Il co-fondatore di BitMEX, Arthur Hayes, sostiene che le politiche monetarie e finanziarie della Cina potrebbero finire per favorire Bitcoin.
La questione in realtà è ancora dibattuta, dato che in Cina tecnicamente sarebbe vietato acquistare BTC, ma il ragionamento di Hayes appare perlomeno logico.
Summary
Lo strano rapporto tra Cina e Bitcoin
Lo Stato cinese è fondamentalmente contrario a Bitcoin.
Bitcoin infatti è una moneta decentralizzata, che lo Stato non può in alcun modo controllare. La Cina è uno stato autoritario, che mal tollera la libertà finanziaria dei propri cittadini.
Nel corso degli anni lo Stato cinese ha emesso diversi ban contro Bitcoin, ma alla fine molti cittadini cinesi hanno semplicemente deciso di non rispettare tali ban.
Ad esempio è ben noto il ban sul mining del 2020, che fece crollare il prezzo di BTC da 64.000$ a 30.000$ in un solo mese.
La conseguenza fu che i miner cinesi smisero di operare sul territorio dello Stato per qualche mese, ed ora ad anni di distanza sono secondi solamente a quelli statunitensi per potenza di calcolo complessiva.
Il ban sul trading di Bitcoin, invece, risale al 2017, e fu esteso ed inasprito sempre nel 2020.
Anche in quel caso il risultato fu solamente un’uscita temporanea dei capitali cinesi dal mercato crypto, mentre ora ad anni di distanza sono di nuovo molti i cinesi che acquistano criptovalute, utilizzando exchange esteri.
In altre parole, la Cina ha già ampiamente perso la sua lotta contro Bitcoin, ed il fatto che in un altro Stato autoritario come la Russia, amico della Cina, le criptovalute alla fine sono state sdoganate, suggerisce che prima o poi anche il gigante asiatico possa ripensarci. Infatti, ormai da tempo ad Hong Kong il settore crypto è in espansione.
L’idea di Arthur Hayes
Ieri Arthur Hayes ha pubblicato un post sul suo blog personale in cui esprime la sua idea riguardo l’impatto che possono avere le politiche monetarie e finanziarie della Cina sul prezzo di Bitcoin.
Nel lungo post Hayes per prima cosa evidenzia come il prezzo di Bitcoin venga influenzato dall’offerta aggregata di moneta sui mercati (la cosiddetta liquidità globale).
L’ipotesi che riporta è che le misure di stimolo cinesi già annunciate non sarebbero sufficienti a far uscire l’economia del Paese dalla recente crisi.
Inoltre ipotizza che la Cina sia pronta ad iniettare altra liquidità sui mercati per “curare il suo cancro deflazionistico”.
A questo punto aggiunge che la Cina finirà per gonfiare ancora una volta il suo sistema bancario ed il settore immobiliare, e dato che la recente bolla immobiliare cinese è stata la più grande della storia, la quantità di credito in yuan che verrà creata rivaleggerà con la quantità di dollari creati dalla Fed durante la pandemia.
Tutto ciò, secondo Hayes, dovrebbe far salire il prezzo di Bitcoin alle stelle.
Non si tratta però di fenomeni di breve durata, ma secondo l’ex CEO di BitMEX sono dinamiche che andranno avanti per anni, o addirittura per decenni.
Cina: l’opportunità di acquisto di Bitcoin
Hayes però si spinge ancora oltre.
Afferma infatti senza mezzi termini che si tratta a tutti gli effetti di una grande opportunità di acquisto, perchè sostiene che prima o poi saranno gli stessi cinesi, pieni di yuan, a volerli spendere per comprare BTC.
Questa grande opportunità di acquisto non è però un’idea condivisa da molti economisti, cosa che lo stesso Hayes ammette. Tuttavia secondo lui proprio il fatto che molti economisti siano attualmente pessimisti sulla dimensione e la portata degli stimoli cinesi sarebbe la vera ragione dell’attuale opportunità di acquisto.
Secondo alcune indiscrezioni, la Cina starebbe valutando l’approvazione dell’emissione di nuovo debito per un totale superiore ai 10.000 miliardi di yuan, ovvero circa 1.400 miliardi di dollari. La Fed in realtà tra il 2020 ed il 2021 creò e mise sui mercati liquidità per quasi 5.000 miliardi di dollari, ma l’ipotesi di Hayes non si limita a prendere in considerazione le misure a breve termine della Cina.
A quel punto Bitcoin potrebbe tornare ad agire come forma di protezione contro politiche monetarie eccessivamente espansive delle grandi banche centrali mondiali, e così potrebbe finire per venir rafforzato dal crescente debito nazionale della Cina.
Tra l’altro, nell’agosto del 2015 la Cina svalutò improvvisamente lo yuan (del 3%), ed il prezzo di Bitcoin contemporaneamente passò da 135$ a 600$.
Le elezioni presidenziali USA in arrivo
A tutto ciò va aggiunto che martedì prossimo si terranno le elezioni presidenziali negli USA.
In genere prima delle elezioni il dollaro si rafforza, mentre poi dopo si indebolisce per mesi.
Il prezzo di Bitcoin sul medio/lungo periodo tende ad essere inversamente correlato al Dollar Index, quindi è possibile che nei prossimi mesi finisca per rafforzarsi, qualora effettivamente il Dollar Index iniziasse una lunga discesa.
D’altronde è probabilmente proprio questo che hanno in mente in questi giorni i mercati crypto, dato che hanno fatto salire il prezzo di BTC sopra i 70.000$ nonostante non vi fossero chiari segnali dell’inizio di un rally a breve.