Il CME (Chicago Mercantile Exchange) è la maggiore borsa al mondo per future ed opzioni, anche se per quanto riguarda Bitcoin molti scambi di questi derivati avvengono su exchange crypto.
Quello che però è certo è che gli speculatori istituzionali preferiscono il CME agli exchange crypto per prendere posizione a breve termine sul prezzo di BTC.
Summary
CME: Il possibile rally di Bitcoin
Analizzando il trading di opzioni su Bitcoin al CME, CF Benchmarks afferma che le probabilità di un rally del prezzo di BTC sul breve termine sembrano ancora decisamente scarse.
CF Benchmarks è una società del gruppo Kraken, il secondo maggiore exchange crypto americano, ed oltre che occuparsi di analisi si occupa soprattutto di indici sugli asset digitali.
Lo scorso mese hanno lanciato il CF Bitcoin Volatility Index, che misura la volatilità implicita delle opzioni sul prezzo di BTC al CME.
Ad esempio in questo momento il valore del CF Bitcoin Volatility Index Settlement Rate (BVXS) è di poco inferiore a 59,8 punti, ovvero un livello superiore ai 54,5 punti dell’8 maggio, ma ancora nettamente inferiore al picco annuale di 89,1 punti dell’11 marzo.
Gli analisti di CF Benchmarks fanno notare che la volatilità implicita per le opzioni out-of-the-money (OTM) di tipo put a breve scadenza è stata superiore alla volatilità implicita per quelle di tipo call, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione.
Il fatto è che sebbene i dati sull’inflazione siano risultati buoni, non lo sono ancora a sufficienza per escludere che la politica monetaria della Fed rimanga molto restrittiva ancora a lungo.
Per quanto riguarda il prezzo di Bitcoin ciò significa che gli investitori sono ancora convinti di possibili ribassi sul breve periodo tanto da essere disposti a pagare un premio per le opzioni put protettive.
La differenza tra la volatilità implicita delle opzioni OTM di tipo put, rispetto a quella delle opzioni call, viene detta “inclinazione della volatilità”, ed in questo momento risulta ancora piuttosto pronunciata nelle opzioni a breve scadenza.
Questo indica che gli speculatori tendono a non ritenere probabile l’inizio di un nuovo rally nei prossimi giorni.
Le opzioni sul CME e le possibili direzioni del prezzo di Bitcoin
In questo caso una maggiore volatilità implicita per le opzioni put, ovvero quelle di acquisto, suggerisce che vi sia una maggioranza di speculatori ribassisti su questo mercato, perchè indica che stanno cercando di trarre profitto, o di proteggersi, proprio dalla potenziale debolezza dei prezzi.
Le opzioni put sono proprio contratti derivati che vengono usati per proteggersi, o per speculare, sul calo dei prezzi, mentre quelle call servono per proteggersi contro gli eventuali rialzi.
In particolare sono considerate out-of-the-money (OTC) le opzioni put con strike inferiori al tasso di mercato corrente e le opzioni call superiori al prezzo di mercato spot.
Invece la misura della volatilità implicita è una stima della volatilità futura dell’asset sottostante basata sui prezzi attuali delle opzioni, ed aumenta all’aumentare della domanda.
Quindi una maggiore volatilità implicita delle opzioni OTM di tipo put indica una maggior domanda di queste, rispetto a quelle call, e ciò a sua volta indica una maggiore propensione degli investitori a coprirsi contro eventuali ribassi del prezzo.
Sebbene questi dati non indichino certezze, perchè i mercati non sempre hanno ragione, il fatto che siano estratti dal CME indica che sono soprattutto gli istituzionali ad essere ancora poco inclini a ritenere possibile l’inizio di un rally del prezzo di Bitcoin sul breve periodo.
Il breve periodo
Va tuttavia ricordato che sui mercati crypto con “breve periodo” si intende un lasso di tempo di qualche giorno, o al massimo di una settimana.
Infatti questo discorso potrebbe cambiare se si allungasse l’analisi al medio-breve periodo, ovvero un lasso di tempo di qualche settimana o un mese.
L’ipotesi che circola è che già a partire dalla prossima settimana le cose potrebbero iniziare a cambiare, anche se non vi è alcuna certezza a riguardo.
Quindi se sul breve periodo non sembrano ancora esserci le condizioni favorevoli all’innescarsi di un nuovo rally, già a partire dalla prossima settimane tali condizioni potrebbero iniziare a cambiare.
Occorre ricordare che i mercati finanziari ormai si muovono ad elevatissima velocità, soprattutto grazie a bot ed algoritmi che hanno tempi di reazione anche solamente di pochi millisecondi, quindi potrebbero cambiare idea anche molto velocemente qualora la prossima settimana le condizioni del mercato crypto dovessero iniziare a cambiare.
Inoltre l’attuale periodo di lateralizzazione del prezzo di Bitcoin non esclude affatto un ritorno a 70.000$, ma questo potrebbe non essere sufficiente ad interromperlo.
CF Benchmarks
Un grafico interessante pubblicato da CF Benchmarks è proprio quello tridimensionale delle volatilità implicite delle opzioni su Bitcoin, detto superficie di volatilità.
Questo grafico mostra per l’appunto le volatilità implicite per le opzioni su BTC a breve ed a lungo termine, con diversi delta (o gradi di sensibilità) alle variazioni del prezzo.
Dal grafico emerge che la distorsione prodotta dalla pubblicazione dei dati sull’inflazione di aprile negli USA è stata prodotta soprattutto sulle opzioni OTM con scadenza tra 20 e 40 giorni. Invece spostandosi su quelle con scadenze successive l’inclinazione si sposta a favore delle opzioni call rialziste.
Quindi secondo gli analisti di CF Benchmarks il sentiment degli investitori istituzionali sembra essere positivo, riguardo Bitcoin, a medio termine, mentre appare ancora leggermente negativo sul breve periodo.
Il passaggio da breve a medio-breve termine potrebbe per l’appunto portare ad una svolta, con la riduzione del sentiment ribassista ed un relativamente breve passaggio verso uno rialzista.