La data di rilascio dei future di Bakkt su bitcoin potrebbe arrivare presto, nel giro di una decina di giorni, se la CFTC non avesse altro da obiettare.
Read this article in the English version here.
Questa è l’ipotesi che si sta facendo largo nel settore crypto, anche se si tratta solo di indiscrezioni. L’unica cosa certa è l’impegno preso dalla società ad iniziare i test a luglio, ma qualora non dovessero essere sollevati più ulteriori dubbi dalla Commodity Futures Trading Commission è probabile che l’approvazione possa arrivare prima.
Se arrivasse la tanto agognata approvazione Bakkt potrebbe dare avvio alla fase di test operativo, quindi ancora per almeno un mese e mezzo i suoi contratti future non potranno essere scambiati liberamente sul mercato.
Inoltre, la società sta anche lavorando con il Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York per farsi accreditare come custode qualificato, grazie ad una soluzione di conservazione degli asset digitali supportata da un’assicurazione.
Proprio a causa della mancanza di questa approvazione, però, c’è qualcuno che ipotizza che i test operativi potrebbero non riuscire ad essere avviati a luglio, perché tale approvazione potrebbe richiedere ancora molto tempo.
Nel frattempo, però, i grossi investitori istituzionali non stanno con le mani in mano. Nonostante Bakkt potrebbe essere l’unico modo per possedere bitcoin direttamente in modo del tutto regolamentato e conforme con le esigenze di questo genere di investitori, questi già ora pare stiano investendo sui future su bitcoin, anche se non coperti da BTC fisici.
Infatti, negli ultimi giorni non si sono verificati record di scambi solo per i token BTC sui vari exchange in giro per il mondo, ma anche per i contratti future su bitcoin di CME Group, che il 13 maggio hanno fatto segnare i massimi volumi di sempre.
In sole 24 ore sono stati scambiati 33.700 contratti, equivalenti a 168.000 BTC, per un controvalore superiore al miliardo di dollari.
Quella che è in atto sui mercati crypto sembra una vera e propria inversione di tendenza, dovuta probabilmente in particolare ai grandi investitori, come gli hedge fund e gli istituzionali.
Infatti, volumi di scambi così elevati possono essere giustificati solo da grandi operazioni con capitali di dimensioni significative, e ciò confermerebbe un totale cambio di prospettiva da parte dei grandi investitori verso questi nuovi asset digitali.
Inoltre, la dominance di bitcoin sulle altre criptovalute, salita nuovamente attorno al 60%, rende evidente come questa attenzione si stia concentrando proprio e soprattutto sulla prima e più importante delle criptovalute, denotando un interesse specifico per questo asset, e non generico per la tecnologia delle criptovalute in sé.
In questo momento altri mercati finanziari non stanno performando particolarmente bene a livello globale, pertanto l’interesse dei grandi investitori verso asset così nuovi e rischiosi, ma anche ultimamente molto performanti, non deve stupire più di tanto.