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UE: nuova regolamentazione per le sanzioni, focus sulle crypto

L’Unione Europea (UE) ha ratificato una nuova regolamentazione contro le violazioni delle sanzioni, le quali comprendono provvedimenti per immobilizzare le crypto. 

In particolare, vengono introdotte strategie per indirizzare i fornitori di servizi crittografici e bloccare gli asset digitali. Vediamo di seguito tutti i dettagli. 

L’ultima regolamentazione dell’UE per colpire i fornitori di servizi crypto e bloccare gli asset digitali

Come anticipato, i membri del Parlamento europeo hanno approvato recentemente nuove disposizioni volte a rafforzare il controllo sulle violazioni delle sanzioni, comprese quelle che coinvolgono le criptovalute.

Oggi, i legislatori dell’Unione Europea, noti come Membri del Parlamento Europeo (MEP), hanno votato a favore dell’implementazione di nuove leggi mirate alle violazioni delle sanzioni. 

Queste leggi includono divieti di viaggio, embarghi sulle armi, restrizioni commerciali e il congelamento dei beni, compresi i cripto-asset e i portafogli.

L’eurodeputata olandese Sophie in ‘t Veld ha sottolineato l’importanza di questa legislazione. Nello specifico evidenziando che gli approcci nazionali divergenti hanno creato vulnerabilità e lacune, mentre le nuove regole consentiranno la confisca dei beni congelati.

La nuova direttiva prevede pene più severe per chi viola o elude le sanzioni. Le nuove leggi trasformano le violazioni delle sanzioni in reati penali, punibili con pene detentive fino a un massimo di cinque anni in tutti gli Stati membri dell’UE.

I legislatori rappresentanti i 27 Stati membri hanno espresso il loro sostegno alle nuove regole con 543 voti favorevoli, mentre 45 si sono espressi contrari e 27 si sono astenuti. 

Questa legislazione dell’UE è stata promossa dalle preoccupazioni riguardanti il possibile aggiramento delle sanzioni del blocco contro la Russia.

AMLA: sede a Francoforte per la nuova autorità europea antiriciclaggio

Di recente, i rappresentanti del Consiglio dell’Unione Europea e del Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo sulla sede della futura autorità europea per l’antiriciclaggio e la lotta al finanziamento del terrorismo (AMLA).

Nello specifico viene stabilito che l’organizzazione sarà situata a Francoforte, in Germania.

L’Autorità, incaricata di supervisionare il settore delle criptovalute, prevede di iniziare le sue operazioni a metà del prossimo anno. Con oltre 400 membri dello staff, diventa il fulcro della riforma del quadro antiriciclaggio dell’UE, come dichiarato in un comunicato stampa. 

Nonostante la decisione ufficiale, Mairead McGuinness, commissario europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali, aveva anticipato che l’autorità era operativa già dalla mattina successiva alla decisione.

Durante una conferenza stampa, McGuinness ha sottolineato l’importanza dell’AMLA nel mitigare i rischi legati a ingenti transazioni finanziarie, imponendo un limite di 10.000 euro a livello europeo per i pagamenti in contanti. 

Ha anche evidenziato la necessità di affrontare i rischi derivanti dalle criptovalute e dall’anonimato che tali transazioni consentono.

L’ubicazione della sede a Francoforte segue la revisione delle norme dell’UE sul trasferimento di fondi dell’anno scorso, che ha permesso il tracciamento delle transazioni in criptovaluta. 

Recentemente, l’UE ha anche approvato il suo rilevante quadro normativo Markets in Crypto Assets (MiCA).

L’UE introduce l’AI Act: normative rivoluzionarie sull’intelligenza artificiale

L’Unione Europea (UE) ha recentemente implementato l’AI Act, una legislazione che pone l’accento sulle aree ad alto rischio nell’impiego della tecnologia AI.

La legge, acclamata come “storica” dal commissario UE Thierry Breton, introduce un approccio basato sul rischio nella supervisione dell’IA. In particolare focalizzandosi su settori ad alto rischio come l’impiego governativo dell‘intelligenza artificiale per la sorveglianza biometrica. 

Inoltre, stabilisce regole per sistemi simili a ChatGPT, richiedendo trasparenza prima della loro introduzione sul mercato. Il voto, che ha seguito un accordo politico nel dicembre 2023, sancisce mesi di meticoloso lavoro sulla formulazione del testo legislativo.

L’AI Act si basa sul principio che maggiore è il rischio associato all’applicazione dell’IA, maggiore è la responsabilità degli sviluppatori. Questo principio è particolarmente significativo in settori critici come il reclutamento e l’accesso all’istruzione.

Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione europea per un’Europa pronta per l’era digitale, enfatizza l’attenzione sui casi ad alto rischio. Garantendo così che lo sviluppo e l’implementazione delle tecnologie AI siano in linea con i valori e gli standard dell’UE.

L’implementazione completa della legge sull’IA è prevista per il 2026, con disposizioni specifiche che entreranno in vigore prima per facilitare una graduale integrazione del nuovo quadro normativo. 

Oltre a stabilire le basi normative, la Commissione europea sostiene proattivamente l’ecosistema di intelligenza artificiale dell’UE, incluso l’Ufficio AI responsabile del monitoraggio del rispetto della legge.

L’AI Act dell’UE sarà la prima normativa globale sull’intelligenza artificiale. Mirata duque a regolamentare l’uso dell’IA nell’UE per promuovere una diffusione responsabile, proteggere le persone e instillare fiducia nei sistemi di intelligenza artificiale. 

La legge si articola su quattro livelli di rischio, fornendo un approccio chiaro e comprensibile alla regolamentazione dell’IA. 

Quest’ultimo è applicato attraverso le autorità nazionali di vigilanza del mercato, con il supporto di un ufficio europeo per l’intelligenza artificiale all’interno della Commissione europea.

Alessia Pannone
Alessia Pannone
Laureata in scienze della comunicazione e attualmente studentessa del corso di laurea magistrale in editoria e scrittura. Scrittrice di articoli in ottica SEO, con cura per l’indicizzazione nei motori di ricerca, in totale o parziale autonomia.
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