L’autorità per i servizi finanziari ed i mercati del Belgio, FSMA, ha chiesto al governo una maggiore regolamentazione per le criptovalute.
Infatti, durante un’audizione al Senato belga il presidente della FSMA Jean-Paul Servais ha presentato una proposta specifica a riguardo esortandoli a stabilire un nuovo quadro giuridico per la vendita, l’acquisto e l’utilizzo di valute virtuali e di tutti i relativi prodotti finanziari.
L’audizione si è svolta presso la Commissione per le Questioni Cross-cutting del Senato belga, a seguito della presentazione di una proposta in tal senso. Il presidente ha anche fornito alla commissione diverse informazioni riguardo le criptovalute, spiegandone le caratteristiche peculiari, e riguardo le iniziative europee ed internazionali in questo settore, in particolare sul contesto regolamentare e sulla lotta alle truffe.
All’audizione erano presenti anche rappresentanti della banca nazionale belga e dell’unità belga di elaborazione delle informazioni finanziarie (CTIF-CFI).
La regolamentazione delle criptovalute in Belgio
Servais ha evidenziato l’inefficienza delle autorità belghe nell’affrontare la crescita significativa di questo settore, citando invece le attività in tal senso di paesi come Thailandia, Russia, Cina, Argentina, Ecuador, Bolivia e Algeria.
A dire il vero tuttavia le attività nell’ambito crypto di questi specifici paesi non brillano certo per trasparenza, imparzialità e difesa dei diritti dei cittadini.
Il presidente ha anche parlato della proliferazione delle valute digitali, e delle attività fraudolente che utilizzano queste valute per raccogliere fondi da ignari investitori.
“A causa della loro non tracciabilità, i bitcoin sono e altre valute virtuali molto popolari nel contesto del cyber crimine : sono onnipresenti su darknet, dal momento che possono diventare un cyber crimine commesso senza lasciare tracce”.
A dire il vero le transazioni on-chain effettuate ad esempio con Bitcoin non solo sono completamente tracciabili, ma addirittura pubbliche, quindi Servais probabilmente non ha una buona conoscenza di queste tecnologie.
Inoltre ha anche citato un decreto reale del 2014 che vieta la vendita agli investitori retail di qualsiasi prodotto professionale basato su valute virtuali, e alcuni avvertimenti di alcuni economisti sulle conseguenze della crypto-economy.
A tal proposito ha chiesto:
“Un quadro giuridico dovrebbe essere istituito senza indugio per questo denaro virtuale e relativi prodotti finanziari, in particolare per proteggere i consumatori e per l’utilizzo di questa valuta virtuale per obiettivi criminali”.
Non è nota però la reazione della Commissione a queste parole, quindi non è possibile immaginare quali conseguenze può aver generato.