La bassa volatilità evidenziata nei giorni scorsi è culminata con un’esplosione che dopo le 20 ha portato a un crollo delle criptovalute, con i prezzi ai livelli più bassi degli ultimi tre mesi.
Bitcoin, dopo aver toccato i minimi di volatilità al 2%, non solo rompe la soglia dei 9.500 dollari, ma vede registrare un ribasso del 15% con prezzi che rivedono i livelli dei 7.800 dollari.

9.500 e 8.800 dollari sono le due soglie tagliate, come farebbe una lama calda con il burro. BTC ha così infatti raggiunto soglie abbandonate da giugno.
Come avviene in queste occasioni, il forte ribasso del bitcoin trascina con intensità il resto del settore.

Ethereum arriva a lambire i 155 dollari, ultimo baluardo per incrinare la tendenza di lungo periodo. Ripple va a sfiorare i 21 centesimi di dollaro e torna ad aggiornare il record negativo degli ultimi due anni, che non registrava da inizio dicembre 2017

Tra le big quelle che soffrono di più sono Bitcoin Cash, Bitcoin SV e Leo, con perdite che sfiorano il 30%.
Tra le prime 100, il primo segnale verde è di DAI in 53° posizione.

Il crollo delle criptovalute riduce il market cap che torna alla soglia dei 220 miliardi di dollari, livelli che non si registravano dallo scorso maggio.
Esplodono anche i volumi, che superano gli 85 miliardi di scambi su base giornaliera.