HomeCriptovaluteBitcoinUfficiale: in Cina è legale possedere Bitcoin

Ufficiale: in Cina è legale possedere Bitcoin

Un tribunale di Shanghai ha dichiarato ufficialmente che in Cina è legale possedere Bitcoin e criptovalute, e che queste hanno tutte le caratteristiche per essere considerate beni di proprietà.

Lo ha riferito ieri il South China Morning Post, con un articolo dedicato alla vicenda. 

Bitcoin è legale in Cina

Nel 2021 il governo cinese emise un ban che riguardava non solo il mining di Bitcoin, ma anche la compravendita di criptovalute

Il ban fu emesso a maggio, dopo che il prezzo di Bitcoin era salito a 64.000$, e fece venire a mancare di colpo i capitali cinesi sui mercati crypto, dichiarati di fatto illegali in Cina.

Il prezzo di Bitcoin precipitò a 30.000$ nell’arco di un mese, ma a fine anno rimbalzò fino a far registrare quello che fu allora il massimo storico a quota 69.000$. 

Tuttavia i cinesi non hanno mai smesso di possedere criptovalute, ed anzi dopo un po’ di tempo hanno iniziato nuovamente a comprarle e venderle utilizzando exchange esteri. 

Il ban è ancora ufficialmente in corso, ma il tribunale di Shanghai ha dichiarato che a norma di legge è perlomeno consentito possederle. 

Quindi Bitcoin di fatto è legale in Cina, solo che non sarebbe legale comprarlo o venderlo. 

Il parere del giudice: in Cina è legale possedere Bitcoin

Il South China Morning Post ha citato un articolo scritto dal giudice Sun Jie della Shanghai Songjiang People’s Court, pubblicato questa settimana sull’account WeChat ufficiale della Shanghai High People’s Court.

In quell’articolo Sun Jie ha scritto esplicitamente che in Cina non può essere considerato illegale per gli individui detenere criptovalute.

Tuttavia per le entità commerciali cinesi non è consentito prendere parte a investimenti in criptovalute o all’emissione di token “a piacimento”. 

L’articolo del giudice conteneva i commenti ad un caso per una recente causa che riguardava controversie tra due società su un’offerta iniziale di monete (ICO), considerata finanziamento illecito in Cina.

Il South China Morning Post aggiunge però anche che la Cina ritiene che le criptovalute rappresentino una minaccia per la stabilità finanziaria, pertanto continua a considerare illegali le attività commerciali legate a questi asset, perlomeno nella Cina continentale. 

Il panorama crypto ad Hong Kong

Ad Hong Kong invece le cose stanno diversamente. 

Hong Kong è un’isola, e tecnicamente non fa parte della Cina continentale, pur essendo di fatto confinante con la città di Shenzhen.

Dal punto di vista politico è una regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese, quindi fa parte a tutti gli effetti della Cina anche se ha alcune leggi proprie. 

Il fatto è che ad Hong Kong invece è lecito comprare e vendere criptovalute, tanto che sulla sua borsa valori sono stati ufficialmente autorizzati degli ETF sia su Bitcoin che su Ethereum spot. 

Spesso Hong Kong viene utilizzato dalla Cina come territorio speciale per fare da apripista a nuove iniziative da testare, quindi c’è la possibilità che il governo cinese stia valutando di rimuovere il ban crypto. 

Probabilmente molto dipenderà da cosa accadrà durante l’attuale bullrun, anche se sembra davvero poco probabile che in questo momento la Cina voglia di nuovo tirarsi fuori dai mercati crypto costringendo anche la borsa di Hong Kong a farlo. 

I problemi della valuta digitale cinese

Dopo aver bannato le criptovalute, la Cina negli anni scorsi emise una sua valuta digitale. 

Si tratta però solamente della versione nativamente digitale della sua valuta fiat, lo yuan, quindi in tutto e per tutto simile alla valuta nazionale classica, solo in un formato tecnico differente. 

Lo yuan digitale, però, non è mai veramente decollato, nonostante possa essere utilizzato in completa alternativa a quello classico, forse perchè tutte le sue transazioni sono sotto il controllo della loro banca centrale. 

Anzi, l’ex capo di questo progetto è stato anche accusato di corruzione, ed espulso dal Partito Comunista Cinese con accuse di aver accettato tangenti.

ThePaper.cn riporta che Yao Qian ha abusato dei suoi poteri, ed ha accettato illegalmente regali di valore per chiudere un occhio su comportamenti illeciti di alcuni utilizzatori della valuta. 

Questo la dice lunga su quanto poco affidabile possa essere una valuta centralizzata, anche se è basata su un registro distribuito. Tutto ciò semplicemente sarebbe impossibile su una vera criptovaluta decentralizzata, come Bitcoin, nel cui ecosistema nessuno ha, ed avrà mai, tali poteri. 

A questo punto in molti si aspettino che la Cina ammetta i propri errori e tolga il ban sulle criptovalute. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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