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Blockchain e viaggi aerei, quali applicazioni?

Al recente Jetblue Technology Ventures Blockchain Summit di New York si è affrontato il tema dell’applicazione della blockchain al settore dei viaggi aerei civili, con ricadute molto interessanti, fra cui quello della sua applicazione a livello governativo nei controlli di sicurezza.

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In un forum a cui prendevano parte sia il direttore esecutivo della divisione blockchain della IBM sia Sikina Hasham, rappresentante della US Customs and Border Protection, ci si è chiesti quale potrebbe essere l’applicazione più dirompente della DLT nell’ambito della sicurezza, e la risposta è stata semplice quanto, per certi versi preoccupante: la gestione dei dati biometrici.

Hasham ha infatti affermato:

“Un’area in cui stiamo riscontrando un notevole successo è quella del riconoscimento facciale con l’utilizzo di dati biometrici. Abbiamo un programma che verifica chi sia la persona che sale su un aereo e chiede quindi l’ammissione negli USA. Se potessimo scambiare questi dati di verifica con un altro governo questo ci permetterebbe di fare dei grandi passi avanti”.

I dati di questo genere attualmente non vengono scambiati fra i vari governi, anzi sono spesso di difficile trasferimento fra un paese ed un altro.

L’utilizzo di dati biometrici su blockchain permetterà una rapida trasmissione di dati non corruttibili fra filiali della stessa amministrazione, sia fra amministrazioni diverse.

Purtroppo attualmente non esiste neppure ancora una standardizzazione a livello di blockchain da utilizzare, nonostante alcune amministrazioni abbiano effettuato dei test in materia, per cui sarebbe prima necessaria una discussione a livello di enti internazionali su quali blockchain implementare.

Blockchain viaggi aerei

Ad oggi esistono diversi database internazionali sui quali di dati dei viaggiatori vengono salvati e condivisi. Ad esempio esistono diversi database Interpol, alcuni dei quali sono riferiti proprio ai passeggeri verso determinate località o a documenti di viaggio falsificati o perduti, ed esistono accordi intergovernativi che prevedono la condivisione di database pubblici relativi ai dati di soggetti particolari, quali minori o criminali, ma non esiste un database mondiale diffuso sui dati biometrici.

La blockchain potrebbe permettere una soluzione nella quale i dati personali, non modificabili, vengono confrontati con il riconoscimento visivo con quelli salvati sulla DLT stessa, accelerando  tutte le procedure e rendendo quasi secondaria la documentazione cartacea.

Il problema però in questo caso sarebbe di privacy personale: vi fidereste di condividere i vostri dati biometrici con Paesi che fanno sorveglianza personale tramite cam?

Se un database del genere su blockchain venisse reso disponibile ad organi internazionali per il controllo alla frontiera nulla vieta che poi sia inserito nei database blockchain per il controllo dei movimenti personali tramite IoT, perfino nella nazione di origine.

Quindi l’implementazione deve essere tale da lasciare la proprietà dei dati sempre nelle mani dell’individuo, per evitare che diventino uno strumento di controllo illecito, e preoccupante, di controllo sociale di massa.

Fabio Lugano
Fabio Lugano
Laureato con lode all'Università Commerciale Bocconi, Fabio è consulente aziendale e degli azionisti danneggiati delle Banche Venete. E' anche autore di Scenari Economici, e conferenziere ed analista di criptovalute dal 2016.
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