Notarify: Federico Monti e l’equity crowdfunding per la blockchain in Italia
Notarify: Federico Monti e l’equity crowdfunding per la blockchain in Italia
Interviste

Notarify: Federico Monti e l’equity crowdfunding per la blockchain in Italia

By Amelia Tomasicchio - 14 Dic 2019

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The Cryptonomist ha intervistato Federico Monti, CEO di Notarify, che ha da poco lanciato una campagna di equity crowdfunding che pare proceda per il meglio insieme a grandi sponsor e partner come per esempio Confcommercio.

Come procede la campagna di Equity Crowdfunding?

La campagna procede in modo davvero sensazionale: mentre ti rispondo siamo quasi a quota 200%. Ovvero siamo sul punto di contabilizzare quasi il doppio dei soldi che avevamo come obiettivo. Manca ancora qualche giorno e l’entusiasmo dell’overfunding potrebbe portarci a livello ancor più interessanti.

Oltre a questo, sto amando il sostegno ricevuto un po’ da tutti: privati, aziende, pubbliche amministrazione. Più parlo del progetto, più raccogliamo consensi. Il passaparola, anche nell’era dei social, fa la differenza.

A livello di sviluppo tecnologico, quali evoluzioni avete programmato?

La piattaforma Notarify è stata pensata sin dall’inizio per avere dei rapidi upgrade, sia in linea orizzontale (con l’inserimento di servizi LegalTech non-blockchain-based) che verticale, con l’implementazione di funzionalità evolutive rispetto alla nostra tecnologia di punta: certificazione – anche dell’identità con dati biometrici – tracciabilità (con modalità non ancora sperimentate dagli altri operatori di settore), tokenizzazione, smart contract, ecc…

Il nostro obiettivo ultimo è quello di erogare la maggior parte dei servizi alternativi a quelli tradizionalmente offerti da soggetti istituzionali come banche e compagnie assicurative, diventando così i numeri uno del settore in Italia (e non solo).

Qual è il target di clientela dei vostri servizi?

A febbraio è diventata nostra socia Confcommercio, con capitali della florida SEAC Spa. È stato naturale ideare soluzioni capaci di risolvere problemi che storicamente affliggono i propri clienti, ossia professionisti come commercialisti, avvocati, notai ed aziende in genere.

Notarify, in questo momento, sta trovando delle belle applicazioni soprattutto dalle prime due categorie citate. Faccio un esempio: abbiamo un commercialista che da qualche mese certifica per alcuni suoi assistiti con allevamenti di cani l’identità degli animali ed il relativo pedigree. So che qualcuno in questi giorni ha iniziato a promuovere progetti simili, il nostro cliente ci è arrivato prima!

Mi fa impazzire la creatività di cui sono capaci le persone quando hanno in mano gli strumenti giusti.

In quali tempistiche prevedi una mass adoption?

Per le crypto siamo ancora piuttosto lontani. La mia stima? Tre anni prima che le persone meno avvezze comincino a pensarci per finalità non speculative, cioè quelle a cui le crypto dovrebbero essere destinate, in quanto strumenti di libertà, prima ancora che di ricchezza.

Ma l’utilizzo inconsapevole potrebbe avvenire molto prima. Noi, ad esempio, questi nostri servizi li eroghiamo attraverso la blockchain di Bitcoin. Quindi chiunque si avvale della nostra piattaforma sta, in qualche modo, utilizzando una criptovaluta.

La mia idea è questa: facciamo sperimentare prima il potenziale di queste tecnologie in modo che, quando ne sentiranno parlare, non avranno l’ostacolo del pregiudizio a stravolgerne la percezione.

Com’è nata la tua voglia di cimentarsi in questo nuovo mondo?

Ho sentito parlare dei bitcoin che era il 2010/2011: un mio caro amico, molto più nerd di me, ne aveva e me ne illustrava i vantaggi. Ahimé, non sono riuscito ad acquistarne che nel 2016 grazie a Marco Amadori, che mi sento di poter definire il mio mentore. 

Devo essere onesto: a volte litighiamo, ma gli voglio bene e gli sono riconoscente per il bagaglio di conoscenze che mi ha trasmesso, almeno in una fase iniziale.

Mi sono appassionato così tanto a queste tecnologie che, dopo aver sperimentato assieme a lui ed altri ragazzi la prima startup nel settore – il nostro Comproeuro, ho fondato ZBX (all’epoca Zerobanks) per inseguire la mia missione.

Com’è cambiato nel tempo il vostro progetto?

Inizialmente volevamo specializzarci in strumenti di pagamento e cose collegate al mondo crypto, come la creazione di un token per la Provincia di Trento, il Commercio ed il Turismo, ma con l’ingresso di SEAC Spa abbiamo optato per invertire l’ordine delle cose: ecco, così, che da Zerobanks siamo divenuti ZBX Blockchain Smart Solutions, che offre servizi per panorami assai più vasti.

Come dicevo prima, sono convinto che un giorno cambieremo davvero le logiche del commercio locale con questo token, anche grazie al network dei nostri soci.

Chissà, quando i tempi (e le norme) saranno più maturi potremmo scegliere di fare un ICO/STO.

Che consiglio si sente di dare a chi come te, giovane imprenditore, vuole investire in questo mondo?

Purtroppo è un mondo nuovo che, in quanto tale, tende a raccogliere la feccia che migra dopo fallimenti in altri luoghi. Leggo un’infinità di progetti lanciati da gente che non ce ne capisce evidentemente nulla. A volte sento parlare di “Blockchain private”, anche da aziende di una certa capitalizzazione. E rabbrividisco.

Il mio consiglio è: se sei giovane studia (ma in corsi seri seri – al momento mi vengono in mente solo quelli di un’azienda di Pordenone), fatti dell’esperienza in qualche azienda collaudata – se hai la possibilità di trovarne, visto che sono molto poche. Studia ancora, documentati, leggi, screma chi ne sà (molto pochi) dai cialtroni. Leggi e rileggi Antonopoulos, se ti piace la filosofia vai su Taleb. Poi cerca partnership con aziende importanti: saper sviluppare è importante, ma lo è anche avere dei canali di distribuzione.

Andare allo sbaraglio non ha mai aiutato nessuno, dunque programma tutto e fatti aiutare da consulenti esperti. Infine, non ti identificare mai con ciò che fai, nel bene e nel male: se sbagli, apprezza l’esperienza, se vai bene non montarti la testa. Resta distaccato dal risultato e goditi ogni momento, affinché la passione che metti nel percorrere questa strada venga percepita e ti aiuti a creare un team affiatato, col quale sicuramente – prima o poi – farai grandi cose.

Amelia Tomasicchio

Esperta di digital marketing, Amelia inizia a lavorare nel settore fintech nel 2014 dopo aver scritto la sua tesi di laurea sulla tecnologia Bitcoin. Precedentemente è stata un'autrice di diversi magazine crypto all'estero e CMO di Eidoo. Oggi è co-founder e direttrice di Cryptonomist, oltre che Italian PR manager per l'exchange Bitget. E' stata nominata una delle 30 under 30 secondo Forbes. Oggi Amelia è anche insegnante di marketing presso Digital Coach e ha pubblicato un libro "NFT: la guida completa'" edito Mondadori. Inoltre è co-founder del progetto NFT chiamati The NFT Magazine, oltre ad aiutare artisti e aziende ad entrare nel settore. Come advisor, Amelia è anche coinvolta in progetti sul metaverso come The Nemesis e OVER.

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