Coinbase ha da poco pubblicato il suo rapporto “The State of Crypto” del secondo trimestre 2024, dedicato in particolare alle imprese che rientrano nella lista Fortune 500 ed alla blockchain.
Il rapporto, che non a caso si intitola “The Fortune 500 Moving Onchain”, conclude che le imprese Fortune 500 negli USA stanno adottando la tecnologia blockchain, anche se il Paese è in ritardo ad esempio sulla regolamentazione.
Summary
Le imprese Fortune 500 e l’utilizzo crescente della blockchain
Fortune 500 è la lista delle 500 maggiori società statunitensi per fatturato compilata e pubblicata ogni anno dalla celebre rivista Fortune.
Va sottolineato che la classifica è redatta per fatturato, e non per capitalizzazione di mercato, quindi al primo posto c’è Walmart, seguita da Amazon, poi da ExxonMobil con Apple solamente al quarto posto.
A fine 2023, quando è stata redatta questa classifica, la maggiore società al mondo per capitalizzazione di mercato era Apple, perchè pur essendo solo quarta per fatturato risultava comunque essere prima per utili.
Ad esempio Microsoft, che ad oggi è prima per capitalizzazione di mercato, a fine 2023 negli USA era solamente tredicesima per fatturato.
Se al primo posto c’è Walmart, con quasi 650 miliardi di dollari di fatturato in un solo anno, al cinquecentesimo c’è O-I Glass con 7 miliardi. Quindi il divario di fatturato tra la prima e l’ultima società del Fortune 500 è di quasi cento volte tanto.
È per questo che a volte si distingue tra la lista delle prime 500 e quella delle prime 100, dato che quest’ultima lista si conclude con una società, Best Buy, che fattura 85 miliardi di dollari, ovvero più di dieci volte la cinquecentesima.
Il rapporto blockchain di Coinbase sulle imprese Fortune 500
Il rapporto “The Fortune 500 Moving Onchain”, condotta per Coinbase da The Block, svela che il 56% delle aziende Fortune 500 afferma di avere in corso progetti basati su blockchain.
Si tratta di più della metà delle aziende, cosa che a sua volta significa che la maggior parte delle 500 maggiori aziende statunitensi per fatturato sta attualmente già lavorando a progetti blockchain, in una qualsiasi fase che va dall’ideazione allo sviluppo.
Questa percentuale però scende al 39% se si prende in considerazione l’incremento dei progetti blockchain delle aziende Fortune 100 nel 2023 rispetto al 2022.
Inoltre il 53% delle piccole che hanno una certa conoscenza delle criptovalute, il 53% risulterebbe alla ricerca di candidati crypto-friendly per ruoli finanziari, legali o tecnologici.
Sebbene sia difficile trarre conclusioni definitive da questi dati, il quadro che emerge è quello di un interesse generalizzato delle aziende nei confronti del settore crypto e blockchain, anche se forse l’interesse maggiore lo si riscontra tra le aziende di dimensioni inferiori.
Nonostante ciò Coinbase afferma che le principali aziende pubbliche americane sono comunque più impegnate che mai in ambito onchain.
Inoltre fa notare che l’incremento di interesse riscontrato fa aumentare anche l’urgenza di regole chiare per le criptovalute negli USA, per aiutare a mantenere sviluppatori ed altri talenti sul territorio nazionale.
L’intento politico
Non va dimenticato che Coinbase, che è la principale società crypto statunitense quotata in borsa, da tempo sta facendo lobby politica pro-crypto con la sua iniziativa Stand with Crypto.
Questo report “The State of Crypto” sembra proprio finalizzato anche a sostenere tale campagna, dato che arriva ad evidenziare come ci siano molte aziende importanti negli USA che stanno cercando di innovare in ambito blockchain, e che si trovano frenate o addirittura ostacolate dall’assenza di una regolamentazione chiara e specifica.
Nella UE ad esempio quest’anno è stata introdotta una regolamentazione crypto chiara e specifica (il cosiddetto MiCA), e nel 2025 questo potrebbe diventare un vantaggio competitivo nei confronti degli USA.
L’obiettivo di Coinbase ovviamente è quello di scoraggiare gli Stati Uniti a rimanere indietro, cosa che rende evidente all’interno dello stesso report affermando che una regolamentazione chiara e specifica potrebbe aiutare gli USA a mantenere la leadership sul settore crypto a livello globale.
Le prospettive future
Il report però afferma anche che in realtà l’ostacolo maggiore all’adozione della blockchain per le aziende statunitensi è la carenza di talenti, più che l’assenza di una regolamentazione.
Questo implica necessariamente che occorrerebbe che gli USA nel complesso tornassero a favorire l’innovazione fin dai percorsi scolastici, ed in particolare quelli universitari.
L’unico modo per favorire dall’alto il diffondersi di un interesse professionale nei confronti del settore crypto e blockchain è quello di favorire il moltiplicarsi dei corsi di laurea specialisti in tecnologie crypto e servizi finanziari innovativi, e questa dinamica non può che venire da scelte politiche.
Le aziende sicuramente ci stanno già mettendo del loro, ma ora occorrerebbe che anche la politica facesse la sua parte.
A questo punto è ancora più evidente l’intento politico che c’è dietro le iniziative di Coinbase, che non mira solamente a favorire, come è ovvio, il proprio business, ma in ultima analisi anche l’evoluzione stessa del tessuto industriale statunitense.
Ciò che ha fatto Google negli ultimi 25 anni potrebbe provare a farlo Coinbase nei prossimi 25.