Venerdì, Lacoste ha chiuso i social network del progetto NFT UNDW3 e la community ha reagito accusando l’azienda di scam. Inoltre, si presuppone un rugpull di 1.000 ETH.
Summary
Il progetto NFT di Lacoste e le accuse di scam
Lacoste ha lanciato il suo progetto basato su NFT nel 2022.
Il mercato degli NFT ha avuto un vero e proprio boom nel 2021, toccando i livelli massimi a gennaio 2022. Da allora ha iniziato ad implodere.
Prendendo come riferimento l’allora principale marketplace, OpenSea, si è passati dai 5 miliardi di scambi mensili di gennaio 2022 ai 300 milioni di dicembre dello stesso anno. In seguito, nel 2023 i volumi mensili sono scesi anche sotto i 100 milioni.
Quindi il progetto NFT di Lacoste è stato lanciato in pieno bear-market, ovvero in un momento davvero poco propizio per questo mercato.
A giugno dell’anno scorso provarono a rilanciarlo, ma evidentemente senza successo.
E così all’inizio di agosto hanno annunciato la della fine delle collezioni NFT UNDW3, e la scorsa settimana hanno chiuso tutti i canali social.
La collezione UNDW3
UNDW3 è la prima collezione di NFT di Lacoste.
Su OpenSea risultano esserci più di 11.000 NFT sia della collezione UNDW3 Card, lanciata nel giugno del 2022, sia della collezione UNDW3: The Emerge lanciata l’anno scorso.
I volumi di scambio su OpenSea della prima collezione sono precipitati dai 2.300 ETH settimanali del lancio agli attuali 0,03 ETH, mentre quelli della seconda sono precipitati da 22 a 0,04 ETH.
Oltretutto dopo il boom iniziale, durato in entrambi i casi solo pochi mesi, c’è stato un continuo calo che rende evidente la colossale perdita di interesse del mercato per questi prodotti.
La società prometteva ai possessori accesso esclusivo agli eventi del brand, ma alla fine il progetto è stato invece chiuso.
Non si sa di preciso quanto l’azienda ha incassato dalla vendita di questi NFT, ma trattandosi di due collezioni da 11.000 NFT ciascuna, e con un volume di scambio complessivo su OpenSea superiore ai 4.000 ETH, l’incasso complessivo non dovrebbe essere stato molto contenuto.
Le accuse di scam contro il progetto NFT di Lacoste
La società aveva anche promesso ad un certo punto di star lavorando ad un nuovo caso d’uso di questi NFT legato alla creazione ed al gioco’, cercando così di rassicurare i fan.
Dichiararono che il progetto in realtà non era finito, ma stava evolvendo in un’iniziativa più ampia mirata ad offrire un’esperienza più inclusiva e accessibile per tutti gli appassionati del brand.
E invece di fatto è stato chiuso, per ora.
Anche il sito web ufficiale undw3.lacoste.com risulta ormai essere offline.
A questo punto alcuni possessori di quegli NFT hanno iniziato ad accusare la società di truffa.
L’ipotesi è che con questa iniziativa abbiano raccolto circa 1.000 ETH nel 2022, e che poi, una volta raccolti, si siano semplicemente disinteressati del progetto.
Vengono di fatto accusati di aver rugpullato 1.000 Ethereum (ETH) con una sorta di soft rug.
L’ipotesi di truffa
Per ora non sembra vi sia ancora alcuna denuncia penale nei confronti dell’azienda.
Inoltre anche nel caso in cui gli NFT da loro messi sul mercato abbiano perso tutto il loro valore, o quasi, potrebbero anche non essere ritenuti colpevoli di aver commesso qualche reato.
Tuttavia c’è chi ritiene lo stesso che questo comportamento vada considerato truffaldino.
Da un lato c’è un’azienda che vende un prodotto il cui valore di mercato non è necessariamente destinato nè ad aumentare nè ad essere preservato nel tempo. Dall’altra ci sono persone che lo comprano sperando che acquisisca valore nel tempo, e che poi semplicemente si accorgono di aver scommesso sul cavallo sbagliato.
Va ricordato che se Lacoste avesse promesso di far apprezzare il valore di mercato di quegli NFT nel corso del tempo avrebbe di fatto venduto una security non registrata, quindi molto probabilmente non lo ha fatto. Pertanto potrebbe non avere alcun obbligo legale in tal senso.
Le indagini
Ad oggi non risulta nemmeno che vi sia qualche autorità che indaghi su questa vicenda.
Questo non significa necessariamente che nessuna autorità ci abbia messo gli occhi sopra, ma solo che per ora non sembra che la società stia rischiando nulla.
Sta però indagando la community, che tuttavia ha le armi spuntate a riguardo. Infatti può utilizzare solo informazioni pubbliche, e non può ad esempio intimare la società di comunicare i dati precisi e completi.
Quello che però emerge è che difficilmente la società non sapeva che gli NFT che ha venduto, incassando probabilmente almeno 1.000 ETH, nel corso del tempo avrebbero potuto deprezzarsi, ma nonostante ciò ha continuato a venderli e promuoverli fino a che le è convenuto. In seguito si è stufata di farlo, ed ha semplicemente smesso, fregandosene delle perdite accumulate dai proprietari di quegli NFT.
Per ora non si può affermare che ci sia qualcosa di illecito in tutto ciò, ma sicuramente si può affermare che chi ha creduto che quegli NFT si sarebbero apprezzati nel corso del tempo si è sbagliato di grosso. A questo punto anche chi ha creduto che potessero servire a qualcosa si è sbagliato di grosso, anche se non è ancora del tutto detto che il progetto UNDW3 sia definitivamente terminato.