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Tether prosegue la sua crociata contro gli illeciti in crypto: bloccati altri 5,2 milioni di USDT provenienti da fake phishing

Ieri Tether, il più grande emittente di stablecoin al mondo, ha individuato e bloccato 12 indirizzi crypto per un valore totale di 5,2 milioni di USDT, dopo aver rilevato la provenienza sospetta da tentativi di fake phishing.

Con questa mossa la società con sede alle Isole Vergini Britanniche ribadisce il proprio impegno e la propria dedizione nel combattere scam ed attività illecite nel settore crypto.

Pochi giorni fa la stessa Tether era stata oggetto di scandalo dopo il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha gettato fango su USDT esprimendo preoccupazione per le prossime azioni normative del governo USA.

Vediamo tutti i dettagli di seguito.

Crypto news: Tether freeza 5,2 milioni di USDT riciclati con schemi di fake phishing

Tether, famoso emittente di stablecoin ,continua a mettere i bastoni tra le ruote a tutti gli hacker e agli scammer del settore crypto.

Ieri la società crittografica ha identificato e congelato gettoni USDT per un valore complessivo di 5,2 milioni di dollari, provenienti da attività di riciclaggio di denaro tramite fake phishing.

L’allarme sull’illegalità dei fondi era stato lanciato dalla società di analisi on-chain MisTrack, che poche ore prima dell’operato di Tether, aveva segnalato come le crypto si fossero mosse su 12 indirizzi Ethereum differenti.

Immediatamente i fondi, targettizzati come provento phishing, ossia ottenuti con un particolare tipo di truffa che inganna le vittime con indirizzi fake, sono stati freezati ed aggiunti alla  Black List di Tether.

Ormai da diversi anni la compagnia, impegnata a gestire l’emissione di USDT e a controllarne i traffici on-chain, combatte le attività illecite del mondo crypto portate avanti tramite la propria stablecoin.

Solitamente quando  in questo contesto Tether rileva tentativi di riciclaggio di denaro, truffe, attacchi hack, tentativi di fake phishing, aggiunge un blocco al portafoglio del responsabile di queste attività e gli impedisce di scambiare le crypto, rendendo le monete prive di valore.

Al momento possiamo contare un totale di 1.476 indirizzi aggiunti alla Black List di Tether, per un totale bloccato di 1,1 miliardi di USDT.

Recentemente la società aveva bloccato un’altra truffa telematica gestita da malviventi che si spacciavano per supporto tecnico crittografica, riuscendo a sospendere 1,4 milioni di USDT grazie anche alla collaborazione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e del Federal Bureau of Investigation (FBI).

Tether ha anche ribadito più volte la solidità del proprio prodotto di punta USDT, nonostante le critiche dei vari detrattori, sottolineando la trasparenza dell’asset, garantito  con cash, titoli del tesoro statunitense, Overnight Reverse Repurchase Agreements, fondi  Money Market, depositi garantiti, Bitcoin e metalli preziosi.

La stabilità finanziaria di Tether è stata tra l’altro rafforzata dagli ultimi dati sulle trimestrali del colosso dell’industria stablecoin, con gli utili che sono saliti al valore record di  4,5 miliardi di dollari.

Paolo Ardoino risponde alle provocazioni del CEO di Ripple ed elogia i risultati di Tether nel mondo crypto

Recentemente abbiamo assistito ad un tentativo, alquanto bizzarro, di destabilizzazione del trono di Tether da parte di un noto competitor del settore crypto, con critiche che non hanno dovuto aspettare prima di ricevere una risposta immediata ed essere contrassegnate come notizie fake.

Tutto è iniziato quando il Rapporto delle Nazioni Unite ha identificato USDT come crypto preferita dai truffatori che intendono riciclare denaro, creando un putiferio mediatico attorno alla figura di Tether, da sempre venerata come perfettamente compliante con le regolamentazioni statunitensi e dunque contraria alle attività illecite svolte con la propria moneta.

Pochi giorni dopo lo scioccante rapporto, il CEO di Ripple  Brad Garlinghouse, durante un’interessante podcast ha sottolineato come “ Il governo degli Stati Uniti stia inseguendo Tether esprimendo preoccupazione riguardo una possibile indagine investigativa dei federali nei confronti dell’azienda con sede operativa ad Hong Kong e sede legale alle Isole Vergini Britanniche.

Garlighouse ha criticato tra l’altro anche Paolo Ardoino, come “CEO non informato” riguardo fatti potenzialmente dannosi per la propria attività.

Il CEO di Tether ha subito preso parola su X per contrastare i commenti di Garlinghouse, descrivendo le sue affermazioni come fake e insinuando che sia stato guidato dall’imminente nascita della stablecoin di Ripple che potrebbe competere con USDT.

Ardoino ha poi difeso la posizione della propria società elencando tutti i risultati ottenuti e le gesta positive nel sostenere un ambiente crypto dove regna la legalità e dove vengono combattuti gli scam, gli hack e i fake phishing.

In particolare  il miliardario italo-americano ha fatto presente come a causa di varie  irregolarità a gennaio  2022 tether abbia bloccato 3 indirizzi contenenti 150 milioni di dollari, per poi freezare altri 360 milioni di USDT alla fine dell’anno.

Più recentemente, a novemebre 2023 la società ha confiscato indirizzi contenenti 225 milioni di USDT legati a un presunto traffico di esseri umani nel sud-est asiatico. 

Da sottolineare inoltre come la società negli ultimi anni abbia collaborato con 24 agenzie di polizia in più di 40 Paesi, lavorando a circa 339 richieste di blocco di wallet solo negli ultimi 3 anni.

Tether ha anche offerto controlli sul mercato secondario per congelare le attività collegate alle persone sanzionate presenti nell’elenco dell’Office of Foreign Assets Control Specially Designated Nationals degli Stati Uniti, oltre ad offrire la popria disponibilità a società di monitoraggio on-chain come Chainalysis.

Tutto ciò sottolinea la posizione intoccabile di Tether, come guardiano del mondo crypto impegnato a preservare l’integrità dell’industria e a combattere le attività illecite.

Alessandro Adami
Alessandro Adami
Laureato in "Informazione, Media e Pubblicità", da oltre 4 anni interessato al settore delle criptovalute e delle blockchain. Co-Fondatore di Tokenparty, community attiva nella diffusione di crypto-entuasiasmo. Co-fondatore di Legal Hackers Civitanova marche. Consulente nel settore delle tecnologie dell'informatica. Ethereum Fan Boy e sostenitore degli oracoli di Chainlink, crede fermamente che in futuro gli smart contract saranno centrali all'interno dello sviluppo della società.
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