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Putin: nessuno può bannare le criptovalute come Bitcoin

Ieri il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha affermato che nessuno può bannare le criptovalute. 

Per la precisione alla domanda “chi può bannare Bitcoin” ha risposto “Nessuno”. 

Poi ha aggiunto che nessuno può bannare nemmeno gli altri sistemi elettronici di pagamento. 

L’idea di Putin sulle criptovalute

In realtà i sistemi elettronici di pagamento possono essere bannati, se sono centralizzati, anche se occorre di fatto bloccarli uno per uno. 

Ma se sono decentralizzati, al mondo d’oggi sono in effetti inarrestabili, a meno di non spegnere Internet. 

Putin non ha spiegato questo dettaglio, ma ha solo detto che non si possono bannare per via del fatto che sono nuove tecnologie. D’altronde la loro incensurabilità deriva proprio dal fatto di essere basate sulla nuova tecnologia del P2P e dei protocolli informatici open source decentralizzati. 

Il presidente della Russia ha poi anche specificato che non è importante cosa accada al dollaro USA, o alle altre valute fit, perchè la tecnologia delle criptovalute continuerà ad essere sviluppata ed utilizzata. 

Secondo Putin il vantaggio sta nei bassi costi delle transazioni, e nell’elevata affidabilità. 

In realtà il costo delle transazioni ad esempio in Bitcoin ed Ethereum sui layer-1 non è poi così tanto contenuto, ma in effetti basta usare i layer-2 per avere costi estremamente bassi, e comunque rispetto al costo delle transazioni transnazionali classiche risultano comunque molto economici. 

La Russia e le crypto

Il rapporto tra la Russia e le criptovalute è stato molto travagliato. 

Va ricordato che quando nacque Bitcoin, nel 2009, Putin era già presidente della Russia da nove anni, anche se tecnicamente dal 2008 al 2012 fu primo ministro nella presidenza Medvedev. 

In un primo momento la Russia di Putin non si oppose alle criptovalute, anche perchè grazie all’abbondanza di idrocarburi fossili si poteva minare a costi relativamente contenuti. 

In un secondo momento invece la Russia divenne molto più critica nei confronti delle crypto, tanto da arrivare a provare a vietarle. 

Infatti nel 2021 la banca centrale russa provò a bannarle, ma senza riuscirci. 

Poi, dopo l’avvio della guerra contro l’Ucraina, la posizione si è fatta molto meno critica, forse anche perchè grazie alle criptovalute possono essere aggirate le sanzioni. E così tra il 2023 ed il 2024 la Russia di fatto ha legalizzato le criptovalute e le ha accettate, anche se ponendo delle limitazioni al mining. 

Ad oggi la Russia è il quinto Paese al mondo nel mining di Bitcoin, con il 4,6% di tutto l’hashrate mondiale. È molto distante dal 38% degli USA e dal 21% della Cina, mentre non è molto distante dal 6,5% del Canada o dal 13% del Kazakistan. 

Il caso cinese

Proprio la Cina è il caso più emblematico di uno Stato autoritario che ha provato a bannare le criptovalute. 

Lo ha fatto fin dal 2017, con diversi ban successivi, il più famoso dei quali a maggio del 2021 fece crollare il prezzo di Bitcoin da 60.000$ a 30.000$. 

In effetti quell’anno la Cina riuscì ad azzerare il mining crypto sul proprio territorio, salvo però scoprire già l’anno dopo che alcuni cinesi avevano ripreso a minare illegalmente. 

Nonostante tutti gli sforzi fatti, da un Paese abituato a controllare le azioni dei propri cittadini, alla fine hanno semplicemente dovuto accettare che qualcuno minasse BTC anche da loro, perchè probabilmente i costi della lotta al mining erano di molto superiori ai benefici che stavano ottenendo. 

Anzi, nonostante vi sia ancora a tutti gli effetti un netto divieto alla compravendita di criptovalute nel Paese, sono molti i cinesi che le acquistano utilizzando exchange esteri. 

Se nella seconda metà del 2021 vennero a mancare i capitali cinesi sui mercati crypto, tanto che il prezzo di BTC non riuscì a raggiungere i 100.000$ e si fermò poco sotto i 70.000$, ora invece ci sono, ed è anche per questo che il prezzo di Bitcoin è riuscito a salire sopra i 100.000$. 

Questo caso cinese dimostra che molto probabilmente Putin ha ragione quando dice che in concreto nessuno può veramente bannare Bitcoin, perchè al giorno d’oggi chiunque abbia accesso ad Internet lo può usare di fatto liberamente. 

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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