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Riot ed i rischi crypto associati al prossimo halving

Riot Platforms è una società quotata al Nasdaq, che si occupa di mining crypto, e che intravede alcuni rischi in vista del prossimo halving di aprile. 

D’altronde l’halving sarà a tutti gli effetti un dimezzamento del premio per i miner di Bitcoin, ed il mining di BTC è ormai quello principale rimasto, dopo che Ethereum è passata alla Proof-of-Stake.

Crypto news: Riot Platforms e i rischi associati all’halving 

Nel suo ultimo documento presentato alla SEC la società ha inserito un capitoletto dedicato esplicitamente all’halving, ed un altro dedicato all’impatto dell’halving sulle loro operazioni. 

In quest’ultimo scrivono che le loro operazioni di mining potrebbero generare meno entrate dopo il dimezzamento del premio, perchè il numero di nuovi BTC assegnati per la convalida di un blocco viene dimezzato, e sebbene i prezzi di BTC siano storicamente aumentati in vicinanza degli halving passati, non vi è alcuna garanzia che la variazione di prezzo sarà favorevole o compenserà la riduzione del premio. 

Aggiungono: 

“Se un aumento corrispondente e proporzionato del prezzo di Bitcoin non seguisse ai futuri eventi di dimezzamento, le entrate che guadagniamo dalle nostre operazioni di mining di Bitcoin vedrebbero una diminuzione, il che potrebbe avere un effetto negativo sostanziale sui nostri risultati operativi e sulla nostra condizione finanziaria”.

Si tratta di un rischio ben noto nell’ambiente, ma essendo una società quotata in borsa non può nasconderlo agli azionisti o anche solo semplicemente darlo per scontato. 

Si tratta di un’ipotesi realistica, anche se non necessariamente probabile, pertanto la società è costretta a comunicarlo agli azionisti. 

Il dimezzamento del premio

Attualmente il premio in BTC assegnato dal protocollo Bitcoin a chi trova lp’hash che lo conferma è la principale fonte di introiti per chi fa mining crypto.

Basti pensare che ad ogni nuovo blocco vengono assegnati 6,25 BTC al miner che riesce a convalidarlo trovando l’hash corretto, e che viene minato un blocco ogni circa 10 minuti. 

Quindi ogni giorno vengono distribuiti ai miner più di 900 BTC come premio, pari ad oltre 42 milioni di dollari. 

L’halving imporrà giocoforza una riduzione a 3,125 BTC per blocco, portando il premio complessivo giornaliero per i miner a 450 BTC, e questo potrebbe avere un impatto significativo sulla loro redditività. 

Va ricordato che il mining crypto è una competizione in cui è favorito chi estrae più hash, dato che questi vengono estratti a caso, ma più se ne estrae più si consuma energia elettrica. Questo genera costi elevati, ed a fronte di una riduzione dei ricavi potrebbe essere difficile riuscire a continuare a far fronte a tali costi. 

La seconda fonte di introiti per i miner sono le fee sulle transazioni, ma sono molti meno di 900 BTC al giorno. Ad esempio gli ultimi blocchi hanno tutti fruttato meno di 0,4 BTC di fee, ovvero molto meno sia dei 6,25 BTC di premio attuali, sia dei 3,125 di premio a partire dal prossimo halving di aprile. 

Le contromisure

Dato che l’halving è un evento certo e prevedibile, i miner hanno già preso delle contromisure per non farsi trovare impreparati. 

Visto che incasseranno certamente meno BTC, l’unica soluzione è quella di tagliare i costi. 

Non tutte le macchine usate per estrarre gli has però consumano allo stesso modo. Esistono macchine nuove più efficienti, che a parità di has estratti consumano meno, e vecchie macchine meno efficienti che consumano di più.

Le macchine nuove e più efficienti sono adatte per continuare a minare anche dopo il dimezzamento del premio, mentre le vecchie macchine meno efficienti semplicemente verranno spente. 

Non va però dimenticato che gli introiti dei miner sono in BTC, mentre l’elettricità la pagano in valuta fiat.

Quindi se il valore di BTC in valuta fiat dovesse aumentare significativamente dopo l’halving, anche le vecchie macchine poco efficienti potrebbero tornare profittevoli. Basta infatti che il valore di mercato di Bitcoin raddoppi per far tornare gli introiti in fiat ai livelli attuali anche dopo il dimezzamento del premio. 

Riot Platforms in Borsa: il titolo crypto soffrirà per il prossimo halving?

Riot Platforms è obbligata per legge a comunicare alla SEC eventuali rischi associati all’evoluzione futura del proprio business, in modo da mettere al corrente gli azionisti di ciò che potrebbe accadere. 

La Securities and Exchange Commission statunitense è proprio l’agenzia governativa che vigila sul mercato dei titoli azionari in borsa. 

Il titolo RIOT in borsa è molto volatile, persino più di BTC. 

Basti dire che ad ottobre il prezzo delle sue azioni era di circa 9$, mentre a dicembre era più che raddoppiato superando i 18$. Nel medesimo periodo il prezzo di Bitcoin era passato da 27.000$ a 43.000$.

A gennaio il prezzo delle azioni RIOT era addirittura ridisceso fino a 10$, mentre quello di BTC si era fermato a 38.000$, per poi però risalire a 17$ a metà febbraio. Ora è a circa 15$. 

È possibile che questa volatilità maggiore anche a quella di Bitcoin sia dovuta proprio ai rischi di cui sopra. 

Nonostante ciò, la società ha annunciato la raccolta di quasi 560 milioni di dollari per acquistare hardware Microbt per il mining. L’idea è proprio quella di dotarsi di più macchine nuove più efficienti per controbilanciare lo spegnimento di quelle vecchie meno efficienti. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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