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Petro: dal Venezuela news contrastanti sulla criptovaluta

Che fine ha fatto il Petro? Dal Venezuela arrivano news contrastanti riguardo l’utilizzo della criptovaluta di Stato. 

Tempo fa il Presidente Maduro disse di volerla utilizzare nel commercio internazionale di petrolio per aggirare le sanzioni statunitensi e poter fare a meno del dollaro americano. 

Tuttavia, a dire il vero, ad oggi non ci sono prove che qualcuno la stia effettivamente utilizzando con questo scopo. 

Ad esempio, lo stesso Maduro ha confermato recentemente che sono stati siglati 260 nuovi accordi di scambio tra la Russia ed il Venezuela, ma non risulta che il Petro venga utilizzato come mezzo di pagamento per questi scambi internazionali. 

Le uniche news arriverebbero dal Programma di Rifornimento di Alimenti del governo, chiamato Clap, che si occupa dell’acquisto di prodotti alimentari dall’estero e che prevederebbe l’utilizzo del Petro in alcune transazioni internazionali ad esso collegate. Non risultano comunque esserci prove pubbliche neanche di queste transazioni. 

D’altro canto, invece, pare che il Venezuela stia cercando di utilizzare le sue riserve in bitcoin ed ethereum per pagare i propri debiti nei confronti dell’estero. 

Tuttavia, invece, secondo fonti russe, i venezuelani starebbero già utilizzando molto le criptovalute nella quotidianità, proprio per aggirare le limitazioni imposte dagli USA. Le stesse fonti ipotizzano che il Petro sia in uso nel paese, e che potrebbe superare il 5% di utilizzo complessivo nelle transazioni economiche, se non arrivare addirittura al 15% in futuro. Ma anche in questo caso non vi sono prove concrete di tutto ciò. 

Ad oggi sull’explorer del Petro risulterebbero 61.402 blocchi, pari a circa uno ogni 9 minuti circa da quando è stato lanciato nell’ottobre dell’anno scorso. Non è possibile invece sapere il numero delle transazioni, o navigare all’interno della blockchain. 

Inoltre, secondo il sito hackernoon.com, sia il SUNACRIP (Soprintendenza nazionale per le criptovalute) sia il sovrintendente Joselit Ramírez non rispondono tramite i social media, nonostante li promuovano come principale canale di comunicazione. Anche via telefono e via email sarebbe stato impossibile ottenere risposte. 

Tutto ciò suggerisce che la gestione di questa criptovaluta sia a dir poco oscura, eppure in un articolo a firma del Presidente di Asonacrip, Jose Angel Alvarez, si legge che Petro sarebbe una stablecoin e starebbe attraversando una fase molto importante. Anzi, Alvarez dichiara: 

“Tutto sta iniziando ad avere un senso e stiamo parlando della relazione creata tra il valore di Petro e bitcoin. Al momento in cui questo articolo è stato scritto, il Petro aveva un valore di 0,00635000 bitcoin, o qualcosa del genere, 635.000 Satoshi, ed ecco il momento magico in cui ogni relazione della nostra criptovaluta sovrana  con il dollaro scompare”. 

Invece, il principale oppositore politico di Maduro, Juan Guaidó, ha dichiarato di non ritenere Petro una vera criptovaluta e di ritenerla invece una valuta truffa. 

Infatti, fa notare che in teoria dovrebbe essere supportato dal petrolio, ma sulla base di un “legame elettronico con il supporto” a cui però nessuno crede. Quindi di sicuro una moneta su cui è difficile trovare informazioni credibili, tanto da non poter essere ritenuta affidabile. 

A questo punto è impossibile dire con certezza se sia in uso, oppure no, se abbia realmente valore stabile o se sia solamente un tentativo fallito di risollevare l’economia dissestata del Venezuela. Le informazioni sono troppo poche, troppo poco chiare e troppo discordanti tra di loro. 

Di sicuro questo progetto non ha nulla a che fare con le vere criptovalute, che invece hanno dati e logiche di funzionamento chiari, pubblici e facilmente verificabili da chiunque. 

Petro invece è solamente una banale valuta digitale della banca centrale, probabilmente non dissimile ad esempio da quella che potrebbe lanciare a breve la Cina.

Marco Cavicchioli
Marco Cavicchioli
"Classe 1975, Marco è stato il primo a fare divulgazione su YouTube in Italia riguardo Bitcoin. Ha fondato ilBitcoin.news ed il gruppo Facebook "Bitcoin Italia (aperto e senza scam)".
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