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News e predizioni sull’AI anche in campo legale

Stanno iniziando a circolare news e predizioni riguardo l’impatto che l’Intelligenza Artificiale (AI) avrà anche a livello legale.

In particolare si tratta di come l’AI potrà essere utilizzata durante i procedimenti legali ed i processi in tribunale. 

AI news: le predizioni del giudice Roberts

Di recente John Roberts, giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti, ha pubblicato il suo rapporto di fine anno in cui ha anche parlato del ruolo che sta avendo l’AI all’interno del sistema legale e giudiziario. 

Nel rapporto ha scritto che le previsioni sul futuro dell’intelligenza artificiale sono mozzafiato, tanto da avanzare il dubbio che i giudici potranno finire per diventare obsoleti. 

Secondo Roberts ciò non accadrà, ma i cambiamenti tecnologici continueranno a trasformare il lavoro dei medesimi.

Tra gli utilizzi dell’AI che Roberts cita ci sono il riconoscimento facciale ed il riconoscimento vocale, ed ipotizza che secondo diversi professori di diritto l’intelligenza artificiale potrebbe ottenere voti molto alti agli esami della facoltà di giurisprudenza, tanto da poter persino superare l’esame di abilitazione alla professione di avvocato. 

Anzi, ipotizza persino che presto la ricerca giuridica potrebbe  diventare inimmaginabile senza l’utilizzo dell’AI, in particolare per il suo potenziale di aumentare notevolmente l’accesso alle informazioni chiave per gli avvocati. 

Il rovescio della medaglia sarebbe il rischio di disumanizzare la legge.

L’AI e la legge: le ultime news e predizioni

Il giudice sottolinea anche che l’AI potrebbe aiutare molto coloro che ad esempio non possono permettersi un avvocato, oltre ad aiutare a rispondere a domande basilari come dove andare a cercare modelli e moduli giudiziari, come compilarli, e dove portarli per la presentazione al giudice. Il tutto senza uscire di casa.

Quindi a giovarsene potrebbero essere soprattutto i principianti, coloro che non hanno esperienza in ambito legale, e coloro che hanno bisogno di accedere in fretta ad informazioni di carattere legale. 

Tuttavia l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito legale richiede cautela e umiltà. 

Roberts cita in particolare il caso di una cosiddetta “allucinazione”, ovvero quello in cui alcuni avvocati che hanno utilizzato un’applicazione AI per presentare delle memorie hanno finito per citare casi inesistenti. 

Inoltre alcuni giuristi hanno sollevato dubbi sulla possibilità che gli strumenti AI possano essere alimentati con informazioni riservate che non dovrebbero essere divulgate. In altri problemi ci sarebbero rischi anche per quanto riguarda la privacy. 

Infine Roberts ricorda che quando i giudici devono prendere decisioni largamente discrezionali ci sono preoccupazioni per quanto riguarda il giusto processo, l’affidabilità, e potenziali pregiudizi. 

Afferma: 

“Almeno al momento, gli studi mostrano una percezione pubblica persistente di un “divario di equità tra uomo e intelligenza artificiale”, che riflette l’opinione secondo cui i giudizi umani, nonostante tutti i loro difetti, sono più giusti di qualunque cosa la macchina sputi fuori”.

Il problema del giudizio

A proposito proprio del giudizio, secondo il giudice Roberts l’AI funziona bene quando c’è precisione e mancanza di discrezionalità, mentre spesso invece le decisioni in ambito giudiziario coinvolgono aree grigie che richiedono ancora l’applicazione del giudizio umano.

In altre parole le macchine non sarebbero in grado di sostituire completamente i professionisti umani proprio grazie alla capacità di giudizio di questi ultimi. 

Per i giudici contano molto le sfumature. Ad esempio, per quanto riguarda l’affidabilità delle dichiarazioni degli imputati o dei testimoni, come una mano tremante, una voce tremante, un cambiamento di inflessione, una goccia di sudore, un attimo di esitazione o una fugace interruzione del contatto visivo. 

La maggior parte delle persone confida ancora negli esseri umani, più che nelle macchine, per percepire e giudicare correttamente questi dettagli.

D’altro canto però le applicazioni AI indiscutibilmente possono aiutare il sistema giudiziario nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

Non si tratta pertanto di sostituire il giudizio umano, ma di mettere a disposizione delle persone che lo devono emettere nuovi strumenti per rendergli la vita più facile, e soprattutto per consentirgli di esprimere giudizi quanto più precisi possibile. 

Il futuro

Secondo il giudice Roberts, l’evoluzione dell’intelligenza artificiale costringerà i tribunali a dover tenere in considerazione il suo utilizzo corretto all’interno dei contenziosi. 

Saranno coinvolti molti comitati giudiziari, come quelli che si occupano dell’amministrazione giudiziaria e della gestione dei casi, della sicurezza informatica e delle regole di pratica e procedura.

Sebbene i giudici umani continueranno ad esistere, il lavoro giudiziario sarà influenzato in modo significativo dall’AI. 

Inoltre, i cambiamenti che verranno apportati non riguarderanno solamente il modo con cui i giudici svolgono il loro lavoro, ma anche il modo in cui comprenderanno il ruolo svolto dall’intelligenza artificiale nei casi che vengono loro presentati.

L’obiettivo dovrà essere quello di arrivare ad avere sentenze sempre più giuste, rapide e poco costose. 

Più che altro probabilmente l’AI servirà per rendere i processi più rapidi, e quindi meno costosi, oltre che rendere più facile l’accesso alle informazioni. Il rovescio della medaglia sarà il rischio sempre maggiore di ottenere informazioni false o scorrette, soprattutto in caso di utilizzo di intelligenza artificiale generativa. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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