Qualche giorno fa Tether ha annunciato il lancio di una nuova unità contro i crimini insieme a Tron e TRM Labs.
Si tratta della cosiddetta T3 Financial Crime Unit (T3 FCU), ed è frutto di una collaborazione pubblico-privata per combattere le attività illecite associate all’uso di USDT sulla blockchain di Tron.
Summary
Tether e Tron contro i crimini crypto
Ormai da tempo la maggior parte delle transazioni in USDT, la stablecoin di Tether, avvengono su Tron.
Inizialmente USDT, nel lontano 2014, fu lanciata su Omni, una chain basata sulla blockchain di Bitcoin. In seguito però fu lanciata anche su Ethereum, dove trovò un utilizzo molto più ampio.
La blockchain di Ethereum però non ha fee molto contenute sulle transazioni, e così Tether decise di metter a disposizione la sua stablecoin anche su blockchain più economiche, come per l’appunto Tron.
Attualmente USDT è presente su ben 16 blockchain, tra cui Omni, Ethereum e Tron, e su diversi layer-2.
Dei circa 118 miliardi di token USDT quasi 62 miliardi sono su Tron, mentre su Ethereum sono meno di 54. Omni ormai è stata superata anche da Solana e Avalanche, con TON che sta crescendo molto.
L’unità contro i crimini: Tether e Tron collaborano
T3 FCU, oltre a Tether e Tron, coinvolge anche e soprattutto TRM Labs, una delle principali società di intelligence blockchain che ha competenze nell’ambito della lotta ai crimini finanziari. Tron ha le competenze tecniche on-chain, e Tether metterà a disposizione il proprio team di indagini esterne.
L’unità è già stata creata tempo fa, e Tether dichiara che nelle settimane successive al lancio l’iniziativa ha già facilitato il congelamento di oltre 12 milioni di USDT, in collaborazione con le forze dell’ordine, in fondi associati a truffe e schemi truffaldini sugli investimenti.
TRM fornirà supporto continuo a Tron e Tether nell’identificazione di transazioni che hanno una connessione con presunte attività illegali, come ad esempio finanziamento al terrorismo, evasione delle sanzioni, furti, hacking, criminalità informatica e frodi. Il lavoro supporterà gli sforzi di Tron e Tether per interrompere l’attività criminale e aiutare le collaborazioni con le forze dell’ordine in tutto il mondo.
USDT
Tether nel comunicato ufficiale afferma anche che le stablecoin come USDT sono la spina dorsale del settore degli asset digitali, perchè forniscono una riserva di valore stabile e consentono movimenti fluidi di fondi tra le piattaforme.
Inoltre non nega che le stesse caratteristiche che rendono USDT attraente per gli utenti legittimi attirano anche l’attenzione di truffatori, finanziatori del terrorismo e altri soggetti criminali.
Quindi se da un lato la popolarità e la base di utenti di USDT su Tron crescono, dall’altro cresce anche la sua esposizione indesiderata a tali soggetti criminali.
T3 FCU ha come obiettivo proprio quello di fare un passo significativo verso l’impedimento della capacità dei malintenzionati di riciclare e utilizzare i proventi del crimine utilizzando USDT, così da salvaguardare l’integrità della blockchain di Tron.
Il dollaro alternativo e la finanza parallela
Sempre un paio di giorni fa il famoso Wall Street Journal (WSJ) ha pubblicato un articolo proprio su USDT in cui lo definisce “Il dollaro alternativo che alimenta un mondo finanziario parallelo”.
Nell’articolo il WSJ afferma che USDT ormai rivaleggia con Visa, per volume di transazioni, gestendo fino a 190 miliardi di dollari al giorno, e nonostante Tether abbia meno di 100 dipendenti nel 2023 ha superato addirittura BlackRock in termini di redditività, arrivando a guadagnare 6,2 miliardi di dollari.
Nonostante Tether collabori spesso con le forze dell’ordine, il WSJ afferma che le sue attività minano gli sforzi degli USA per combattere trafficanti d’armi, violatori di sanzioni e truffatori, perchè consente un’economia parallela al di fuori della portata delle forze dell’ordine statunitensi.
Afferma anche che è controllato da un gruppo segreto di proprietari, mentre invece i proprietari ed i gestori di Tether sono ben noti, a partire dal CEO Paolo Ardoino.
Il giornale statunitense ammette che che Tether è in grado di tracciare ogni transazione di USDT su blockchain pubblica, e di poter sequestrare i token e bloccare i wallet ì, ma afferma che questo blocco si è rivelato in gran parte inefficace, Infatti su 153 miliardi di dollari in 2.713 wallet inseriti nella lista nera, Tether sarebbe riuscita a bloccare in tutto solamente 1,4 miliardi di dollari, mentre il resto è stato spostato o prelevato prima del blocco.
Probabilmente è anche per questo che è stata istituita l’unità T3 FCU, ovvero per cercare di rendere più facile e veloce l’intervento delle autorità per i sequestri. Non va dimenticato infatti che Tether non blocca arbitrariamente i wallet, ma interviene su esplicita e precisa richiesta delle autorità. Il processo deve essere facilitato per poter essere velocizzato in modo da renderlo davvero efficace.