Ieri è stato pubblicato l’ultimo report mensile di Travala – relativo al mese di febbraio – che mostra che, nonostante le vicissitudini del Coronavirus, la piattaforma ha registrato un aumento delle prenotazioni per quanto riguarda gli hotel.
#Travala Monthly Report: February 2020
✅ 2,300+ Room Nights
✅ Revenue Up +55% MoM
✅ 57% Paid with Crypto
✅ 11% Paid with #AVA token
✅ 1,023 SMART members
✅ 4,186,000 $AVA locked
✅ 11.7% of the circ supplyhttps://t.co/htHsT1I9pb— Travala.com (@travalacom) March 1, 2020
Come leggiamo dal report, anche nel mese di febbraio Travala ha visto un incremento a doppia cifra, quasi il 35%, rispetto al mese di gennaio, con oltre 2300 camere prenotate, nonostante l’espansione del Coronavirus e del suo impatto nel mondo crypto.
Tra le varie destinazione che hanno preferito i viaggiatori vediamo al primo posto gli USA, seguiti dalla Thailandia e Inghilterra, Spagna, Repubblica Dominicana, Germania e Australia. Mancano le mete asiatiche forse proprio a causa del virus.
Per quanto riguarda l’utilizzo delle crypto, queste battono ancora una volta le fiat con il 57% contro il 43%; le crypto più utilizzate sono state BTC al 23%, AVA con l’11% e poi ETH al terzo posto, ma nel report si menzionano anche USDT, BCH, Crypto.com e Dash.
Ricordiamo anche che la piattaforma Travala permette di bloccare i token AVA per ottenere sconti sulle prenotazioni e, il totale degli utenti SMART che hanno fatto messo in staking questi token ha superato le mille unità, bloccando in totale oltre 4 milioni di AVA, oltre 650 mila dollari: si tratta dell’11% della supply circolante di 35 milioni di AVA.
Insomma, ancora una volta, nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo soprattutto per la chiusura di frontiere e luoghi di aggregazione, questo non ha scalfito minimamente la crescita del settore del turismo e dell’utilizzo delle crypto come metodo di pagamento.
Anche il prezzo del token AVA, con un valore intorno a $ 0,16, occupa la posizione 429 di CoinMarketCap, sembra non aver risentito particolarmente dell’impatto del virus, ed anzi ha visto una ripresa che si attesta a poco meno del +6%.