HomeBlockchainBettinardi (Dartcoin), “Un token per rendere l’arte immortale”

Bettinardi (Dartcoin), “Un token per rendere l’arte immortale”

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In questa intervista Paolo Bettinardi, founder di Dartcoin, spiega il suo progetto su un nuovo modo di intendere l’opera d’arte, attraverso una fruizione legata alla catena dei blocchi. Bettinardi è un esperto di startup innovative ed ha anche lanciato internazionalmente il movimento artistico  Cracking Art, un progetto col quale sono state realizzate più di 400 installazioni  in tutto il mondo e donati più di 200.000 euro tramite l’iniziativa “L’arte rigenera l’arte”.

Partiamo dal nome, perché Dartcoin?

Dart (Dardo)  ci darà l’opportunità di fare centro, decentralizzando il mercato dell’arte. Decentralized Art Coin.

Perché concentrarsi sul mondo dell’arte?

L’arte è la nostra memoria storica. In passato era supportata da mecenati che tramite l’arte hanno reso immortali i loro nomi dando al tempo stesso dei capolavori alla collettività.

Oggi il mondo dell’arte è un  sistema oligopolistico che non permette agli artisti giovani di emergere ed allontana le nuove generazioni dai Musei perchè comunicano con linguaggi diversi. Nelle prima metà del 2017, 25 artisti hanno generato il 44.6% delle vendite durante le aste di arte contemporanea. Il mercato è stimato in $2.7 Billion.

Le opere d’arte d’oggi  sono digitali, circolano velocemente tramite immagini, si adattano ai Social sono acclamate dei “followers” e gratificate tramite “like”.

Gli artisti attuali raramente espongono nelle Gallerie d’Arte ma sanno esattamente che il loro valore crescerà in base alla loro riconoscibilità sociale quantificata in followers.

Il vostro motto è “Distruzione creativa”. Lo puoi spiegare?

Un’opera d’arte è percepita come fisica, guardi un quadro e lo vuoi possedere, è un concetto atavico del possesso materiale. L’evoluzione tecnologica si sta spostando verso la dematerializzazione del supporto fisico rendendone l’esperienza artistica  fruibile in ogni momento, luogo e con qualsiasi strumento. I grandi collezionisti d’arte non fruiscono mai di tutte le opere acquistate perchè conservate in banche, dimenticate in archivi o sparse per il mondo .

Cosa c’entrano le crypto?

Le crypto ne sono l’esempio: la moneta cartacea  ormai si sta spostando verso la moneta digitale, carte di credito e altro, il supporto fisico è destinato a sparire. Anche in questo caso la tendenza è la dematerializzazione del possesso.  Dartcoin è proprio questo: possedere qualcosa che diventa immortale per il fatto di essere distrutto nella sua fisicità.

Cosa fa esattamente Dartcoin?

Estendere le modalità con cui un’opera d’arte può essere collezionata, fruita, trasferita dando l’opportunità ad artisti emergenti di essere apprezzati e gratificati economicamente per il loro valore e riconoscimento sociale e non per politiche  dettate da un ristretto gruppo di mercanti e finanzieri.

L’obiettivo di Dartcoin è quello di creare un’alternativa alla fisicità, vista come limite, delle opere d’arte dove i collezionisti, privati o corporate, potranno:

  • Riprodurre in ogni luogo e su ogni mezzo l’opera d’arte;
  • Non avere più problemi legati al trasporto ed assicurazione;
  • Commerciare semplicemente e liberamente l’opera senza il bisogno di intermediari;
  • Non aver più bisogno di esperti che ne certifichino l’autenticità;
  • Inserire nella propria collezione, tramite la riproduzione digitale, opere di musei che sono inaccessibili.

Una curiosità, come ti sei avvicinato al mondo della blockchain?

Tutte le innovazioni mi hanno sempre colpito, dalla nascita di Internet alle prime startup che ho avuto modo di realizzare. L’innovazione è sempre stata la discriminante che mi ha portato ad investire il mio tempo e le mie risorse su un progetto piuttosto che su un altro. Nel 1998 Internet è diventato di dominio comune ed in meno di 20 anni è  indispensabile per l’economia moderna. Il blockchain si sta evolvendo e sono sicuro che entro pochi anni sarà uno strumento di uso comune.

Mi affascina il sistema blockchain perchè promuove democratizzazione e decentralizzazione.

Amelia Tomasicchio
Amelia Tomasicchiohttps://cryptonomist.ch
Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.
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