In Ucraina stanno eseguendo una sperimentazione per testare la possibilità di votare su blockchain.
Stando a quanto dichiarato da Oleksandr Stelmakh, che lavora per la Commissione elettorale centrale dell’Ucraina, i test sono iniziati a luglio, quando Stelmakh stesso chiese ai suoi amici su Facebook di partecipare ad un voto di prova.
Il test in corso è stato realizzato in collaborazione con il gruppo locale della NEM Foundation ed utilizza per l’appunto la piattaforma blockchain omonima, la stessa usata, per esempio, l’emissione del Petro venezuelano.
Il periodo di prova dell’esperimento non si è ancora concluso ed i sondaggi che stanno utilizzando come test sono ancora aperti, quindi per ora non se ne conoscono gli esiti.
Stelmakh ha commentato: “L’esperimento si è svolto nell’ambiente di test della blockchain NEM e per le transazioni sono state utilizzate monete di prova che sono state gentilmente concesse dal rappresentante della NEM Foundation in Ucraina Anton Bosenko. L’ambiente di test ha 28 nodi”.
Inoltre, Stelmakh ha sottolineato che una delle proprietà fondamentali di base della blockchain è l’impossibilità di modificare le informazioni salvate ed è proprio questo il motivo per cui hanno deciso di provare ad utilizzarla per memorizzare le informazioni delle sessioni di voto locali.
Secondo alcune stime effettuate dal team di sviluppo, costerebbe poco più di mille dollari posizionare un nodo, ad esempio in una stazione di polizia, e se ne potrebbero quindi installare a migliaia in tutto il Paese.
Le votazioni in West Virginia
Nel frattempo negli Stati Uniti, in particolare in West Virginia, è stata rilasciata un’app basata su blockchain che consentirà al personale militare in servizio all’estero di votare per le elezioni del prossimo novembre.
La notizia ha suscitato diverse preoccupazioni su questioni legate a violazioni della sicurezza e sull’effettiva necessità di un siffatto sistema di voto.
A marzo fu testata una versione pilota di questa app, quindi non si tratta di una sperimentazione ma dell’utilizzo di uno strumento già testato.
Inoltre, ogni singola contea dello Stato potrà decidere autonomamente se utilizzarla o meno, ma le preoccupazioni rimangono.
Il problema della bassissima affluenza al voto negli USA è dovuto anche a cause prettamente burocratiche, come il fatto che le elezioni si svolgano di martedì ed il voto da remoto potrebbe contribuire a far incrementare il numero dei votanti.
Ma i dubbi sull’effettiva sicurezza degli smartphone che verranno utilizzati per votare permangono, anche perchè di fatto non è possibile verificarla su ogni singolo dispositivo.
Addirittura secondo il capo tecnico del Center for Democracy and Technology, Joseph Lorenzo Hall, il voto sul cellulare sarebbe “un’idea orribile”.