fondi da un wallet all’altro. 

Quello che colpisce è la quasi irrilevanza dei volumi transati on-chain dai retail, ovvero dai cittadini comuni, relegati ben sotto il 10%. Questo vale per tutte le regioni, e non soltanto per l’Europa. 

Da notare che in Nord America il ruolo degli istituzionali è ancora maggiore, probabilmente perchè lì si concentrano molte grosse aziende crypto. 

Invece, seppur sempre marginale, la percentuale dei retail è maggiore nella regione MENA, ovvero Medio Oriente e Nordafrica che comprende ad esempio anche Dubai. 

MiCA: la regolamentazione crypto in Europa

Nonostante le disposizioni del MiCA entreranno in vigore solo a partire dalla metà del 2024, il report svela che la nuova regolamentazione ha già creato ambienti favorevoli all’innovazione crypto. 

È possibile che il MiCA sarà una vera e propria forza trainante per la crescita dell’ecosistema crypto nell’Unione Europea, forse anche per aprire la strada a nuovi modi per integrare le criptovalute nella finanza tradizionale.

L’idea è che il MiCA potrà aprire la strada ad un’ampia accettazione delle criptovalute e degli asset digitali, grazie a regole chiare e uniformi, ed all’attenzione alla protezione dei consumatori. Così facendo si crea un ambiente sicuro che rafforza la fiducia nel mercato ed apre le porte delle criptovalute sia per i singoli investitori che per le istituzioni. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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