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Dopo la Fed di St. Louis anche il Presidente russo Vladimir Putin ha affermato che una criptovaluta di Stato avrebbe poco senso: “La Russia non può avere la sua criptovaluta intrinsecamente, proprio come nessun altro [Stato] potrebbe avere la sua criptovaluta”.
Il ragionamento di Putin parte dal presupposto che una vera criptovaluta va oltre i confini nazionali. Si tratta di valute che non hanno confini, non sono create per essere utilizzate in territori specifici. Al contrario, sono state create per essere utilizzate in tutto il mondo. E’ per questo motivo che il Presidente russo ha dichiarato che non ha senso creare una criptovaluta specifica per essere utilizzata in un singolo Paese.
Inoltre, ha aggiunto che la Banca Centrale russa ritiene che le criptovalute non possano essere mezzi di pagamento: “dovremmo trattarle con cautela”, ha spiegato.
Le criptovalute in Russia sono ancora considerate controverse, probabilmente per una certa diffidenza da parte degli organi istituzionali a causa della portata innovativa e rivoluzionaria.
Nei mesi passati si è parlato di un possibile cripto-rublo ma, dopo queste ultime dichiarazioni di Putin, può essere considerato un progetto chiuso.
Le crypto statali
L’obiezione della Fed di St. Louis alla possibile emissione di una criptovaluta di Stato è stata diversa da quella della Russia. Loro fecero notare, infatti, che una delle caratteristiche vincenti delle criptovalute sia la decentralizzazione, cosa assolutamente impossibile da ottenere con una criptovaluta di Stato.
Insomma, ci sono già ben due obiezioni forti nei confronti dell’ipotesi di creare delle criptovalute nazionali: non sarebbero decentralizzate e perderebbero la loro natura globale.
Non è un caso probabilmente che ad oggi l’unico Paese di dimensioni significative che abbia emesso una propria criptovaluta sia il Venezuela, anche se ad esempio il Petro non si è ancora visto su nessun exchange.
Anche la Svizzera sta valutando l’emissione di un e-Franco e la Svezia l’e-Krona, ma entrambi i Paesi sembrano aver fatto passi in avanti in questa direzione, mentre addirittura l’Estonia ha dovuto rinunciare ad emettere l’Estcoin.