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Ripple vittima di scam su Linkedin

Non c’è pace per Ripple, che continua ad essere utilizzata per scam a tema criptovalute. Questa volta l’azienda che emette XRP è stata presa di mira su un altro social network: Linkedin

A denunciare i fatti è il CEO Brad Garlinghouse che con un post su Twitter ha avvertito gli utenti che su Linkedin sono apparsi almeno un paio di profili fake di Chris Larsen, cofondatore ed executive chairman di Ripple. Uno di questi è decisamente singolare in quanto come descrizione riporta “Chief Executive Officer at Bitcoin”.

Per chi ha un minimo di dimestichezza con le criptovalute, Bitcoin essendo totalmente decentralizzato non può avere CEO. Così come la data riportata che indica l’inizio di questa fantomatica esperienza di lavoro è: 2006. Ma Bitcoin è nato a cavallo tra il 2008 e il 2009. 

Ad ogni modo, non è dato sapere chi abbia creato questi profili fake e come li stia utilizzando. Quel che è certo è che sui social network le truffe a tema criptovalute sembrano girare incontrastate ed indisturbate. È proprio ciò che contesta Brad Garlinghouse con il suo post:

“Un altro giorno, un altra piattaforma che ospita scam: Linkedin è l’ultima, con profili impostori creati da pessimi attori. PSA: state attenti e siate scettici se ricevete messaggi e richieste sospette. Se sembra una truffa, probabilmente lo è!” 

Non solo Linkedin: la guerra di Ripple agli scam

Linkedin è solo l’ultimo caso. Ripple ha già dichiarato guerra a questo tipo di scam che la vedono suo malgrado coinvolta sui social. Nei mesi scorsi aveva annunciato di voler fare causa a YouTube dove sono proliferati canali che promuovono truffe sfruttando il nome di Ripple e la sua crypto XRP. 

L’accusa è quella di non fare abbastanza per arginare il problema. Il fatto che anche Steve Wozniak abbia fatto causa al colosso video di Google per lo stesso motivo, cioè per un finto giveaway di Bitcoin promosso con il suo volto, dimostra che la piattaforma non ha affatto risolto questo tipo di vicenda.

Si tratta di una questione che non lede solo l’immagine dei finti promotori, ma è dannosa per molti utenti, che, ingenuamente, cadono vittime di questi inganni perpetrati all’apparenza, da volti noti o autorevoli del settore.

Ripple vittima dell’hack su Twitter

Tutta questa faccenda è letteralmente esplosa la notte in cui si è verificato l’hack di Twitter. Anche il profilo di Ripple è stato hackerato promuovendo un finto giveaway di XRP. Brad Garlinghouse ha immediatamente allertato gli utenti che si trattava di una truffa. Ma ciò nonostante, grazie agli altri profili violati, i criminali sono riusciti a raccogliere qualcosa come 12 BTC pari a più di 110 mila dollari. 

Il CEO di Binance Changpeng Zhao aveva sottolineato come questo evento “catastrofico” aveva avuto il merito di far esplodere un’esigenza che il settore crypto richiede da tempo: maggiore sicurezza sui social. 

Il rischio è che i malintenzionati non facciano altro che spostarsi da un canale all’altro, passando da YouTube e Twitter a una piattaforma diversa come Linkedin.

 

Eleonora Spagnolo
Eleonora Spagnolo
Giornalista con la passione per il web e il mondo digitale. È laureata con lode in Editoria multimediale all’Università La Sapienza di Roma e ha frequentato un master in Web e Social Media Marketing.
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