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La SEC ha cambiato idea: ora ritiene Ethereum una commodity

Sembra che la SEC abbia cambiato idea su Ethereum, e che ora la consideri una commodity. 

Che avesse cambiato idea su Ethereum era già chiaro dal momento in cui ha approvato le richieste per l’emissione di ETF su ETH spot a maggio, ma ora è arrivata anche un’altra conferma. 

La rinuncia della SEC: Ethereum è una commodity

Infatti, ieri sera Consensys ha annunciato sul proprio profilo X ufficiale di aver ricevuto una notifica del fatto che la Divisione Enforcement della SEC sta chiudendo la sua indagine su Ethereum 2.0.

Questo, secondo Consensys, comporterebbe che la SEC non accuserà più chi consente la compravendita di ETH di consentire lo scambio di security non registrate. 

Dopo il passaggio a Proof-of-Stake, nel settembre del 2022, la SEC aveva iniziato a credere che ETH potesse essere considerato una security, dato che l’introduzione della PoS genera anche la possibilità di guadagnare semplicemente mettendo in staking i propri token. 

Tuttavia non è la SEC a decidere cosa vada considerato security, e cosa invece commodity, e l’anno scorso un tribunale si pronunciò esplicitamente sul caso XRP affermando che quando questa criptovaluta viene scambiata sui mercati secondari (gli exchange) non può esser considerata un contratto di investimento, e quindi nemmeno una security. 

A quel punto in molti hanno iniziato a pensare che nel caso in cui un tribunale fosse mai stato obbligato a pronunciarsi su Ethereum (ETH) avrebbe sostenuto più o meno la stessa cosa, ma la SEC non ne voleva sentire parlare lo stesso. 

Il ruolo dell’approvazione degli ETF

Per questi motivi ci si aspettava che la SEC a maggio bocciasse le richieste di emettere un ETF su ETH spot, dato che considerava ETH una security non registrata e quindi non scambiabile sui mercati regolamentati. 

E invece, inaspettatamente, ha finito per approvare queste richieste. 

Da notare che in passato aveva bocciato anche le richieste di emissione di ETF su Bitcoin spot, nonostante BTC lo abbia comunque sempre considerato una commodity. 

Ci volle sempre una sentenza di un tribunale, emessa sempre lo scorso anno, per obbligare di fatto la SEC ad approvarli. 

Invece a maggio, evidentemente, aveva già cambiato idea. 

L’ipotesi che circola è che, essendo in campagna elettorale per le presidenziali di novembre, l’attuale amministrazione Biden abbia voluto non andarsi a cercare rogne con la community crypto, proprio in un momento in cui invece il suo sfidante Trump sembra essere in grado di diventare un punto di riferimento politico negli USA per questa community. 

Quindi la SEC, probabilmente controvoglia, a maggio ha approvato le richieste degli ETF su ETH spot, dopo il clamoroso successo sui mercati tradizionali degli ETF su BTC spot nella prima parte dell’anno, ed ora si è di fatto trovata a non poter più sostenere l’ipotesi che ETH vada considerata una security non registrata. 

Il voltafaccia della SEC: l’agenzia cambia idea su Ethereum (ETH), è una commodity

Il punto è che, se la SEC considerava davvero ETH una security non registrata, non avrebbe potuto approvare degli ETF spot collateralizzati in ETH. 

Quindi già da maggio era chiaro che la SEC aveva cambiato idea a proposito di Ethereum, da questo punto di vista, anche se probabilmente controvoglia ed in modo affatto convinto. 

D’altronde la SEC è a tutti gli effetti un’agenzia governativa, i cui capi e membri possono essere sostituiti dal governo. Pertanto in ultima analisi è il governo americano che ne decide la politica, e non gli organismi interni. 

A questo punto era inevitabile anche che la SEC decidesse di non andare avanti con la causa contro Ethereum ritenuta una security non registrata, perchè avrebbe significato di fatto auto-accusarsi di aver violato la legge autorizzando un ETF su un asset considerato non scambiabile a norma di legge sui mercati. 

Il risultato è che non solo la SEC ha approvato gli ETF su ETH spot sulle borse USA, ma che ha anche inevitabilmente dovuto cessare di accusare Ethereum di essere una security non registrata. 

A questo punto negli USA si può affermare che ETH vada considerata una commodity, come Bitcoin

La società Consensys 

Consensys ha ottenuto questa notifica perchè il 7 giugno ha inviato una lettera alla SEC con la quale chiedevano all’agenzia di confermare che le approvazioni degli ETF su ETH spot di maggio si basavano sul fatto che ETH fosse considerata una commodity. In risposta l’agenzia è stata costretta ad ammettere di aver chiuso la sua indagine su Ethereum 2.0.

La società però afferma anche che la sua lotta continua, perchè ora chiede anche una dichiarazione ufficiale in merito al fatto che l’offerta del software di interfaccia utente MetaMask Swaps and Staking non violi le leggi sulle security. 

Consensys infatti è la società che ha sviluppato il noto wallet crypto MetaMask, al cui interno ormai da tempo sono state integrate anche funzionalità di scambio. 

MetaMask è probabilmente il wallet per Ethereum più usato al mondo, e Consensys è la società di riferimento in questo ambito, se si escludono le organizzazioni no profit come la Ethereum Foundation. 

Il fondatore di Consensys è Joseph Lubin, che a sua volta è stato anche uno dei co-fondatori secondari di Ethereum. Si tratta di un vero e proprio colosso in questo settore, ed è per questo che insiste tanto anche ad alti livelli per impedire alle autorità di fermare Ethereum. 

Una delle cose che ha fatto è stata quella di denunciare la SEC stessa, per cercare di impedire all’agenzia di imporre la propria volontà al di là del ruolo che le spetta. 

Ora come ora si può affermare che questa battaglia di Consensys contro la SEC si stia concludendo con una vittoria per la società crypto, ed una sconfitta per l’agenzia governativa, anche se teoricamente non si tratta ancora di una battaglia completamente conclusa. In questo momento però sembra piuttosto difficile un ribaltamento di fronte finale. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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