Ethereum, che ha da poco spento la quarta candelina, è diventata la blockchain di riferimento per la creazione di smart contracts che ad oggi sono oltre 200mila.
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Infatti, se parliamo in termini di indirizzi unici, questi hanno superato i 70 milioni, con una crescita giornaliera intorno ai 100mila indirizzi.
Da rilevare anche le numerose piattaforme e servizi che sono stati creati per facilitare lo sviluppo di applicazioni per Ethereum e per gli smart contracts. Non solo, sono milioni le ICO e token non fungibili, i cosiddetti ERC721.
Anche sotto l’aspetto della finanza decentralizzata (DeFi) vediamo che Ethereum è il sistema preferito: Maker (MKR) ha oltre il 60% della dominance, con oltre 310 milioni di dollari bloccati per la stablecoin DAI tramite i CDP (Collateralized Debt Positions).
Inoltre, è in arrivo la PoS (Proof-of-Stake) che dovrebbe essere operativa dagli inizi di gennaio 2020, aprendo le porte al cosiddetto Ethereum 2.0 che nel frattempo sta anche valutando di utilizzare la blockchain di Bitcoin Cash (BCH) per aumentare la scalabilità del sistema attuale.
Certo, la blockchain di EOS garantisce una velocità estremamente superiore rispetto a quella di Ethereum, passando dalle circa 25 tps (transazioni per secondo) di Ethereum alle quasi 4000 tps offerte da EOS, eppure il primato degli smart contracts rimane di ETH.
E’ però anche vero che, anche se attualmente Ethereum può vantare oltre 2500 dApp sulla sua blockchain, i suoi utilizzatori finali si attestano a poco più di 22mila, cifra che impallidisce rispetto agli utenti attivi giornalieri di EOS che, con solo 288 dApp, ha oltre 70mila utenti.