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Blockchain e Bitcoin sono la stessa cosa?

Il 31 ottobre 2008 Satoshi Nakamoto pubblicò il whitepaper Bitcoin: A Peer-to-Peer Electronic Cash System“, con cui affermava di avere sviluppato un protocollo open source, di denaro digitale, completamente decentralizzato e peer-to-peer, che avrebbe permesso lo scambio tra due parti, senza bisogno di alcun intermediario finanziario.

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Nelle 19 pagine di questo documento viene descritta la soluzione ricercata da anni dal movimento Cyberpunk e dagli attivisti libertariani, una soluzione basata sulla libertà finanziaria dell’individuo.

In altri termini, Bitcoin e Blockchain nascono insieme, nello stesso momento e all’interno dello stesso progetto open source, per cui replicabile da qualsivoglia sviluppatore, aggiungendo o togliendo funzionalità.

Blockchain non è la tecnologia fondante di bitcoin, come alcuni erroneamente credono, ma una delle quattro tecnologie fondamentali a supporto di Bitcoin.

Infatti, senza, l’algoritmo di consenso, il network peer to peer e la crittografia, non sarebbe possibile la produzione di bitcoin e la blockchain non avrebbe le caratteristiche che la rendono unica ed irripetibile.

Ma, come spesso ci ha ricordato Andreas Antonopoulos, si scrive e parla di blockchain invece che di Bitcoin, per “fornire una versione pulita e confortevole della blockchain di Bitcoin a persone che sono troppo terrorizzate dalla tecnologia realmente dirompente.”

Anzi, nel whitepaper di Satoshi non compare mai la parola blockchain: viene chiamata semplicemente chain of blocks, perché di fatto è di questo che si tratta, ovvero una catena composta da blocchi concatenati l’uno all’altro.

Nel corso del tempo la definizione chain of blocks è stata sostituita da blockchain, mentre il significato invece è rimasto lo stesso.

Tuttavia, il punto chiave della catena di blocchi è quello che Satoshi definisce “a purely peer-to-peer version”, ovvero una versione completamente decentralizzata della catena e resistente alla censura ex ante ed ex post.

Satoshi utilizza tecnologie già note e la catena di blocchi non è la chiave di volta, ad esempio nel whitepaper Satoshi fa spesso riferimento ad Hashcash creato da Adam Back per i sistemi di Proof of Work.

Invece un registro pubblico basato su una catena di blocchi decentralizzata costituisce una vera e propria rivoluzione dirompente: mai prima del whitepaper di Satoshi erano esistite blockchain decentralizzate e trustless: il sistema è stato progettato in modo che nessuno debba fidarsi di nessun altro affinché il sistema funzioni.

Una volta creato il blocco genesi di Bitcoin, il 3 gennaio 2009 , questa tecnologia ha iniziato a dimostrare la sua forza, la sua potenza, e soprattutto la sua resilienza.

Parallelamente, una delle quattro tecnologie a fondamento, la blockchain, è stata utilizzata, nelle sue più diverse varianti, anche per altri scopi.

Uno degli utilizzi di maggior successo è sicuramente quello di essere utilizzata per il registro pubblico e distribuito di Ethereum, che non è affatto solamente una criptovaluta, ma un intero ecosistema informatico decentralizzato, grazie ad quale ad esempio sono possibili gli smart contract, le ICO e le dApp.

Pertanto, la tecnologia blockchain può essere utilizzata anche in ambiti diversi da quello di bitcoin. Anzi, può addirittura essere utilizzata in ambiti completamente slegati anche dalle criptovalute stesse, come dimostra il progetto Tracr di De Beers per tracciare i diamanti senza alcuna necessità dell’utilizzo di una criptovaluta.

A dire il vero c’è chi sostiene, non senza ragioni, che una blockchain decentralizzata non abbia molto senso se priva di un suo token.

Tuttavia alcuni esperimenti in corso, come ad esempio proprio quello di De Beers, sembrano dimostrare che in alcuni contesti potrebbe avere senso anche una blockchain senza un token di pagamento. Sarà probabilmente la storia a dimostrare se ciò sia vero, oppure no.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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