Ci sono news per quanto riguarda la causa della SEC contro l’exchange crypto statunitense Coinbase.
Infatti l’agenzia ha chiesto alla corte più tempo per poter esaminare la documentazione. Questo dovrebbe prolungare la causa ben oltre le elezioni presidenziali di novembre, fino a 2025 inoltrato.
Summary
Crypto news: la richiesta della SEC nella causa contro l’exchange Coinbase
Mercoledì la SEC ha inviato una lettera al giudice Katherine Polk Failla con la quale ha chiesto una proroga della scadenza per completare l’analisi della documentazione.
Infatti il giudice aveva fissato come scadenza il 18 ottobre 2024, ma la SEC chiede tempo fino al 18 febbraio 2025.
Nella lettera l’agenzia spiega che gli sforzi per esaminare la documentazione sono stati estesi, come la produzione di centinaia di migliaia di documenti per gli imputati e soprattutto la revisione di più di 133.000 documenti.
In effetti appare impensabile che in poche settimane l’agenzia riesca ad esaminare più di 133.000 documenti.
Inoltre sottolinea che in precedenza su questo caso nessuna parte ha richiesto estensioni delle scadenze per completare l’analisi della documentazione, sottintendendo che non dovrebbero esserci ostacoli alla proroga di quattro mesi.
Ultime news e aggiornamenti sulla causa della SEC contro l’exchange Coinbase
Curiosamente a chiedere questa proroga in questo caso è il denunciante, ovvero l’agenzia che ha accusato l’exchange di aver offerto al pubblico security non registrate.
Ma la questione è più complessa, ed in realtà tale richiesta della SEC è assolutamente comprensibile.
Infatti le accuse di vendita di security non registrate sono cadute ad aprile, quando la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Secondo Circuito ha dichiarato che le vendite di criptovalute sul mercato secondario (gli exchange) non violano il Securities Exchange Act.
Nel frattempo però Coinbase a sua volta aveva controdenunciato la SEC, accusata in particolare di non aver fornito indicazioni chiare su come comportarsi, dato che è espressamente l’agenzia statunitense che deve vigilare sul mercato delle security negli USA.
L’exchange aveva chiesto in subpoena la produzione della documentazione che potesse giustificare le accuse della SEC.
L’agenzia ha poi chiesto al tribunale di archiviare tale subpoena, ma il giudice ad agosto si è rifiutato, dando di fatto ragione a Coinbase.
La SEC sosteneva che la documentazione che le veniva chiesto di presentare costituiva fondamentalmente una mole di materiale totalmente irrilevante, ma il giudice Failla non era d’accordo. Anzi ha di fatto intimato all’agenzia di fornire tutte le informazioni necessarie per giustificare la sua condotta.
La SEC sotto accusa
Quindi sebbene in un primo momento era la SEC ad accusare Coinbase in tribunale di aver violato la legge, ora la situazione si è ribaltata.
A dire il vero Coinbase non sembra stia accusando la SEC di qualche specifico reato, ma di fatto di averla perseguitata ingiustamente.
L’agenzia comunque è tenuta a difendersi, e nella lettera presentata mercoledì ha specificato che la Corte le ha ordinato di intraprendere una revisione di documenti aggiuntivi, e le parti si sono accordate per revisione di materiale potenzialmente responsivo. Afferma anche che, ai sensi di tale accordo, sta procedendo con la raccolta del materiale, ma le occorre più tempo.
La SEC rinuncerà?
Va ricordato che fino ad ora l’agenzia statunitense ha perso quasi tutte le cause che ha avviato contro società crypto accusate di aver offerto al pubblico security non registrate. Inoltre quelle che non ha perso spesso sono terminate non con una vittoria netta, ma con un accordo tra le parti.
Ad alcune cause intentate ha addirittura rinunciato, nel momento in cui si è resa conto che erano destinate al fallimento.
A questo punto è difficile comprendere perchè stia continuando ad andare avanti contro Coinbase.
Si potrebbe però immaginare che possa ritenere dannoso, per sè stessa, rinunciare ora, perchè dato che in questo momento è la stessa agenzia ad essere sotto accusa, una sua eventuale rinuncia potrebbe suonare come una parziale ammissione di colpa.
Va ricordato che Coinbase accusa l’agenzia di aver esagerato con la campagna contro gli exchange crypto, e fino ad ora i tribunali sembrano aver supportato questa ipotesi.
Può darsi che l’obiettivo della SEC in questo momento sia quello di far passare le elezioni presidenziali di novembre, e poi magari chiedere all’exchange di farla finita con un accordo.
Oltretutto nel caso in cui a novembre dovesse vincere Donald Trump, i vertici dell’agenzia sicuramente verranno cambiati.
Questione aperta
Attualmente pertanto la questione sembra ancora del tutto aperta, anche se Coinbase sembra al sicuro. La SEC comunque potrebbe anche uscirne fuori, ad un certo punto, soprattutto in caso di vittoria di Trump e sostituzione dei vertici.
Quindi, se da un lato la causa di Coinbase contro la SEC è ancora una questione aperta, e tale potrebbe rimanere fino al 2025, la questione riguardo la presunta offerta di security non registrate sugli exchange crypto negli USA sembra ormai archiviata.
Non va però dimenticato che ogni singola criptovaluta, ed ogni singolo token, andrebbe esaminato singolarmente per stabilire se si tratta di una security o no, e fino ad ora delle decine di migliaia di token e crypto presenti sui mercati ne sono state esaminate nelle aule giudiziarie solo una piccola manciata.