HomeCriptovaluteToken sale: STO tengono il passo delle IEO

Token sale: STO tengono il passo delle IEO

Nel sistema delle token sale, le Security Token Offering (STO) non possono vantare gli stessi risultati straordinari delle Initial Exchange Offerings (IEO), la cui adozione ha subito una forte accelerazione con più di 1 miliardo di dollari rastrellati prima del termine del primo semestre 2019. Ma le prime sono in ogni caso molto richieste, come dimostra il miglioramento dei volumi dei finanziamenti. 

Dopo l’avvio della prima emissione di token sul mercato nel 2017, numeri e volumi sono nettamente cresciuti con la somma complessiva di finanziamenti raccolti tramite STO che si è attestata a 442 milioni di dollari alla fine del 2018. A riferirlo è un rapporto di Blackchain relativo al primo semestre 2019. 

Nei primi mesi del 2019, in generale più di 250 token sono stati piazzati con successo in operazioni ICO, IEO e STO. I collocamenti di asset digitali hanno permesso agli emittenti di racimolare 3,3 miliardi di finanziamenti freschi in totale. 

Le due operazioni meglio riuscite sono state quelle di Bitfinex ($1 miliardo) e GCBIB ($143 milioni): insieme rappresentano il 35% dei volumi dei primi cinque mesi dell’anno.

L’arrivo prepotente delle IEO

Sono numeri importanti, gonfiati dall’arrivo prepotente delle IEO. Il nuovo formato di fundraising nell’ecosistema crypto – in cui una STO o ICO viene condotta esclusivamente su una o più piattaforme di scambio del settore – “sta subendo un’accelerazione notevole in termini di offerte completate e mole di finanziamento”, sintetizza lo studio. 

E dire che per i primi due anni se ne parlava ben poco. A fare da apripista si può dire che sia stata Binance, con il lancio di Binance Launchpad, la sua personale piattaforma IEO. Altre società finanziarie hanno poi seguito l’esempio (vedi i casi di Huobi Prime e Probit Launchpad).

Il concetto di IEO, introdotto solo due anni fa, fino a quest’anno non era riuscito ad affermarsi. Ora invece sembra diventata un’alternativa più conveniente rispetto alle altre disponibili quando si tratta di lanciare nuovi coin o token. Le cifre presenti nel rapporto incentrato sulle “prospettive strategiche” del comparto, ci dicono però che anche le STO non sono da meno. 

 

“Fine dell’inverno crypto”

A favorire il crescente successo delle emissioni di token, che non sono altro che un’alternativa ai tradizionali finanziamenti dei gruppi di private equity e venture capital, è anche un mercato crypto più sereno nella prima metà del 2019 dopo un 2018 difficile. 

Da febbraio la capitalizzazione ẻ risalita dai minimi di 110 miliardi di dollari. Grazie alla progressiva chiarezza dell’impianto normativo e al rinnovato interesse nel settore da parte degli investitori istituzionali e delle grosse aziende, l’inverno delle crypto si puỏ considerare concluso

Il Bitcoin ha recuperato piủ del 120% del suo valore nei primi cinque mesi del 2019 raggiungendo quota $8.590 il 31 maggio. Nel frattempo la capitalizzazione complessiva delle valute digitali è risalita a 270 miliardi.

Da gennaio a maggio 2019, il trend è proseguito e gli analisti stimano che l’andamento continui a essere positivo anche fino al 2020. Sempre che l’apparato normativo delle STO si rafforzi e che piattaforme di scambio più grandi e regolamentate supportino l’emissione degli asset finanziari tokenizzati su una blockchain.

BoltonCoin, la STO di maggiore successo

Quest’anno la STO più popolare è stata quella di BoltonCoin, che ha portato a casa una cifra intorno ai 68 milioni di dollari. Il token in questione, che gira sulla blockchain Ethereum, è registrato negli Emirati Arabi Uniti, che sono diventati la capitale mondiale delle emissioni di token digitali.


Stando ai dati riportati da CoinSchedule relativi ai primi quattro mesi dell’anno, gli Emirati hanno attirato circa un quarto di tutti i soldi raccolti in emissioni del genere.

STO: il rischio di truffe c’è

L’arrivo sul mercato delle Security Token Offering ha destato qualche timore tra analisti e commentatori del settore, che sospettano che se le piccole fregature degli amatori delle ICO non saranno nulla in confronto a quelle più professionali dei security token. Un’eventuale truffa STO è in grado di colpire un numero ancora piủ elevato di persone, indirettamente o direttamente. 

La possibilità che le STO si rivelino delle fregature o peggio ancora delle mega-truffe esiste, ma come in tutte le scommesse speculative è proprio per questo motivo che prima di partecipare alle aste di Security Token, vanno studiate bene le credenziali, il white paper e le review degli analisti del settore.

Inoltre Bitfinex, Binance e gli altri exchange maggiormente popolari si stanno attrezzando per proteggere i clienti da eventuali attacchi hacker o truffe. Per esempio Binance ha messo in piedi un fondo (Secure Asset Fund for Users, SAFU) i cui 41 milioni di dollari (dati di maggio 2019) servono per coprire le eventuali perdite ingiustificate subite dai clienti).

Al pari di un titolo azionario, l’asset finanziario digitale permette di creare dei titoli e di effettuare transazioni quasi istantanee. Conferisce inoltre al suo possessore alcuni diritti, come per esempio quello di votare alle assemblee, il pagamento di un dividendo oppure la condivisione dei profitti.

Un’infrastruttura e un impianto normativo piủ solidi

A livello globale, le autorità politiche e di controllo dei mercati continuano ad apportare migliorie all’apparato regolatore dell’ecosistema crypto. È un elemento favorevole per le token sale, in un contesto di istituzionalizzazione delle piattaforme crypto. 

L’innovazione delle operazioni IEO – si legge nel report di Blackchain – pone l’accento sulla sempre maggiore istituzionalizzazione delle piattaforme crypto piủ importanti in tutto il mondo. Sono diventate la pietra angolare dell’infrastruttura della crypto finanza”.

A giugno di quest’anno la Financial Action Task Force (FATF) ha introdotto un nuovo insieme di misure standard per i gruppi che offrono servizi crypto (compresi exchange e aziende di wallet). E il G20 ne ha già confermato l’adozione, a dimostrazione del fatto che qualcosa sta cambiando anche nell’atteggiamento dell’establishment.

Daniele Chicca
Daniele Chicca
Laureato in lingue e letterature straniere all'Università di Bologna, con un anno da undergraduate presso la UCL di Londra. Giornalista professionista dal 2007, si è con il tempo specializzato in finanza, economia e politica. Dopo tre anni presso il desk di Reuters a Milano, ha lavorato per diverse testate, contribuendo tra le altre cose a portare a un incremento del traffico progressivo sul sito Wall Street Italia e offrendo servizi di vario genere da inviato per Radio Rai e per le agenzie stampa AGI e TMNews (ex Apcom). Al momento è responsabile della redazione, della linea editoriale e del coordinamento di un importante sito di informazione economica e finanziaria
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