I security token sono gli asset in ambito crypto in assoluto più simili alle tradizionali azioni e potrebbero essere utilizzati per rappresentare le medesime in nuovi mercati molto più veloci e di facile accesso.
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Questa possibilità pare non sia sfuggita a Nasdaq Inc., la società proprietaria dell’omonimo mercato borsistico elettronico. Infatti, secondo alcune fonti interne, seppur anonime, la società starebbe lavorando alla creazione di una nuova piattaforma di scambio per security token.
Già in passato Nasdaq si era interessata agli sviluppi in ambito crypto, come strumenti di analisi o acquisizione di exchange e, data la natura innovativa del mercato che gestisce, non c’è nulla da stupirsi del suo interessamento al settore delle criptovalute.
Secondo le indiscrezioni pubblicate da The Block Crypto, ora Nasdaq starebbe valutando l’ipotesi di lanciare una piattaforma appositamente creata per supportare i security token.
La piattaforma fornirebbe un sistema con cui le aziende potrebbero emettere token per raccogliere fondi, che sarebbero poi scambiabili grazie ad una blockchain. Queste offerte di security token (STO) dovrebbero già rientrare nei parametri della vigente normativa sui titoli degli Stati Uniti, anche se si attende una specifica regolamentazione ad hoc.
Nasdaq pare si stia già confrontando con un certo numero di aziende interessate a partecipare al progetto, tra cui la startup blockchain Symbiont.
L’interesse della società per i security token però risale addirittura al 2015, quando annunciò pubblicamente di aver consentito la prima emissione di titoli su tecnologia blockchain grazie a chain.com.
I security token consentirebbero anche di risolvere alcuni problemi che riguardano il mercato delle azioni statunitense.
Invece di una singola istituzione che controlla l’emissione e gli scambi di azioni su un dato mercato, le nuove piattaforme sarebbero basate su blockchain gestite da miner e nodi distribuiti: se un miner o un nodo dovesse cessare di funzionare la blockchain invece continuerà a funzionare. La mancanza di centralizzazione quindi renderebbe più affidabili le contrattazioni ed il trasferimento di titoli.