Secondo quanto riportato ieri da un quotidiano locale, una fonte anonima interna alla Banca Centrale dell’Egitto avrebbe rivelato che la stessa avrebbe voglia di emettere una criptovaluta simile a quanto fatto nel progetto crypto creato tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi.
Il tutto sarebbe partito proprio dal progetto di Facebook, Libra, che avrebbe spinto l’Egitto a constatare quanto questa valuta digitale potrebbe rivelarsi nociva per il sistema monetario del proprio Paese.
Inoltre, anche per non perdere terreno in questo settore, dato che anche la Cina ha intenzione presto di lanciare una sua criptovaluta di Stato, l’Egitto avrebbe deciso di buttarsi nel mercato.
Bisogna ricordare anche l’aspetto legale delle crypto in Egitto: un paio di anni fa ci furono casi di arresto per frode, accadimento che portò la Banca Centrale dell’Egitto ad avvisare i cittadini dei rischi che si possono incorrere con le criptovalute.
In realtà, un Professore di finanza dell’Università di Benha, Hosny Hassan, ha dichiarato che una crypto di Stato non sarebbe attraente per l’investitore dato che il prezzo sarà determinato dal governo stesso e non dal mercato.
“Coloro che utilizzano le valute digitali traggono vantaggio dalla natura segreta del trading per sfuggire al controllo del governo. Ritengono, erroneamente, di poter ricavare un profitto immediato poiché il tasso di cambio non è determinato dal governo ma si basa sulla legge della domanda e dell’offerta. Questo rende poco attraente una valuta digitale ufficiale, il cui prezzo è determinato dal governo”